Meloni non andrà a vivere a Palazzo Chigi: ecco la casa extra lusso a cui ha rinunciato

Il nuovo presidente del Consiglio ha deciso di restare nella sua casa romana e dire no a quella di Piazza Colonna di oltre 300 metri quadri

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Redazione

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Col giuramento avvenuto al Quirinale sabato 22 ottobre 2022, a quasi un mese esatto dalla vittoria alle elezioni dello scorso 25 settembre, il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni ha preso i poteri ed è pronto a iniziare il suo lavoro in Parlamento. Dopo aver prestato giuramento davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il nuovo presidente del Consiglio guarda ai lavori che dovrà affrontare nelle prossime settimane per iniziare al meglio a Palazzo Chigi che però, come già successo altre volte nella storia, non sarà la sede della sua vita extra presidenziale.

La neo premier, infatti, ha deciso col compagno Andrea Giambruno di non trasferirsi nella residenza lussuosa del palazzo, preferendo di gran lunga la casa che li ha ospitati fin qui nella Capitale. Ma a cosa ha rinunciato la leader di Fratelli d’Italia e perché?

La casa extra lusso di Palazzo Chigi

Padrona effettiva di Palazzo Chigi grazie all’incarico ricevuto negli scorsi giorni, Giorgia Meloni ha “riconsegnato” le chiavi dell’appartamento privato dove non risiederà col compagno e la piccola figlia Ginevra. Tra i benefit che ogni presidente del Consiglio ha alla sua nomina, la casa nell’edificio di Piazza Colonna si trova al terzo piano ed è grande oltre 300 metri quadri. Tra sala da pranzo da 15 coperti e una un po’ più informale, l’appartamento vanta anche un corridoio-galleria, uno spogliatoio, tre bagni, una camera da letto e una cucina (qui vi abbiamo parlato del governo Meloni “allargato”).

Nel corso degli anni ogni presidente che ha deciso di risiedervi ha apportato delle piccole modifiche per renderla più confortevole. Uno dei primi a metterci mano fu Silvio Berlusconi che nel 1994, dopo le critiche di Vittorio Feltri che definì l’abitazione degna di una pensione a tre stelle, chiamò il suo arredatore di fiducia Giorgio Pes che portò pavimenti in marmo, una scrivania dell’800 “da due metri e 40”, specchiere e, su richiesta del committente, “un letto antico, grande”.

Il perché della rinuncia e i precedenti

Ma perché Giorgia Meloni ha rinunciato a tutto questo? Romana di Roma, la premier ha deciso di restare a vivere nella sua casa, quella che risulta essere di sua proprietà e nella quale ha vissuto e vive tutt’ora col compagno Andrea Giambruno e la figlia Ginevra. I due, che l’hanno accompagnata sabato al giuramento al Quirinale facendole sentire tutto l’orgoglio per il grande traguardo raggiunto, sono alla base del motivo che l’hanno portata alla rinuncia dell’abitazione a Palazzo Chigi (qui vi abbiamo parlato della polemica sul cognato ministro della Meloni).

A spiegarlo è stato lo stesso Giambruno, che nel corso di un’intervista rilasciata ad Adnkronos ha sottolineato che lui e Giorgia Meloni non accetteranno il trasferimento al terzo piano del palazzo di Piazza Colonna per tutelare la piccola Ginevra: “Fortunatamente abbiamo una casa, non abbiamo intenzione di trasferirci a Palazzo Chigi e far crescere lì nostra figlia Ginevra: sarebbe controproducente, sarebbe fuorviante. La priorità per noi è tutelare Ginevra e farla crescere nella maniera più naturale possibile”.

Il compagno di Giorgia Meloni, primo “first gentleman” d’Italia, ha infatti ribadito che l’idea è quella di tenere la bambina distante da “realtà che marcherebbero la distanza con i suoi coetanei“. “Ora Ginevra è serena e quel che più conta, per me e Giorgia, è preservare questa serenità. Quando sarà più grande si renderà conto di avere una super mamma”, ha spiegato Giambruno.

Quello di Giorgia Meloni, comunque, non è il primo grande rifiuto della casa di Palazzo Chigi. Nonostante le varie ristrutturazioni, infatti, anche Silvio Berlusconi ci ha passato pochissimo tempo preferendo i circa mille metri quadri che aveva preso in affitto a Palazzo Grazioli, a due passi da Piazza Venezia. Anche altri premier di Roma hanno deciso nel passato di rimanere nelle proprie abitazioni nella Capitale, per differenziare in maniera netta il luogo di lavoro e quello del riposo (qui vi abbiamo presentato tutti i ministri del nuovo Governo).