In sei anni, ossia nel periodo che va dal 2013 al più recente 2019, avrebbe sottratto al Fisco italiano la cifra record di 50 milioni di euro, denaro che poi sarebbe stato totalmente riciclato attraverso una serie di investimenti che riguardano tutt’altro ambito rispetto alla sua attività professionale. Così sarebbe finito nei guai Lanfranco Cirillo, cittadino italiano di 63 anni, conosciuto in buona parte del mondo come l’architetto del presidente russo Vladimir Putin e di altri quarantaquattro uomini di potere e grande influenza in Russia.
L’indagine nei suoi confronti è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Brescia, città d’origine del professionista, e le accuse formulate sono pesanti: infedele dichiarazione dei redditi, auto riciclaggio e violazione del codice a tutela dei beni culturali.
I militari della Guardia di Finanza, come riporta l’edizione del 27 febbraio 2022 del Giornale di Brescia, hanno sequestrato nell’abitazione dell’architetto diverse opere d’arte di alcuni dei più grandi pittori della storia del mondo, da Pablo Picasso a Paul Cézanne fino a Giorgio De Chirico. Confiscato anche un elicottero, che sarebbe stato pilotato direttamente da Cirillo per effettuare i suoi spostamenti.
Dal Palazzo d’Inverno agli oligarchi: i legami di Cirillo con Mosca
“Sono sorpreso di dover affrontare una contestazione di questo genere e di tale portata – ha dichiarato a caldo Lanfranco Cirillo nella serata di ieri, quando è stato raggiunto presso la propria abitazione di residenza da alcuni cronisti della cronaca locale – dopo che per oltre vent’anni di carriera ho realmente vissuto in Russia e versato ogni centesimo di quanto dovuto alle casse di quel Paese”. Poi una promessa fatta ai reporter: “Chiarirò al più presto la mia posizione anche qui in Italia“.
I suoi rapporti con Vladimir Putin e gli altri oligarchi russi sono sempre stati avvolti nel mistero. Gli oppositori del presidente hanno sempre affermato che l’architetto bresciano avrebbe costruito il prestigioso Palazzo del Presidente su un’insenatura del Mar Nero. La notizia è stata tuttavia smentita dallo stesso Putin.
La struttura costituisce il fiore all’occhiello dell’immenso patrimonio attribuito al capo del Cremlino. In cambio, gli sarebbe stata donata un’abitazione confinante con la lussuosa struttura, volendo in questo modo sancire la vicinanza di Lanfranco Cirillo al gruppo ristretto che governa la Russia, anche se il professionista si è sempre dichiarato indipendente e non legato in alcun modo agli uomini più potenti di Mosca.
La residenza in Russia e le accuse degli inquirenti
La sua attività professionale, cominciata piuttosto in sordina in Lombardia tra la fine degli Anni Ottanta e gli inizi degli Anni Novanta, è cresciuta a dismisura quando ha conosciuto gli uomini più ricchi della Russia ed è diventato conoscente personale del presidente Vladimir Putin. Il suo coraggioso emigrare nella terra degli zar si è rivelata la mossa giusta.
Entrare in alcuni ingranaggi, dopo aver approcciato personaggi influenti, ha poi fatto il resto, rendendolo l’architetto preferito dei magnati russi. Ora si trova ad essere indagato in Italia dove, secondo gli inquirenti, non avrebbe pagato le tasse. Cirillo dovrà affrontare un processo proprio mentre Putin è impegnato nella gestione della guerra in Ucraina.