Giustizia a due velocità: classifica dei tribunali più rapidi

In Italia fra tribunale, appello e Cassazione un processo civile dura in media 8 anni. Per incassare i soldi del Pnrr è occorre tagliare i tempi. Ecco le città in cui ci vuole meno per arrivare a sentenza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’Italia è fra i Paesi dell’eurozona in cui ci vuole più tempo per ottenere giustizia, tanto che negli anni il Consiglio d’Europa ha più volte bacchetto Roma per l’eccessiva durata dei processi e per le bizantine procedure d’indennizzo. L’Europa ha altresì invitato più volte l’Italia a mettere in atto le riforme necessarie per abbreviare la durata dei processi.

Quanto dura un processo in Italia

In media un processo civile in Italia, che comprenda tutti e tre i gradi di giudizio (tribunale, appello e Cassazione) dura 8 anni. Servono 514 giorni per il primo grado, 993 giorni per l’appello e 1.442 giorni per il terzo grado. Totale: 2.949 giorni, pari a poco più di 8 anni.

Se la cava con 5 anni di traversie giudiziarie chi abbia a che fare con la giustizia amministrativa, che ha due soli gradi di giudizio. Fra il primo grado davanti al Tar (925 giorni di media) e l’appello innanzi al Consiglio di Stato (986) se ne vanno 5 anni.

Un altro mondo quello della giustizia penale, in cui i tempi sono molto più rapidi: di media se ne vanno 3 anni e 9 mesi per affrontare i tre gradi di giudizio: 310 giorni in primo grado, 876 per l’appello e 191 per la Cassazione. Il dato è precedente alla riforma Cartabia in vigore dal 28 febbraio 2023 che si è posta l’obiettivo di ridurre del 25% i tempi della giustizia penale.

Eccessiva durata del processo

La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo stabilisce il diritto alla ragionevole durata del processo, in mancanza della quale si ha diritto a un indennizzo. La Legge Pinto, e le successive modifiche, hanno quantificato quale debba essere una durata ragionevole: tre anni per il processo in primo grado, due anni per il secondo grado e un anno per il grado di legittimità.

La giustizia civile in Italia

La riforma per accorciare i tempi dei processi in Italia è uno degli obiettivi da rispettare per incassare i fondi del Pnrr. La meta è quella di ridurre del 40% i tempi dei processi della giustizia civile per offrire un migliore servizio ai cittadini e per incentivare gli investitori esteri a spostare i loro business in Italia.

Per quanto riguarda la sola giustizia civile emerge un profondo divario fra le performance dei tribunali del Nord Italia rispetto ai tribunali del Sud.

Truenumbers effettua un confronto fra i dati riportati dal ministero della Giustizia (anno 2022 rispetto ad anno 2014). Sono due i parametri presi in considerazione dal ministero: la durata media effettiva dei processi civili e la cosiddetta “clearance rate“, l’indicatore europeo per misurare la capacità dei singoli uffici di smaltire le pratiche.

I tribunali più veloci si trovano al Nord: a Ferrara un processo civile dura mediamente meno di un anno (278 giorni). A Udine ci vogliono 357 giorni. Seguono Rovereto (358) e Verbania (359). Anche a Vercelli e Asti le sentenze arrivano in meno di un anno.

Per quanto riguarda il clearance rate (tasso di liquidazione delle pratiche) due posti nel podio dei migliori tribunali spettano a due realtà del Sud. Fra i migliori tribunali troviamo Barcellona Pozzo di Gotto (28%), Grosseto e Foggia (entrambi a quota 20%).

Per quanto riguarda le grandi città, di media a Torino servono 520 giorni per ottenere una sentenza civile. A Milano ne servono 564 e a Roma 806. A Napoli servono 1.080 giorni.

Intanto il ministero della Giustizia ha lanciato un piano di assunzioni da 13mila posti. La speranza è che il nuovo personale possa aiutare a smaltire le pratiche arretrate. Le nuove assunzioni seguono quelle del 2022 quando furono messi a bando quasi 5.500 posti.