Chiara Ferragni, nuova indagine: questa volta tocca alla bambola Trudi

Il prossimo prodotto a finire nel mirino potrebbe essere la bambola Trudi, il pupazzo limited edition venduto nel 2019, i cui ricavi sarebbero stati destinati all’associazione Stomp Out Bullying

Pubblicato: 7 Gennaio 2024 09:08

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Si aggiunge un altro pezzo del puzzle ai danni di Chiara Ferragni. Come noto, dopo gli eventi legati al pandoro della Balocco e all’uovo di Pasqua, la nota influencer si trova ad affrontare ulteriori problematiche. Da circa un mese, il suo impero sta attraversando una fase delicata e, secondo quanto riportato da diverse fonti giornalistiche, si profila all’orizzonte un’ulteriore controllo legata a presunti casi di beneficenza.

Questa volta, l’attenzione si concentra sulla bambola della Trudi che ha riprodotto l’immagine di Chiara Ferragni. Sembra che, per integrare la documentazione già disponibile, si stia considerando l’inclusione di un’altra campagna di beneficenza, anch’essa sponsorizzata da Chiara attraverso i suoi profili social. Tale circostanza rischia di complicare ulteriormente la situazione, specialmente dopo i recenti sviluppi che hanno rivelato veri e propri intrecci intricati.

I proventi destinati a Stomp Out Bullying

La bambola Trudi, realizzata in edizione limitata con un’altezza di 34 centimetri, è stata lanciata sul mercato nel 2019 al prezzo di 34,99€. Inizialmente presentata come un’opera benefica, Chiara Ferragni aveva dichiarato che l’idea di creare un’edizione limitata era nata in seguito all’apprezzamento ricevuto per la mascotte concepita per il suo matrimonio con Fedez.

La vendita della bambola è stata destinata esclusivamente a fini benefici e, come annunciato dall’influencer, tutti i profitti sarebbero stati devoluti a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit impegnata nella lotta contro il cyberbullismo, una causa particolarmente cara a Chiara Ferragni. L’associazione si occupa attivamente di contrastare l’omofobia, il bullismo e ogni forma di discriminazione.

Tuttavia, alla luce degli sviluppi recenti, sembra che gli investigatori stiano interessandosi alla “modalità di distribuzione della bambola e successivamente del guadagno”. Secondo quanto riportato da La Verità, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe includere sia Chiara Ferragni che coloro che hanno lavorato ai progetti di beneficenza nell’elenco degli indagati. La questione principale sembra essere la mancanza di chiarezza sulla modalità con cui sono stati gestiti i proventi derivanti dalle vendite, come sottolineato da Il Secolo d’Italia: “in che modo sia stata effettuata la distribuzione dei denari incassati dalla vendita” non è ancora chiaro.

TBS Crew Srl: “Proventi donati all’associazione in linea con quanto comunicato”

Sul fronte della controversia, la TBS Crew Srl, società sotto il controllo di Chiara Ferragni, ha rilasciato un comunicato ufficiale per fornire chiarezza sulla situazione. La società afferma che i proventi derivanti dalle vendite della bambola tramite l’e-commerce The Blonde Salad sono stati interamente devoluti all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019, al netto delle commissioni di vendita pagate a un provider esterno responsabile della gestione della piattaforma e-commerce.

Il comunicato specifica che l’intero processo è avvenuto in conformità con le comunicazioni ufficiali pubblicate su Instagram da Chiara Ferragni e da altri canali riconducibili alla TBS Crew Srl. La società sottolinea inoltre che l’impegno a favore di Stomp Out Bullying riguardava esclusivamente le vendite delle bambole effettuate attraverso il canale e-commerce diretto, escludendo altre piattaforme gestite da terzi.

E c’è la fuga dei follower

La complicata situazione di Chiara Ferragni si complica ulteriormente con l’emergere di nuovi dettagli. Oltre alle questioni legali e al controverso episodio della bambola, l’influencer sta affrontando difficoltà anche sul fronte lavorativo. Con una fuga di follower dai suoi profili social, si è recentemente aggiunta la notizia che persino la Coca-Cola avrebbe revocato uno spot pubblicitario in seguito alla tempesta mediatica che si è scatenata intorno all’ex regina dei social.