Bimbo morto a Sharm, menù e condizioni igieniche erano a norma?

La tragedia del piccolo Andrea, morto per un’intossicazione alimentare, ha riacceso le polemiche sulle precauzioni da adottare durante i viaggi in Egitto

Pubblicato: 9 Luglio 2022 19:00

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Antonio Mirabile e Rosalia Manosperti sono rientrati in Italia nella giornata di giovedì 7 luglio tramite un volo sanitario organizzato dalla Farnesina. La richiesta era stata avanzata dalla moglie, che aveva fatto pervenire la propria volontà allo staff del ministro Luigi Di Maio: ora il suo obiettivo è quello che il marito – le cui condizioni di salute sarebbero ancora piuttosto gravi a seguito dell’intossicazione alimentare contratta a Sharm el Sheikh – d’ora in avanti riceva le cure necessarie in un ospedale italiano.

La storia di questa famiglia distrutta dalla drammatica esperienza in Egitto ha riportato l’opinione pubblica del nostro Paese ad interrogarsi sulle reali condizioni igieniche e sanitarie che si possono incontrare quando si viaggia all’estero, anche quelli maggiormente occidentalizzati come quest’ultimo o le vicine Algeria e Tunisia. Se nei primi anni Duemila – uno dei periodi di massima espansione del fenomeno dei viaggi nei resort di lusso – giornali e riviste di tutta Italia elargivano consigli su quali precauzioni adottare in terra estera, ora queste prassi comportamentali vengono date per scontate, quando invece occorre prestare ancora grande attenzione soprattutto a cosa si assume durante questi soggiorni.

Sultan Garden Resort, cosa si mangia nell’hotel dov’è morto il piccolo Andrea

Il villaggio turistico in cui la famiglia ha visto morire il piccolo Andrea – deceduto lo scorso 2 luglio all’età di soli 6 anni, anche lui a causa di un’intossicazione alimentare – è il Sultan Garden Resort, situato esattamente di fronte all’isola di Tiran sul Mar Rosso: un luogo apparentemente incantato, con 200 metri di spiaggia privata, ben 520 camere recensite in maniera ottimale da parte di quasi tutti gli ospiti e una vasta scelta di “ristoranti raffinati“, così si legge sul sito internet della struttura, in cui vengono utilizzati “solo cibi di alta qualità“.

E proprio di questo erano convinti Antonio e Rosalia, che nei primi 5 giorni di vacanza hanno consumato ogni pasto all’interno del resort. Alternando tra i 6 ristoranti e i 7 bar presenti in struttura, la coppia e il povero piccolo avranno sicuramente mangiato le pietanze comprese nei menù proposti, che variano dalla cucina indiana a quella cinese, passando per la tailandese, la messicana, la russa, l’egiziana e anche quella italiana. Qualcosa però dev’essere andato storto e “Andreuccio”, come lo ha chiamato lo zio palermitano in un’intervista rilasciata nelle ultime ore, purtroppo non ce l’ha fatta.

Ottime recensioni e commenti entusiasti: la morte del piccolo Andrea è stata solo un incidente?

Anche sulle condizioni igieniche del Sultan Garden Resort si sono scatenati i commenti più disparati sugli account social di tutta Italia. Eppure la struttura – che anche per quanto riguarda l’intossicazione alimentare non ha riscontrato altri casi tra gli ospiti presenti in questo periodo – gode di un successo davvero consolidato nel corso degli anni, tanto da risultare in vetta a tutte le classifiche delle agenzie di viaggi per quanto riguarda le destinazione in Egitto.

Anche scorrendo la pagina Facebook dell’hotel, sono davvero moltissimi i commenti entusiasti per il trattamento riservato nelle diverse tipologie di stanze (si va dalla “basic” con vista mare alla suite con vasca idromassaggio privata): la pulizia e il servizio sembrano davvero non avere alcuna pecca. Un fatto che deve far riflettere e che lascia ognuno di noi con una domanda ancora irrisolta: la tragedia della famiglia palermitana è stata davvero solo un terribile incidente?