Bufera sulla Venere di Botticelli “influencer”: cos’è successo

Qualcuno storce il naso per la campagna intitolata "Italia: open to Meraviglia" che vede la Venere di Botticelli nei panni di una virtual influencer impegnata nel promuovere le bellezze italiane.

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Venere di Botticelli “lascia” il celeberrimo quadro custodito alla Galleria Degli Uffizi di Firenze e prende vita, fra le polemiche, per diventare ambasciatrice della bellezza italiana nel mondo.

La Venere di Botticelli fa pubblicità all’Italia

Si chiama “Italia: open to Meraviglia” ed è la campagna ideata dal ministero del Turismo insieme a Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), per promuovere le italiche bellezze. Campagna ideata dalla prestigiosa agenzia pubblicitaria Armando Testa. Come testimonial di un progetto tanto ambizioso è stata scelta quella che fin dal Rinascimento viene considerata la massima rappresentante del canone di bellezza femminile, ovvero la dea dell’amore ritratta nel dipinto Nascita di Venere.

“Eccomi qua, salve a tutti! Probabilmente di vista già mi conoscete… mi chiamo Venere, ho trent’anni – ok magari qualcosina di più per la verità – e sono una virtual influencer…”
Questa la presentazione nel video promozionale. Nella campagna ministeriale Venere, non più desnuda ma abbigliata in abiti moderni e trendy, va in bicicletta, mangia la pizza, va in barca, passeggia per vie e piazze, si scatta selfie come una qualunque ragazza moderna e ci mette la faccia per sponsorizzare le eccellenze nazionali presso centri cittadini, borghi, aeroporti, stazioni, talk show, fiere e saloni.

Critiche alla Venere influencer

La campagna pubblicitaria, che sarebbe costata nove milioni di euro, serve anche per il rilancio del sito Italia.it. La campagna non ha mancato di suscitato interesse, ma anche perplessità, ilarità e critiche vibranti. L’iniziativa ha anche dato vita a una miriade di meme che in poco tempo hanno colonizzato i principali social network. Qualcuno fa anche notare che il claim del progetto – Open to meraviglia – contraddice proprio il boicottaggio degli inglesismi proposto dal partito di maggioranza con primo firmatario il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.

Le prime critiche vengono dal governo stesso e proprio dal dicastero della Cultura: il sottosegretario Vittorio Sgarbi boccia sia la sostanza che la forma. “Open to meraviglia? – si domanda Sgarbi – Che roba è? Che lingua è?”
E ancora: “Nel momento in cui parliamo tre ministri presentano la Venere di Botticelli vestita da ciclista, con la scritta Open to meraviglia: un paradosso. Ma la pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle”. Il sottosegretario dice la sua anche sulla mise della testimonial: “Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni”.

Da Chiara Ferragni alla dea Venere

E proprio Chiara Ferragni potrebbe, forse, essere alla base delle ispirazioni di Enit e del ministero del Turismo. Si ricordano infatti i selfie scattati dalla moglie di Fedez nel 2020 all’interno degli Uffizi di Firenze. Uno in particolare la vedeva posare in shorts, top e camicetta di fronte alla Nascita di Venere. Dunque da Chiara Ferragni a Simonetta Vespucci: dalla bionda influencer in carne e ossa alla bionda virtual influencer che (secondo parte della critica) potrebbe avere dato il volto alla Venere di Botticelli.