Tifo organizzato nelle curve, De Siervo: “Le società sono state lasciate sole”

Nell'intervista a Calcio e Finanza, De Siervo si è soffermato sul ruolo della tecnologia e sull'importanza della condanna degli episodi di violenza negli stadi

Foto di Andrea Celesti

Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 13 Ottobre 2024 20:58

Dal 2018, Luigi De Siervo è al timone della Lega Serie A, guidando l’associazione dei club del massimo campionato in un panorama calcistico sempre più complesso e competitivo. In un’intervista a Calcio e Finanza, l’ad ha commentato il recente caso di cronaca legato alle infiltrazioni malavitose all’interno delle curve italiane.

De Siervo sulle infiltrazioni nelle curve

L’inchiesta sulle infiltrazioni malavitose nelle curve di Inter e Milan ha svelato un inquietante intreccio tra ultras, criminalità organizzata e affari illeciti. Intercettazioni e indagini hanno portato alla luce un sistema corrotto, dove la sete di potere e denaro ha spinto gruppi rivali a collaborare, spartirsi i proventi della vendita dei biglietti e stringere alleanze con gruppi mafiosi. L’inchiesta dei pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra ha portato a 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, che ha azzerato vertici dei gruppi ultrà interisti e milanisti.

“Il mondo del calcio ha denunciato pubblicamente da anni come gli stadi siano divenuti oramai una ‘terra di nessuno’ dove regna l’illegalità. Basta fare una ricerca per ritrovare decine di dichiarazioni pubbliche al riguardo. Si pensi che alcuni Presidenti, che hanno intrapreso una battaglia costante contro queste frange malate della tifoseria, vivono sotto scorta da anni”, dice De Siervo. “Le società sono state lasciate sole e senza strumenti per affrontare un problema enorme con gravi ripercussioni reputazionali e conseguenti perdite economiche”.

Ma come può lo Stato intervenire in maniera concreta? Secondo De Siervo, gli investimenti delle squadre in nuove tecnologie, come impianti di riconoscimento facciale e telecamere in alta definizione, saranno fondamentali per permettere alle Forze dell’Ordine di identificare i criminali e impedire loro di tornare negli stadi. “In un tempo ragionevolmente breve saremo quindi in grado di impedire a questi soggetti criminali di tornare a delinquere negli stadi, consentendo di accogliere le famiglie e la parte sana del tifo che già negli ultimi anni è tornata a far crescere il numero degli spettatori”.

A proposito del riconoscimento facciale, l’ad ha fatto un bilancio sullo sviluppo della tecnologia: “Entro un anno dall’inizio dei lavori tutti gli stadi di Serie A saranno pronti per l’implementazione del riconoscimento facciale da effettuare ai varchi di ingresso. Il progetto è stato studiato in ogni dettaglio ed è già pronto per essere realizzato”.

Una tecnologia che, secondo De Siervo, permetterebbe di far sparire la responsabilità oggettiva dei club: “Basta utilizzare l’articolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva inserendo gli investimenti per il riconoscimento facciale tra le scriminanti previste per evitare la responsabilità oggettiva. Questo genererebbe evidenti ripercussioni positive evitando sanzioni pecuniarie e gravi danni di immagine anche a livello internazionale”.

La condanna degli episodi di violenza negli stadi

Secondo De Siervo, la condanna di qualunque episodio di violenza o intimidazione resta l’unica strada da percorrere per un calcio più pulito: “La Lega Serie A ha sempre condannato e stigmatizzato qualsiasi episodio di violenza ed intimidazione compiuto da facinorosi che hanno sfruttato il calcio come cassa di risonanza per i propri scopi ed attività illecite. Continueremo a farlo perché non possiamo tollerare che pochi gruppi di sedicenti tifosi entrino a casa nostra a farla da padroni”, dice l’ad.

“La speranza è che l’indagine e gli arresti compiuti a Milano rappresentino davvero un punto di inizio di una nuova fase per rendere gli stadi a misura di famiglie e pieni di tifosi civili”.