Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha avviato una fase cruciale per il progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, con l’intento di trovare soluzioni sicure e sostenibili per la gestione dei rifiuti radioattivi a bassa e molto bassa attività. Il Mase, cioè, ha recentemente lanciato la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas), che prevede una fase preliminare di scoping, al fine di esaminare le 51 aree idonee individuate.
Aree idonee in Italia, il progetto
Il progetto del Deposito Nazionale rappresenta un’infrastruttura fondamentale per la gestione dei rifiuti radioattivi provenienti da decine di impianti nucleari e attività di medicina nucleare, industria e ricerca, attualmente stoccati in siti temporanei sparsi sul territorio italiano. Il progetto ha come obiettivo garantire la sicurezza a lungo termine, isolando i rifiuti radioattivi per oltre 300 anni, utilizzando avanzate barriere ingegneristiche e naturali per evitare qualsiasi contaminazione ambientale.
Il Mase, in collaborazione con la Sogin (la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), ha redatto la Carta Nazionale delle Aree Idonee, che include le 51 aree individuate come idonee ad ospitare il Deposito Nazionale. Le aree sono distribuite in diverse regioni italiane.
La mappa dei nuovi depositi per i rifiuti radioattivi in Italia
La aree individuate dal Mase, potenzialmente idonei come nuovi depositi per i rifiuti radioattivi, si trovano:
- 10 in Basilicata;
- 4 tra la Basilicata e la Puglia;
- 21 nel Lazio;
- 5 in Piemonte;
- 1 in Puglia;
- 8 in Sardegna;
- 2 in Sicilia.
Ogni zona è stata selezionata in base ai parametri stabiliti dalle guide tecniche dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin), che assicurano che le aree rispondano agli standard di sicurezza internazionali per il trattamento dei rifiuti radioattivi.
Come saranno organizzati i depositi
Ogni deposito nazionale e parco tecnologico sorgerà su un’area di circa 150 ettari, di cui 110 destinati al deposito vero e proprio e 40 al parco tecnologico. Inoltre, l’area comprenderà impianti di controllo qualità, analisi radiochimiche e servizi di supporto.
I siti avranno diversi comparti: uno per il trattamento dei rifiuti a bassa e molto bassa attività, e un altro per lo stoccaggio dei rifiuti a media e alta attività.
Ogni struttura è progettata per garantire un isolamento dei rifiuti radioattivi per oltre 300 anni, utilizzando soluzioni ingegneristiche avanzate che assicurano la massima protezione per l’ambiente e per la salute pubblica.
Come dichiarato dal Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, le amministrazioni locali hanno la possibilità di partecipare al processo decisionale prima che la Carta Nazionale delle Aree Idonee venga definitivamente approvata. Ciò significa che le comunità locali, che potrebbero essere influenzate dalla creazione del deposito, possono esprimere le loro opinioni e preoccupazioni.
Dopo aver integrato le osservazioni e concluso la VAS, sarà elaborata la versione ufficiale della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI). La CNAI conterrà l’elenco definitivo delle 51 aree idonee, che sono state selezionate sulla base di criteri di sicurezza e impatto ambientale, sottoposto ad approvazione definitiva da parte delle autorità competenti. Sarà necessario anche il via libera dalle autorità di regolamentazione, come l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN).
Dopo l’approvazione finale, si procederà con la fase progettuale e costruttiva, con l’obiettivo di completarla entro il 2039, come previsto dal piano.