Sono 10 le offerte per l’acquisizione degli asset di ex Ilva pervenute ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia. La partita per l’intero complesso siderurgico si gioca tra due colossi statunitensi: Bedrock Industries e la cordata Flacks Group + Steel Business Europe. Le altre otto proposte riguardano invece l’acquisto di singoli asset (impianti o rami d’azienda).
Nonostante la chiusura ufficiale della gara, i commissari hanno lasciato una porta socchiusa: sono disposti a valutare nuove offerte, ma solo se presenteranno condizioni chiaramente più vantaggiose di quelle già sul tavolo.
Indice
Le dieci offerte
Oltre a Bedrock e Flacks, le altre otto offerte sono state fatte dalle seguenti aziende:
- Renexia (Gruppo Toto);
- Industrie Metalli Cardinale (IMC);
- Marcegaglia;
- Cordata Marcegaglia + Sideralba;
- CAR Srl;
- Cordata Marcegaglia + Profilmec + Eusider;
- Eusider;
- Trans Isole.
Il quadro delle offerte include anche una proposta atipica, definita “non conforme” perché avanzata da un “soggetto politico“, che non rispetta i criteri di gara. La sorpresa è il ritiro di Jindal Steel International, considerata da mesi molto avanti per l’acquisizione dell’Ilva; il colosso siderurgico indiano si è sfilato, frenato dalle numerose incognite – industriali, finanziarie, ambientali, giudiziarie e occupazionali – che gravano sul futuro dello stabilimento.
La sfida tra due fondi Usa
Con il ritiro di Jindal, l’attenzione si concentra sui due principali contendenti, entrambi fondi statunitensi.
Flacks Group è stato fondato da Michael Flacks e si tratta di uno dei principali investitori globali in “distressed assets” e “special situations”, ovvero aziende che necessitano di soluzioni rapide per tornare redditizie. Si occupa, quindi, di ristrutturare e rilanciare imprese in crisi. Come nel caso dell’ex Ilva di Taranto, per la quale ha proposto un’acquisizione simbolica per 1 euro, puntando al risanamento e al mantenimento dei posti di lavoro.
Poi c’è il fondo Bedrock Industries, guidato da Alan Kestenbaum, con esperienza nel settore dei metalli e delle risorse naturali. Non è nuovo alla vicenda, essendosi già fatto avanti in una precedente gara. Come aveva già annunciato l’azienda, l’obiettivo primario non risiede nella gestione operativa quotidiana, ma nella ristrutturazione finanziaria e nella valorizzazione degli asset. L’obiettivo è quindi acquisire l’acciaieria per risanarla, renderla redditizia e, potenzialmente, rivenderla in futuro con un profitto.
I prossimi passi e i criteri di valutazione
La procedura di selezione potrebbe richiedere fino a due mesi. In questo periodo, i commissari di Acciaierie d’Italia, in accordo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, esamineranno le proposte sulla base di tre pilastri fondamentali:
- la solidità industriale e finanziaria degli acquirenti;
- la capacità di realizzare il piano di decarbonizzazione;
- le garanzie concrete per il rilancio produttivo e la tutela dei posti di lavoro.
Delusi i sindacati: “Solo due offerte per l’intero complesso”
Seppure siano arrivate delle offerte, solo due sono davvero rilevanti e che riguardo l’acquisizione dell’intera acciaieria. Una situazione che preoccupa i sindacati. Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, spiega:
La gara per la vendita dell’ex Ilva si è conclusa, purtroppo come prevedibile, con un fallimento totale. Le manifestazioni di interesse per l’intero Gruppo sono state presentate solo da due fondi di investimento che non hanno alcuna solidità industriale e progettuale, peraltro con offerte risibili. Purtroppo non siamo meravigliati dell’esito della gara perché, fin dall’inizio, eravamo convinti che anche questa riapertura del bando non avrebbe portato a niente. […] Oggi c’è stata la prova finale che siamo ai titoli di coda di una vertenza che dura da tredici anni e che riguarda 20 mila lavoratori e intere comunità.
Sfumata, ma non del tutto esclusa, l’ipotesi “spezzatino“, ovvero la cessione degli impianti a più acquirenti. Sebbene l’obiettivo primario resti la vendita del complesso industriale come un unico blocco, la presenza di diverse offerte per singoli asset mantiene questa eventualità come uno scenario di riserva.