Google vuole evitare la vendita di Chrome con l’apertura ai motori di ricerca

Google propone di allentare gli accordi siglati con i produttori di smartphone a patto che Chrome sia il browser predefinito sui loro dispositivi

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 22 Dicembre 2024 15:27

Google cerca di impedire la vendita del suo motore di ricerca. Per farlo, ha proposto al tribunale di allentare gli accordi siglati con i produttori di smartphone a patto che Chrome sia il browser predefinito sui loro dispositivi oppure beneficino di una posizione dominante. Il procedimento dovrebbe concludersi con una decisione del giudice Mehta entro agosto 2025. 

La proposta di Google

A novembre, il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’azione antitrust contro Google, chiedendo a un giudice federale di Washington di ordinare la vendita del motore di ricerca Chrome. Una decisione presa in seguito a indagini che hanno evidenziato una posizione dominante dell’azienda nel mercato dei browser. Una situazione che porterebbe alla ricerca di un nuovo acquirente per impedire la creazione di un’altra situazione monopolistica.

Per evitare di separarsi dal suo motore di ricerca, Google ha deciso di presentare la sua controproposta ai tribunali americani: con un documento di 12 pagine, l’azienda propone di modificare gli accordi con i produttori di smartphone, mantenendo Chrome come browser predefinito sui loro dispositivi in cambio di determinate condizioni.

“Nulla nella presente sentenza definitiva vieta a Google di concedere un compenso a un produttore di dispositivi mobili o a un operatore wireless, in relazione a qualsiasi prodotto o servizio di Google, in cambio della distribuzione, del posizionamento (del prodotto o del servizio) su qualsiasi punto di accesso, promozione o concessione di licenza di questo prodotto o servizio di Google”, ha scritto il colosso digitale nella sua proposta.

L’accordo proposto consentirebbe ai produttori di smartphone di offrire una scelta più ampia agli utenti, permettendo l’installazione nativa di più motori di ricerca e la possibilità di scaricare software da Google senza vincoli legati all’utilizzo di Chrome.

La condanna dell’azienda per pratiche monopolistiche da parte del giudice Mehta ha scosso il settore intero. Indipendentemente dall’esito, quasi certamente Google ricorrerà in appello, prolungando il percorso legale che potrebbe portare la causa fino alla Corte Suprema.

Il cambio di amministrazione americana potrebbe portare a un ribaltamento di fronte nel caso Google. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrà la possibilità di nominare un nuovo team al Dipartimento di Giustizia, con ripercussioni sull’esito finale del processo.

Le perdite per Google

La perdita della causa comporterebbe per Google una cessione forzata di Chrome, un asset strategico che rappresenta una colonna portante del business dell’azienda. Secondo le stime di Bloomberg, l’operazione di vendita potrebbe fruttare al colosso tecnologico circa 20 miliardi di dollari. Tuttavia, la perdita di un browser così diffuso e integrato nell’ecosistema Google avrebbe inevitabilmente ripercussioni significative sulla posizione di dominio del motore di ricerca.

Chrome è molto ambito tra le aziende del settore, avendo stabilito negli anni una posizione largamente maggioritaria nel mercato dei browser internet. Il suo acquisto rappresenterebbe un’opportunità unica per una società di consolidare la propria posizione nel mercato digitale. Tuttavia, le autorità antitrust sarebbero estremamente caute nell’autorizzare un’operazione di questo tipo, limitando la rosa dei potenziali acquirenti a coloro che non hanno già una presenza significativa nel settore.