L’amministratore delegato di Exor ed erede designato della famiglia Agnelli John Elkann ha accettato un accordo con la procura di Torino che prevede la sua messa in prova ai servizi sociali in cambio della sospensione del procedimento giudiziario che riguarda lui, i fratelli e alcuni collaboratori per una supposta frode fiscale riguardante l’eredità della famiglia Agnelli.
Il caso riguarda soprattutto lo spostamento della residenza della defunta moglie dell’avvocato Gianni Agnelli, Marella Caracciolo di Castagneto, in Svizzera. Attraverso questo espediente la famiglia Agnelli avrebbe evitato di pagare decine di milioni di euro di tasse di successione all’Italia.
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John Elkann ai servizi sociali
L’accordo tra John Elkann e la procura di Torino prevede la messa in prova ai servizi sociali dell’amministratore delegato di Exor, la holding della famiglia Agnelli, attraverso cui gli Elkann controllano società come Stellantis e Ferrari.
La messa in prova prevede che l’imputato svolga lavori di pubblica utilità, in questo caso per un anno, in cambio della sospensione del processo.
Se il giudice dovesse approvare l’accordo, Elkann otterrebbe l’archiviazione delle accuse contro di lui e di tutti gli altri indagati:
- il fratello Lapo Elkann;
- la sorella Ginevra Elkann;
- il commercialista degli Agnelli e presidente della Juventus Gianluca Ferrero;
- il notaio svizzero Urs Robert Von Grüningen.
Le accuse contro di loro sono di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele. Avrebbero utilizzato una residenza fittizia in Svizzera per la nonna Marella Caracciolo di Castagneto in modo da non pagare le tasse di successione in Italia al momento della sua morte.
Gli altri accordi degli Elkann con la procura
L’accordo tra procura ed Elkann fa parte della chiusura del processo per l’eredità Agnelli, che era cominciato nel luglio scorso, quando era emerso che la famiglia avrebbe pagato 175 milioni di euro allo Stato italiano in modo da porre fine al procedimento.
Questo altro accordo non prevede nessuna ammissione di colpa, né totale né parziale, da parte degli Elkann.
In quella circostanza, un portavoce dei tre fratelli Agnelli aveva dichiarato che l’accordo serviva a:
concludere rapidamente e definitivamente una dolorosa vicenda personale e familiare.
Il nuovo accordo prevederebbe anche che la cifra finale del versamento si alzi a 183 milioni di euro.

La questione dell’eredità della famiglia Agnelli
Il caso è partito dalla denuncia della madre dei tre fratelli Elkann, Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli e di Marella Caracciolo di Castagneto. Margherita avrebbe firmato, nel 2004, un accordo di diritto svizzero con il quale rinunciava all’eredità del padre e della madre, la quale ai tempi risultava residente proprio in Svizzera.
Attraverso questo accordo e allo spostamento di diversi asset della famiglia in un trust alle Bahamas, gli Elkann avevano completato il trasferimento dell’eredità dalla nonna Marella Caracciolo di Castagneto tramite il diritto svizzero. In questo modo avevano evitato di dover pagare le tasse previste da quello italiano.
La legge italiana prevede infatti un’imposta di successione del 4% per tutti i patrimoni superiori al milione di euro, inclusi i beni all’estero. L’evasione fiscale contestata dalla procura e dalla Guardia di Finanza si sarebbe aggirata tra i 300 e i 400 milioni di euro.