Nonostante tutte le ipotesi, alla fine le elezioni di novembre negli Stati Uniti vedranno ancora una volta Joe Biden contro Donald Trump. Si era parlato di differenti opzioni, come quella che avrebbe voluto un sorprendente cambio nell’ala democratica.
L’ipotesi era quella di vedere Michelle Obama alla Casa Bianca, stavolta come prima presidente donna negli USA e non first lady. Dall’altra parte, invece, si era paventata l’ipotesi di non consentire di fatto la candidatura del tycoon, che invece resta in pista e ha costretto anche le frange meno amiche tra i repubblicani a chinare il capo.
Ad oggi l’attenzione maggiore è concentrata proprio sull’ex presidente, che ha mantenuto intatta la sua capacità di parlare alla pancia del Paese, che lo attende come un messia rinato. Tanto ci sarebbe da dire su Donald Trump ma in questa sede vogliamo soffermarci su un singolo aspetto, quello economico. Se un tempo lo si considerava un uomo dai mezzi giganteschi, oggi il suo patrimonio vanta più di qualche ombra. Forbes ha provato a fare chiarezza in merito.
Un debito da più di mezzo miliardo
A febbraio 2024 Donald Trump è stato condannato dalla giustizia civile di New York al pagamento di svariate centinaia di milioni di euro di multe. Tutte legate a reati di frode finanziaria all’interno del suo enorme impero immobiliare. L’importo dell’ammenta dovrebbe attestarsi intorno ai 540 milioni di dollari.
Per quanto l’ex presidente USA abbia presentato appello, ad oggi vanta un serio problema di liquidità. Si pensi anche alla condanna nel processo per diffamazione contro Jean Carroll. In aula è stato decretato un pagamento di 83,3 milioni di dollari. Facile pensare, dunque, a quale sia oggi nel dettaglio la condizione economica del candidato repubblicano per la Casa Bianca.
I legali di Trump hanno spiegato come sia impossibile, di fatto, poter firmare un assegno di tale portata (540 milioni) allo stato attuale. Esiste infatti una netta differenza tra il patrimonio di un soggetto e la sua capacità di muovere un capitale liquido. Per far fronte a tale situazione, dunque, il tycoon potrebbe essere costretto a vendere le proprietà in suo possesso, date le circostanze eccezionali, a un prezzo ribassato.
Il tutto per ottenere le cifre richieste, senza poi alcuna chance di recupero in seguito a un possibile appello andato a buon fine. Di fatto, dovesse riuscire a ribaltare la sentenza, a Trump resterebbe il danno profondo d’aver “svenduto” i suoi beni. Per quanto riguarda gli 83,3 milioni per Jean Carroll, invece, è stata chiesta la sospensione della multa, il cui pagamento è previsto per il 9 marzo.
Il patrimonio di Trump
Forbes ha analizzato i suoi beni e le capacità di liquidità attuale dell’ex presidente americano, tirando le somme e ottenendo un totale di 413 milioni di dollari “cash”. Ciò rappresenterebbe il 15% del suo impero. Il patrimonio netto sarebbe infatti di 2,6 miliardi di dollari.
Alla base di questo calcolo c’è un numero ben preciso: 293.834.128,42 dollari. Si tratta del saldo di cassa di Trump e delle società a lui riconducibili con data 30 giugno 2021. Nulla a che vedere con il suo patrimonio, dunque, ma unicamente con la sua liquidità. Dettagli ottenuti grazie ai documenti depositati a ottobre 2022 nella causa del procuratore generale di New York.
Partendo da quella cifra, occorre precisare come nel 2021 abbia ottenuto 5 milioni di dollari dalla vendita di 25 appartamenti nella torre del Trump International Hotel Las Vegas. Dell’edificio l’ex presidente possiede il 50%. Ha quindi ottenuto la metà dei poco più di 10 milioni incassati. Un altro milione è poi giunto dalla vendita di circa 12 posti auto nel suo grattacielo a Chicago.
La pancia del Paese lo ha premiato nuovamente, facendogli ottenere 5,75 milioni di dollari dal libro Our Journey Together, con scatti del suo periodo alla Casa Bianca. Tra il 2021 e il 2022 ha poi tenuto differenti discorsi dall’ingaggio elevato, per un totale di circa 12 milioni a registro. Ha poi emesso alcuni lotti di Nft nel 2022 e 2023, per un valore di 2,1 milioni di dollari. Al novero è da aggiungere ancora un milione per il libro Letters to Trump, che raccoglie una corrispondenza con alcune celebrità.
Il guadagno maggiore è però dovuto alla vendita nel 2022 del suo hotel di Washington. La struttura era in netta perdita, di ben 375 milioni di dollari e, dopo aver saldato questo buco, gli sono rimasti in tasca 127 milioni di dollari. Di questi restano 112 milioni, al netto di 14,5 milioni di dollari per le ultime spese prima della vendita e 750.000 dollari al procuratore generale relativo a un accodo per l’uso dell’albergo nell’inaugurazione del 2017.
Venduto anche il suo contratto con la città di New York per la gestione di un campo da golf pubblico nel Bronx. Valore: 60 milioni di dollari. Una cifra versata per intero, con l’aggiunta di altri 7 milioni, per estinguere quattro prestiti contratti. L’ultima grande uscita finanziaria riguarda poi la tenuta dei suoi aerei, per un totale di 13 milioni. Ecco come si arriva alla cifra di 413 milioni di dollari di liquidità.
Somma ben distante da quella di cui avrebbe bisogno oggi. La situazione, però, potrebbe anche peggiorare. Il futuro promette nuovi processi e il procuratore generale di New York continua ad attenzionarlo. Prima o poi, inoltre, ci sarà anche da regolare il conto delle tasse da versare. Fece il giro del mondo la notizia di 1,1 milioni di dollari di tasse pagate sul reddito nei primi tre anni di presidenza. Una somma risibile, scesa addirittura a zero nel 2020.
Proprio questo tema è al centro della sua campagna elettorale. Ha promesso ai suoi elettori un netto taglio della tassazione e, nonostante ciò, l’avvento del nuovo boom economico. Come se non bastasse, il messia newyorkese ha garantito che eviterà la terza guerra mondiale.