Darya Dugina assassinata a Mosca: era figlia dell’ideologo di Putin

Opinionista e commentatrice molto conosciuta in patria, era ritenuta vicina al Cremlino per il legame tra il padre e il presidente russo: il ruolo dell’Ucraina

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Redazione

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Dopo alcune settimane in cui le tensioni tra Ucraina e Russia – con il diminuire dei bombardamenti e i nuovi accordi sulla ripartenza dell’export di Kiev – sembravano essersi affievolite, almeno in minima parte, nelle ultime ore un episodio di grande violenza e di forte impatto mediatico ha rigettato il mondo intero nel bel mezzo di un conflitto aspro e senza esclusione di colpi. La notizia arriva direttamente da Mosca e – vista la sua portata – non potrà che avere ripercussioni per tutte le giornate a venire.

Darya Dugina, 30 anni, tra le donne più conosciute in Russia nei panni di opinionista e commentatrice politica, è morta a seguito dell’esplosione della sua auto. La vettura si trovava nell’estrema periferia della capitale, nei pressi del villaggio di Velyki Vyazomi, a circa 20 chilometri a ovest rispetto al Cremlino. Come riportato dall’agenzia di stato Tass nei minuti successivi allo scoppio, il fatto è avvenuto nella serata di sabato, verso le ore 21.45 locali: il boato si è avvertito in maniera distinta in buona parte del territorio cittadino e nelle frazioni limitrofe, provocando le reazioni preoccupate degli abitanti della zona.

Chi era Darya Dugina, la commentatrice vicina a Putin assassinata a Mosca

Ma Darya Dugina non era conosciuta in patria solamente per le frequenti ospitate televisive: la sua fama derivava soprattutto dal fatto che fosse la figlia di Oleksandr Dugin, consigliere del Cremlino e considerato da tutti come l’ideologo di Vladimir Putin. Noto per le sue opinioni antioccidentali, filosofo di estrema destra e ardito sostenitore delle teorie neo-eurasiatiche, negli ultimi anni è stato definito dai media occidentali come uno degli ispiratori della politica estera di Mosca, mentre la stampa russa lo considera una figura marginale per le sue opinioni ritenute troppo radicali anche dalle frange nazionaliste più estreme.

Al momento l’ipotesi più probabile è che si sia trattato di un attentato: sempre secondo la Tass, lo stesso Dugin – impegnato poche ore prima in una conferenza vicino alla capitale, evento a cui ha partecipato anche la figlia Darya – avrebbe dovuto trovarsi in auto con la figlia al momento dell’esplosione. Secondo le ultime ricostruzioni, l’uomo era effettivamente salito in auto con la ragazza, ma dopo pochi minuti aveva deciso di viaggiare da solo, su un’altra vettura, probabilmente per giungere ad una destinazione differente rispetto alla giovane.

Attentato a Mosca, uccisa Darya Dugina: matrice ucraina sull’esplosione?

A Mosca gli investigatori hanno aperto un’indagine sull’uccisione di Darya Dugina. Gli stessi inquirenti del Dipartimento investigativo della capitale russa, che stanno ricostruendo le modalità con cui è stato compiuto l’attentato, dopo i primi accertamenti hanno dichiarato come appaia assai probabile che sulla Toyota Land Cruiser che ospitava la donna fosse stato inserito un ordigno esplosivo di notevole potenza: lo scoppio infatti ha coinvolto diverse altre vetture parcheggiate nei dintorni.

Anche i media occidentali hanno subito riportato la notizia, corredando gli aggiornamenti con i commenti rilasciati nel corso delle ore da alcuni esponenti russi ritenuti molto vicini a Vladimir Putin. Tra questi, spicca quello del leader dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, che sul proprio account Telegram ha apertamente accusato l’Ucraina: “Vigliacchi infami! I terroristi del regime ucraino, nel tentativo di eliminare Aleksandr Dugin, hanno fatto saltare in aria sua figlia. Era una vera ragazza russa!”, ha scritto.