Pos in chiesa per pagare l’offerta, rivoluzione nelle parrocchie

Dopo il progetto pilota in Sant’Ambrogio a Milano, ora trenta chiese italiane offrono il Pos per dare ai fedeli un’alternativa alla cassetta

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Anche in Italia arriva l’offerta digitale in chiesa. Si tratta di una pratica molto comune all’estero, e che il ministro dell’Economia Giorgetti invita a ripetere anche in Italia. Non sarà più possibile fingere di non avere spiccioli o contanti, ora nelle chiese arrivano le colonnine per il Pos.

La Chiesa ha trovato un altro modo per andare incontro al fedele, anche a chi usa sempre meno il contante. Mentre cambiano le abitudini degli italiani in fatto di contante e pagamenti digitali, la Chiesa ha messo a segno una collaborazione con Banco BPM, Numia e la Conferenza Episcopale Italiana. Dallo scorso anno, con la prima fase pilota nelle basiliche di Sant’Ambrogio a Milano e di San Francesco ad Assisi, ora il sistema arriva in altre trenta chiese su tutto il territorio nazionale.

Pos in chiesa, l’alternativa alla donazione in cassetta

Forse tutto ci saremmo aspettati di vedere in chiesa, tranne la colonnina Pos per i pagamenti digitali. Eppure la Chiesa ha deciso di inseguire il nuovo trend di pagamento degli italiani (e non solo) che preferiscono sempre di più la carta al contante.

A inizio luglio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, era intervenuto all’evento Nexi per i servizi del Terzo Settore e aveva ribadito l’importanza di offrire i pagamenti con il Pos anche nelle chiese. “La parrocchia deve essere iscritta al Terzo Settore. E quindi questo è un segnale che mandiamo alla CEI, visto che ogni tanto ci tirano dei pizzicotti, di intensificare questo tipo di presenza”, aveva commentato.

Sperimentazione attiva in trenta chiese

Da Trento a Catania, sono solo trenta le parrocchie su tutto il territorio italiano che presentano già l’alternativa alla cassetta tradizionale. Dopo circa due anni di fase pilota, sono stati messi a punto tutti i dettagli tecnici e il Pos viene esteso ad altre realtà, non a caso durante il Giubileo.

L’amministratore delegato e direttore generale di Numia, Fabio Pugin, ha raccontato come questo progetto sia importante in un momento in cui le chiese del Paese saranno interessate da un flusso crescente di visitatori e fedeli. Inoltre, molti fedeli che vengono da fuori conoscono già questo sistema di donazione e sono abituati alle transazioni in chiesa tramite Pos. In questo modo sul territorio arriva un servizio nuovo e si intercetta anche il turista o il fedele abituato a questa pratica.

Non è scontato, soprattutto in un mondo in cui la tendenza è sempre più quella di abbandonare i contanti in favore dei pagamenti digitali. Secondo l’economo della CEI, don Claudio Francesconi, inoltre, è un modo per assicurare trasparenza e tracciabilità.

I vantaggi del Pos per le donazioni

Al momento non sono stati riscontrati svantaggi nell’incremento delle colonnine Pos nelle chiese, mentre i vantaggi sono molti. Dall’inseguire il cambiamento di comportamento dei fedeli con i pagamenti, fino ai benefici per la Chiesa stessa.

L’adozione del Pos, infatti, semplifica molto la contabilità, riducendo per esempio la conta manuale del denaro e il deposito degli assegni. Inoltre permette donazioni anche più alte, perché si può scegliere di offrire una cifra specifica e non quanto contiene la tasca o il sacchetto degli spiccioli. L’alternativa alla cassetta è quindi utile tanto ai fedeli quanto alle parrocchie.