Chiara Ferragni, le sentenze del Tar sul caso Balocco: “Giudizio estinto”

Due sentenze brevi e definitive del Tar del Lazio pongono fine alla questione ricorsi: ecco cosa accadrà adesso

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 26 Luglio 2024 20:05

Si torna a parlare di Chiara Ferragni e di quello che è ormai noto in tutt’Italia come “caso pandoro”. C’è un aggiornamento per quanto riguarda la vicenda che vede protagonista la celebre influencer.

Il Tar del Lazio ha chiuso la vicenda connessa ai ricorsi amministrativi che l’imprenditrice aveva presentato insieme con Fenice Srl e Tbs Crew Srl, ovvero le società a essa riconducibili. Negli atti presentati si contestava il provvedimento dell’Antitrust, risalente a dicembre 2023, che aveva inflitto una sanzione superiore al milione di euro per presunta pubblicità ingannevole, connessa all’operazione “Pink Christmas”.

La sentenza del Tar

Sentenze decisamente brevi e identiche, quelle emesse da parte del Tar del Lazio, che ha chiuso questa storia (almeno in parte) per il seguente motivo: “La parte istante ha depositato, in data 5 luglio 2024, memoria difensiva nella quale ha dichiarato di rinunciare agli atti della causa, per le motivazioni meglio espresse in atti; rilevato che alla rinuncia ha aderito l’amministrazione intimata, la quale non si è opposta, anche in ordine alla prospettata compensazione delle spese”.

In parole povere, preso atto dell’accordo tra Chiara Ferragni e l’Antitrust, reso pubblico settimane fa, è stato valutato come necessario il dichiarare “estinto il giudizio”.

Allo stato attuale, però, ciò che resta ancora attivo è il ricorso proposto da Balocco Spa. Anche l’azienda è stata infatti tirata in causa in questa vicenda. Come sarebbe potuta andare diversamente, del resto. Sanzionata per 420.000 euro, intende ancora dare battaglia su questo fronte.

L’accordo di Chiara Ferragni

Un accordo con l’Antitrust era nel miglior interesse per Chiara Ferragni, che ha finalmente individuato la giusta strategia di rilancio. I tempi d’oro passati sono ancora lontani, certo, ma non rappresenta più il caso del giorno. Ha tenuto duro, modificato lentamente la propria gestione social e, infine, ha ritrovato un pubblico compatto e fedele.

Sotto questo aspetto, quello della sua immagine pubblica, va da sé che meno si parla di casi giudiziari, meglio è. La sanzione è così divenuta una donazione, ma in che modo? L’Antitrust aveva sanzionato Fenice e Tbs Crew per 400.00 e 675.000 euro, rispettivamente.

Le società della Ferragni verseranno 1,2 milioni di euro all’impresa sociale I Bambini delle Fate. Gli impegni delle parti in causa sono stati valutati positivamente e resi vincolanti. Il tutto avverrà nell’arco di tre esercizi finanziari.

Ecco il commento della diretta interessata: “Un contributo volontario, che è una donazione e non, dunque, una sanzione”. Parole che non sono però bastate a placare in toto la tempesta intorno a lei. Il motivo? La chiusura concomitante del procedimento avviato dall’Antitrust in merito alle uova pasquali realizzate con Dolci Preziosi.

La versione di Balocco

Parla di strumentalizzazione Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’azienda omonima. Finita sotto indagine insieme a Chiara Ferragni per il pandoro rosa lanciato a novembre 2022. Al pari dell’ex manager Fabio Maria Damato e del proprietario di Dolci Preziosi Franco Cannillo, trova spazio nel registro degli indagati con accusa di truffa aggravata.

Intervistata da La Stampa, Alessandra Balocco ha spiegato: “Questa vicenda è stata oltremodo strumentalizzata. Siamo fiduciosi di riuscire a dimostrare la nostra piena buona fede. Rispettiamo il lavoro dei giudici ma è ferma la nostra convinzione di non aver messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori. Lavoro ogni giorno per proteggere la reputazione dell’azienda e dei suoi dipendenti e collaboratori”.

Al di là di quanto indicato dal Tar del Lazio in merito ai ricorsi, la Procura e la Guardia di Finanza procedono con le indagini, che vedono coinvolta anche la campagna di vendita dell’uovo di Pasqua prodotto in collaborazione con Dolci Preziosi, così come della bambola Trudi. Il fatto che l’Antitrust lascerà andare i casi, non vuol dire che i loro strascichi siano stati di colpo recisi.