Chi vincerebbe le elezioni se si andasse a votare oggi?

La crisi di Governo ha dato ufficialmente il via alla campagna elettorale. Ora, la domanda che molti si fanno è: ma chi vincerebbe le elezioni se si andasse a votare oggi?

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 23 Luglio 2022 08:00

La crisi di Governo ha dato ufficialmente il via alla campagna elettorale. Draghi non si era ancora dimesso e già si parlava del suo successore. Ma ora la domanda a cui tutti stanno cercando di rispondere, oltre a capire cosa succederà da qui alle prossime settimane, è: chi vincerebbe le elezioni se si andasse a votare oggi?

Il modo migliore per cercare di rispondere, probabilmente, è quello che suggerisce di affidarsi ai sondaggi, senza fare congetture o lasciarsi influenzare da quelle che sono le proprie opinioni personali. Cosa dicono i numeri? Chi sono i favoriti?

Crisi di Governo: chi potrebbe prendere il posto di Mario Draghi?

Secondo i sondaggi di Termometro Politico, che ha messo a confronto le rilevazioni di 4 istituti (SWG, TP, Tecné, Bidimedi), al momento i partiti “favoriti” dalla crisi di governo sono due, ovvero: Partito Democratico e Fratelli d’Italia.

Nella settimana che va dal 10 al 16 luglio, infatti, entrambi hanno raggiunto un numero di preferenze pari al 23,2%. Rimangono invece su livelli molto bassi sia la Lega (ai minimi al 14,8%) che il Movimento 5 Stelle (con l’11%). Attenendosi quindi ai dati resi noti dall’organizzazione, se si andasse alle urne oggi i numeri suggeriscono che il prossimo Premier, successore di Mario Draghi, potrebbe essere Giorgia Meloni (FDI) o Enrico Letta (PD).

Forza Italia invece è rimasta piuttosto stabile, all’8,3%, come Azione e +Europa (al 4,8%), mentre Sinistra Italiana e Verdi sono scesi al 3,7%. Rimane debole Italia Viva, al 2,4%

Le ultime dinamiche, però, potrebbero cambiare presto le carte in tavola. E la verità è che le prossime settimane saranno decisive: un passo falso o, al contrario, una mossa vincente potrebbe decidere le sorti politiche del Paese (o cambiarle definitivamente).

Come votano gli italiani? Le preferenze rilevate e i partiti favoriti

Un’altra interessante analisi sui trend politici e il voto degli italiani ce l’ha fornita Ipsos. Da quello che è emerso da un sondaggio effettuato il 13 luglio:

  • il Pd ha un elettorato prevalentemente maschile, di età più matura (il 60% ha più di 50 anni), più istruito (61% è diplomato o laureato), di condizione economica elevata/medio alta (42%). Uno su tre (32%) è pensionato, il ceto impiegatizio e quello dirigente sono più presenti rispetto alla media degli elettori (33%, +10%) mentre operai e disoccupati sono sottorappresentati (16% contro 26,4%);
  • più presente la componente maschile (54%) rispetto a quella femminile anche se si guardano gli elettori di Fratelli d’Italia. In questo caso, inoltre, prevalgono le classi centrali di età, tra i 35 e i 64 anni (che rappresentano rispettivamente il 62% e il 51,3% della media italiana), mentre il livello di istruzione c’è una maggiore accentuazione dei diplomati (38%) e delle persone che hanno una condizione economica media (35%).

Il partito più votato dai ceti dirigenti (imprenditori, quadri e liberi professionisti) è il Pd (24,2%) seguito da FdI (22,5%), Lega (11,5%) e Forza Italia (11,1%).

Provando a fare anche un “identikit” degli elettori italiani, dal report Ipsos è emerso che:

  • tra gli operai e i lavoratori esecutivi il partito più votato è la Lega (23,1%), seguita da FdI (21,9%), M5S (14,6%) e Pd (12,5%);
  • tra i lavoratori autonomi si impone nettamente FdI con il 24,8% dei consensi (10 punti di vantaggio sul Pd);
  • tra impiegati e insegnanti tornano a prevalere i dem (25,4% a 20,8% di FdI);
  • le casalinghe prediligono il partito della Meloni (20,4%) che precede la Lega (17,8%), il Pd (16,5%) e Forza Italia (14,3%);
  • tra i pensionati prevale nettamente il Pd con il 29,2%, seguito da FdI (19,4%) e dalla Lega (12,8%).

Infine, anche tra i più giovani (18-35 anni), elettori quindi che si stanno approcciando al mondo del lavoro o stanno ancora studiando (oppure hanno appena finito gli studi), i dem sono in testa con il 19%.