La maggioranza di Governo ha presentato un emendamento per aumentare gli stipendi dei ministri non parlamentari e portarlo alla pari di quello dei titolari dei dicasteri che sono stati eletti a una delle due camere. La norma includerebbe anche le compensazioni dei sottosegretari e le indennità di viaggio. 17 in tutto i funzionari del Governo toccati dall’emendamento.
In tutto si tratterebbe di un aumento mensile di più di 3.500 euro, a cui andrebbe ad aggiungersi un bonus da 3.690 euro per i rimborsi spese che spetta ai deputati e ai senatori. Infine altri 1.200 euro al mese per le indennità di viaggio.
Proposto un aumento agli stipendi dei ministri
Un emendamento alla Manovra finanziaria presentato in commissione bilancio alla Camera ha chiesto di equiparare i compensi dei ministri non parlamentari a quelli dei loro colleghi che invece sono stati eletti a una delle due camere. La legge infatti prevede che i secondi possano cumulare una parte delle indennità parlamentari al loro compenso di ministro, prendendo di conseguenza uno stipendio più elevato, rimborsi spese inclusi, di altri colleghi non eletti.
La norma toccherebbe 17 tra ministri e sottosegretari della maggioranza, che ora prendono “soltanto” 10.435 euro lordi al mese di stipendio e non possono cumulare a essi nessuna indennità parlamentare. A questa cifra quindi si sommerebbero:
- 3.503,11 euro della diaria che spetta ai deputati e ai senatori
- 3.690 euro di rimborsi per l’esercizio del mandato
Quindi 7.193,11 euro in più al mese, parte dei quali però andrebbero a pagare lo staff a chiamata fiduciaria, quindi senza assegnazione tramite concorso, del ministro che ne gioverebbe. Gli aumenti però non sarebbero finiti con queste due somme. Ci sarebbero infatti nella proposta anche altri 1.200 euro che spettano normalmente ai parlamentari per spese telefoniche e rimborsi di viaggio, anche se in questo caso si parla di una cifra annuale e non mensile.
Quali ministri e sottosegretari gioverebbero della norma
Come detto, la lista di sottosegretari e ministri nominati dal Governo che non fanno parte del parlamento contiene in tutto 17 nomi. I più importanti sono:
- Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi;
- Il ministro della Giustizia Carlo Nordio;
- Il ministro della Cultura che ha sostituito Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli;
- Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giovanni Valditara;
- Il ministro della Difesa Guido Crosetto;
- Il ministro dello Sport Andrea Abodi.
Questa norma è tra quelle che ha causato la protesta più acuta in commissione Bilancio alla Camera da parte delle opposizioni. I partiti di minoranza hanno anche espresso preoccupazione per il metodo, a loro parere forzato, con cui la maggioranza ha tentato di far approvare numerosi emendamenti alla Manovra finanziaria. Il Governo ha accolto le preoccupazioni e ha bloccato gli emendamenti stessi nella mattinata del 14 dicembre, con la promessa di riprendere alle 12 con una procedura più regolare.
Nell’emendamento per l’aumento dello stipendio dei ministri non parlamentari c’è anche una norma che potrebbe far arrabbiare i deputati e i senatori del partito Italia Viva, dato che va a colpire direttamente il segretario Matteo Renzi. Questi articoli prevedono che i parlamentari e i presidenti di Regione non possano svolgere incarichi retribuiti al di fuori dell’Unione europea.