Polvere del Sahara, il 13 e il 14 giugno nuova pioggia di sabbia sull’area del Mediterraneo

Ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri vanno ad aggiungersi al Pm2.5 e Pm10 già presente in atmosfera, con ripercussioni sulla salute pubblica

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Secondo le previsioni del Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Cams), un nuovo episodio di polvere sahariana raggiungerà l’Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale questa settimana. Il picco di questo evento è atteso tra il 13 e il 14 giugno, con un marcato aumento delle concentrazioni di particolato grossolano (PM10) al suolo in queste regioni, superando la soglia di esposizione media di 24 ore di 50 µg/m³ stabilita dall’Ue. Le previsioni suggeriscono che i livelli massimi giornalieri di PM10 potrebbero oltrepassare i 100 µg/m³, indicando una qualità dell’aria molto scarsa.

Le tempeste sahariane, un viaggio trascontinentale

Le tempeste di sabbia del Sahara, fenomeno atmosferico imponente e spesso causa di disagi, nascondono un aspetto meno noto: il loro ruolo di fertilizzanti naturali. Ogni anno, queste tempeste sollevano milioni di tonnellate di polveri fini che, trasportate dai venti, compiono viaggi di migliaia di chilometri, arrivando a depositarsi anche in aree molto lontane dal deserto d’origine. Un esempio emblematico è quello della foresta amazzonica, dove la sabbia del Sahara, dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, contribuisce a fertilizzare il suolo con un elemento chiave per la vita vegetale: il fosforo.

Come sottolinea la Società Meteorologica Italiana in un post su Facebook, si tratta di un “fenomeno naturale, perfino importante per gli assetti degli ecosistemi“. La deposizione di polvere sahariana, infatti, apporta al suolo preziosi nutrienti, favorendo lo sviluppo delle piante e la salute degli ecosistemi.

Polvere del Sahara, effetti visibili e invisibili

Le tempeste di sabbia del Sahara, oltre a regalare scenari suggestivi con cieli velati di giallo e panorami innevati dai riflessi rossastri, portano con sé anche una serie di effetti, alcuni dei quali possono avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute.

Effetti climatici e ambientali:

  • Cieli gialli: Le fini particelle di sabbia sospese nell’atmosfera agiscono come un filtro, diffondendo la luce solare e conferendo al cielo una tonalità giallo-ocra, con una visibilità ridotta
  • Neve rossastra: La deposizione di sabbia sulla neve ne altera il colore, tingendola di un’insolita sfumatura rossastra, come recentemente accaduto sulle Dolomiti
  • Depositi marroncini: In caso di pioggia, la sabbia si mescola alle precipitazioni e si deposita su oggetti esterni come automobili, vetri e panni stesi, creando uno strato di polvere marroncino

Effetti sulla salute:

  • Problemi respiratori: Le persone con asma, bronchite o altre patologie respiratorie possono accusare un peggioramento dei sintomi a causa dell’inalazione di polveri sottili
  • Irritazioni agli occhi e alla pelle: Il contatto con la sabbia può causare irritazioni agli occhi, provocando prurito, rossore e lacrimazione. Analogamente, sulla pelle può generare arrossamenti, secchezza e fastidio
  • Allergie: In soggetti allergici, l’esposizione alla polvere sahariana può scatenare reazioni allergiche con sintomi come starnuti, rinorrea, prurito al naso e agli occhi

Trasporto di polvere sahariana attraverso l’Europa

Secondo Copernicus, a partire dal 10 giugno il trasporto di polvere sahariana attraverserà il Mediterraneo centrale e orientale, influenzando significativamente Paesi come Bulgaria, Cipro e Grecia. Questo porterà a cieli offuscati e a un peggioramento della qualità dell’aria in queste regioni. Questo evento segue altri due episodi di polvere sahariana verificatisi tra il 3 e il 7 giugno, che hanno colpito anche l’Europa sudorientale, il Mediterraneo orientale, la penisola iberica, la Francia meridionale e l’Italia settentrionale.

Polvere sahariana: aumento di frequenza e intensità in Europa

“Il trasporto di polveri sahariane attraverso il Mediterraneo verso l’Europa non è un fenomeno nuovo. – ha affermato Mark Parrington, Senior Scientist del Cams – Tuttavia, le osservazioni degli ultimi anni mostrano un preoccupante aumento dell’intensità e della frequenza di questi eventi in alcune zone d’Europa. Questo evidenzia l’importanza di un monitoraggio continuo della nostra atmosfera per comprendere come la qualità dell’aria potrebbe essere influenzata da questi episodi,” ha aggiunto Parrington.

L’attuale episodio di polvere sahariana, che sta colpendo l’Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale, è stato attentamente monitorato dalle autorità nazionali dei Paesi più colpiti, tra cui Bulgaria, Grecia e Cipro. Questi Paesi stanno collaborando con il Cams nell’ambito del Programma di collaborazione nazionale per migliorare ulteriormente l’accuratezza e l’affidabilità delle previsioni sulle polveri sahariane.

L’impegno del Noa nell’analisi delle polveri sahariane

Il direttore di ricerca Vassilis Amiridis dell’Osservatorio Nazionale di Atene (Noa) ha rilasciato una dichiarazione riguardo il monitoraggio delle intrusioni di polvere sahariana in Grecia. L’obiettivo è quello di tenere informata la popolazione sulla serietà di questi episodi e sul loro possibile impatto sulla qualità dell’aria. I dati forniti dal Cams sono stati essenziali per mappare accuratamente l’ultimo evento di trasporto di polvere a lunga distanza, permettendo così di anticipare e mitigare i suoi effetti avversi. Grazie al supporto del Cams Ncp, il Noa sta lavorando allo sviluppo e alla fornitura di previsioni atmosferiche ad alta risoluzione, fino a 2 km, combinando i dati Cams con quelli raccolti dai sensori remoti situati in Grecia.

La Bulgaria si prepara agli episodi di polvere sahariana

Elena Hristova, Capo divisione dell’Istituto Nazionale di Meteorologia e Idrologia in Bulgaria (Nimh), ha affermato che, a causa dell’aumento di episodi di polvere sahariana che interessano la Bulgaria, il Nimh sta dedicando particolare attenzione a questi eventi. Le informazioni specifiche sulla loro intensità e sul loro comportamento sono fondamentali per sensibilizzare la popolazione sulle implicazioni per la salute e per la pianificazione in settori chiave, come la produzione di energia.

Il Nimh, nell’ambito del programma di collaborazione nazionale del Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Cams), fornisce – in modalità operativa – previsioni relative alle polveri su un’area più ampia che copre i Balcani e la Bulgaria. Queste previsioni vengono elaborate utilizzando i dati dei modelli di previsione Cams regionali e globali.

L’importanza della cooperazione internazionale per gli episodi di polvere sahariana

Silas Michaelides, Direttore operativo del Centro di eccellenza Eratosthenes di Cipro, ha aggiunto che l’aumento dell’intensità e della frequenza degli episodi di trasporto della polvere sahariana a lungo raggio rappresenta un problema che oltrepassa i confini nazionali. Pertanto, la cooperazione scientifica internazionale e le iniziative sovra-nazionali, come il programma Copernicus, sono essenziali per approfondire la nostra comprensione del sistema terrestre e affrontare efficacemente questi fenomeni.

Allarme polvere sahariana, impatti su qualità dell’aria e salute

La tempesta di polveri sahariane prevista per questa settimana potrebbe deteriorare significativamente la qualità dell’aria nell’Europa sudorientale e nel Mediterraneo orientale, con possibili conseguenze negative per la salute di milioni di persone. Questo è quanto emerge dalle dichiarazioni della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), in risposta agli avvertimenti emessi dal servizio meteorologico europeo Copernicus.

Il presidente della Sima, Alessandro Miani, chiarisce che non si tratta di sabbia ma di finissime particelle di polvere del diametro medio di 20 micron, che si diffondono dal deserto del Sahara. Queste particelle possono innalzarsi fino a 10.000 metri e viaggiare per migliaia di chilometri, raggiungendo anche l’Italia. Si stima che ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di queste polveri si sollevino dal Sahara, andando a sommarsi alle particelle PM2.5 e PM10 già presenti nell’atmosfera, con impatti diretti sulla salute pubblica.

I gruppi più vulnerabili includono bambini, anziani, persone con problemi cardiaci e chi soffre di patologie respiratorie come l’asma. Le polveri possono contenere metalli pesanti e combinarsi con altri inquinanti atmosferici, diventando così un pericolo per la salute umana quando inalate. Uno studio pubblicato sulla rivista “Occupational and Environmental Medicine” ha dimostrato un incremento dei ricoveri ospedalieri per problemi respiratori correlati alla presenza di polveri sahariane nell’aria. Per questo motivo, la Sima raccomanda di limitare l’esposizione a queste polveri, specialmente per coloro che già soffrono di disturbi respiratori.

La polvere del Sahara, magnetismo e impatti ambientali

La polvere del Sahara non è solo fastidiosa per le nostre auto e le nostre giornate all’aperto, ma ha anche una proprietà curiosa: è magnetica. Questo perché al suo interno sono presenti minerali che contengono ferro, come l’ematite, la magnetite e la maghemite, che hanno proprietà magnetiche.

L’ematite (Fe2O3) e la magnetite (Fe3O4), ad esempio, sono ferromagnetiche, ovvero attirate da un campo magnetico esterno. Questo è il motivo per cui la polvere del Sahara può attaccarsi alle calamite.

Ferro, un elemento importante

Diversi studi hanno analizzato la composizione chimica della polvere sahariana, trovando che contiene quantità significative di ferro. Uno studio del 2018, ad esempio, ha rilevato che l’ematite costituisce lo 0,5% dei campioni di polvere raccolti nella penisola iberica, mentre il ferro rappresenta il terzo elemento più abbondante, con una percentuale del 3,5%. Altri studi hanno trovato concentrazioni di ferro ancora maggiori, fino al 5,8%.

La presenza di ferro nella polvere sahariana ha un ruolo importante non solo per la sua proprietà magnetica, ma anche per altri processi ambientali. Il ferro è infatti un elemento fondamentale per gli equilibri del fitoplancton nell’Atlantico e contribuisce a fertilizzare il suolo dell’Amazzonia.

La magnetizzazione delle polveri sahariane: magnetite e maghemite vs ematite

In generale, le polveri sahariane presentano una magnetizzazione moderata. La magnetite e la maghemite, pur essendo molto magnetiche, sono meno abbondanti rispetto all’ematite, che è più abbondante ma meno magnetica.

Nel complesso, le polveri sahariane non sono altamente magnetiche. Una comune calamita da frigo può attrarle, ma l’effetto diventa particolarmente evidente, come mostrato nei video diffusi sui social, quando si utilizzano magneti molto potenti, come quelli al neodimio.

Questa variazione nella magnetizzazione delle polveri sahariane è dovuta alla diversa composizione minerale e alla percentuale relativa di minerali ferromagnetici come magnetite, maghemite ed ematite presenti all’interno delle polveri.

Origine naturale del ferro nella polvere del Sahara

La recente ondata di polvere sahariana che ha interessato diverse zone d’Italia ha sollevato diverse domande, tra cui una curiosa teoria complottista: la presenza di ferro nella polvere non sarebbe naturale, ma artificiale.

In realtà, si tratta di una bufala smentita da diversi studi scientifici. I minerali magnetici, come magnetite, ematite e maghemite, che conferiscono alla polvere sahariana la sua proprietà magnetica, sono già presenti nei suoli da cui proviene, non vengono catturati durante il suo viaggio nell’atmosfera.

La presenza di questi minerali è dovuta ai naturali meccanismi di formazione del suolo: erosione di rocce e montagne, attività vulcanica, apporto di materiale meteoritico e processi di alterazione chimica e fisica.