Imu 2024, aumenti in arrivo: le città più care

Come cambieranno le quote dell'Imu a partire da dicembre 2024: ecco le modifiche già deliberate, non applicate alla scadenza di pagamento di giugno

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema Imu è sempre molto caldo, soprattutto con l’avvicinarsi della scadenza dell’acconto. Ufficialmente prevista per il 16 giugno, è rinviata a lunedì 17 giugno, perché è il primo giorno lavorativo disponibile dopo la soglia temporale tracciata canonicamente.

Si ha la certezza che non si terranno in considerazione le variazioni in aumento, nonostante siano già state deliberate per l’anno in corso. È però possibile volgere lo sguardo un po’ più avanti, arrivando fino a dicembre 2024. Ciò per rendersi conto, sulla base dei dati già in nostro possesso, quale sarà la mole dei rincari per l’Imu.

Imu, aumenti 2024

La ricostruzione di quelli che saranno gli aumenti Imu a partire da dicembre 2024 è soltanto parziale, al momento. Come evidenziato dall’analisi proposta da Il Sole 24 Ore, tutto si basa sulla ricostruzione delle delibere presenti sul sito del dipartimento delle Finanze:

  • Belluno – Da 0,86 a 0,91% per i fabbricati del gruppo D: fanno eccezione banche, supermercati e rurali, per i quali sono previste aliquote specifiche;
  • Cuneo – Da 0,7 a 0,8% per le seconde case poste in affitto a canone concordato. Da 0,71 a 0,81% per le aree fabbricabili;
  • Mantova – Da 0,96 a 1,06% per le aree fabbricabili, così come i terreni agricoli;
  • Sassari – Da 1,06 a 1,06% per i fabbricati rientranti nel gruppo D, con eccezione di D/1, D/2 e D/8, che presentano aliquote inferiori, così come D/5, che era già a 1,06%. Da 0,96 a 1,06% per i negozi, i magazzini e i laboratori, così come da 1,05 a 1,06% per le pertinenze;
  • Taranto – Da 0,4 a 0,5% per le abitazioni principali di lusso, ovvero A/1, A/8 e A/9.

Il dettaglio degli aumenti

L’Imu non si applica alle abitazioni principali, eccezion fatta per quelle ritenute signorili, rientranti nelle categorie A/1, A/8 e A/9, come nel caso di ville o addirittura castelli. Un numero esiguo di proprietà, considerando la loro natura, che prevedono un aumento dallo 0,4 allo 0,5% nell’area di Taranto, come detto.

Sotto questo aspetto qualcosa è mutato anche in alcune piccole realtà, come Loano ad esempio. Siamo in provincia di Savona e il prelievo modificato per l’Imu 2024, da dicembre di quest’anno, passerà da 0,3 a 0,5%. Nella stessa provincia, ma a Varazze, lo scarto sarà minore (in funzione degli aumenti degli ultimi anni), passando da 0,4 a 0,5%. Si nota un filo rosso in questi tre esempi, rappresentato dal fatto d’aver portato l’aliquota a livello base, ovvero 0,5.

Dai castelli e le grandi ville passiamo poi alle aree edificabili. Anche in questo caso subentrano delle modifiche per quanto concerne l’Imu 2024. Sul fronte delle modifiche già deliberate, lo sguardo in questo caso specifico è rivolto unicamente a Cuneo e Mantova. L’aumento registrato sarà dello 0,1%.

Per quanto riguarda i fabbricati produttivi, infine, questi rappresentano il settore nel quale si concentrano maggiormente gli interventi di modifica per l’Imu 2024. Da capire se l’equilibrio sarà lo stesso anche quando giungeranno tutti gli altri aggiornamenti dal resto d’Italia.