Germania, nel bilancio dello Stato c’è un buco da 40 miliardi: il governo rischia di cadere

Il governo della Germania sta rischiando di cadere sull'accordo per coprire un buco di bilancio da 40 miliardi

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il governo tedesco rischia di cadere dopo poche settimane dalle elezioni europee, che hanno visto i partiti di maggioranza superati da quelli di opposizione. La ragione però non è politica ma economica: l’esecutivo deve trovare il modo di coprire un buco da 40 miliardi di euro nel bilancio federale, creato durante la pandemia e dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale.

La coalizione di governo è però formata da partiti con idee molto diverse sulla spesa pubblica. L’Spd, di centrosinistra, e i Verdi, che in Germania hanno un posizionamento politico più vicino al centrosinistra che non alla sinistra radicale, vorrebbero risolvere la questione cambiando la costituzione o le regole per il 2025. I Liberali, centristi di orientamento liberista in economia, invece prediligono un taglio della spesa pubblica in linea con il loro approccio restrittivo sui conti dello Stato. Un mancato accordo porterebbe quasi sicuramente alle elezioni anticipate, con una vittoria annunciata della destra.

Il buco da 40 miliardi nei conti della Germania

Il governo federale tedesco deve trovare un modo di risparmiare 40 miliardi di euro nel 2025, a causa di una sentenza della Corte costituzionale del 2023. Un problema che sta causando tensioni all’interno della maggioranza, tali da far ipotizzare la caduta dell’esecutivo e le elezioni anticipate. Una prospettiva non auspicabile per gli stessi partiti di maggioranza che hanno perso le elezioni europee appena tenutesi.

Il buco da 40 miliardi presente nel bilancio tedesco deriva dalla cosiddetta legge sul freno al debito, introdotta in costituzione nel 2009 alla luce della crisi finanziaria globale che stava cominciando a far sentire i propri effetti dopo aver causato il fallimento di alcune grandi banche di investimento negli Usa. Questa norma prevede che, in un singolo anno, il debito pubblico non possa crescere di più dello 0,35% del Pil. Per fare un paragone, in Italia il debito pubblico nel 2023 è cresciuto di 105 miliardi, il Pil ammontava a 2.085 miliardi, quindi questo parametro si aggira attorno al 5%.

Ci sono alcune eccezioni. Se la Germania si trova a dover affrontare situazioni di grave emergenza, la spesa pubblica può sforare questo tetto annuale. La condizione però è che i fondi stanziati siano utilizzati per affrontare l’emergenza stessa. Il governo tedesco, formato da una coalizione di centrosinistra che include Socialdemocratici (Spd), Verdi e Liberali, aveva previsto 60 miliardi di spesa per affrontare la pandemia da Covid-19 nel 2021, ritenuta un’emergenza che rientrava in questi parametri.

L’anno successivo però, lo Stato tedesco non aveva speso questi fondi. Così il governo guidato dal Socialdemocratico Olaf Scholz ha deciso di reindirizzare il denaro risparmiato a quella che riteneva un’altra emergenza, quella climatica. Le opposizioni, in particolare la Cdu, partito di centrodestra, hanno però fatto ricorso alla Corte costituzionale che nel 2023 ha ritenuto illegittima l’allocazione dei fondi alla transizione ecologica. Questo ha creato un buco da 45 miliardi di euro nel bilancio del 2023 e di 17 in quello del 2024, soltanto parzialmente coperti dalle manovre finanziarie approvate fino a questo momento.

Di conseguenza, rimangono 40 miliardi che non rientrano nell’eccezione alla regola del freno al debito e vanno quindi fatti rientrare in un contesto di quasi pareggio di bilancio. Entro l’inizio di luglio il governo tedesco dovrà presentare al parlamento una bozza che preveda il rientro da questo debito. I tre partiti di maggioranza hanno però idee molto diverse su quali siano le possibili soluzioni.

Le possibili soluzioni dei partiti di maggioranza

La maggioranza di governo che sostiene Olaf Scholz in Germania è molto più eterogenea di quanto potrebbe sembrare. Il partito più importante è quello del primo ministro, lo storico partito socialdemocratico tedesco, l’Spd. Il suo orientamento è simile a quello dei partiti di centrosinistra del resto d’Europa, con la principale differenza di una retorica leggermente più ambigua di altri sul sostegno all’Ucraina. Secondo partito della coalizione sono i Verdi, che a differenza di altri partiti simili in Europa hanno posizioni più moderate e centriste, pur mantenendo la propria identità ecologista. Infine ci sono i Liberali, partito progressista dal punto di vista sociale ma liberista in campo economico.

Ognuno dei tre partiti che compongono la coalizione ha un proprio punto di vista su come risolvere la questione, anche se quelle di Verdi e Spd sono paragonabili:

  • Verdi e Spd propongono di considerare il 2025 un anno di emergenza. Nessuno dei due partiti vuole tagliare 40 miliardi alla spesa pubblica, un intervento che causerebbe danni alla realizzazione dei rispettivi programmi elettorali. I verdi in particolare vorrebbero inserire 6,5 miliardi di euro di spesa militare aggiuntiva, promessa dal governo alla Nato per adattarsi agli standard dell’alleanza atlantica, come spesa eccezionale dato che sono legati all'”emergenza” della guerra in Ucraina;
  • Il Liberali propongono un netto taglio della spesa pubblica. Il partito centrista, che ha tra i suoi punti ideologici più importanti la riduzione dell’intervento economico dello Stato, vuole approfittare di questa situazione per porre un freno al debito tedesco. Il ministro delle Finanze, membro dei Liberali, non è favorevole a un aggiramento della regola dello 0,35% e ha sottolineato come una norma costituzionale possa essere cambiata solo con l’accordo dei due terzi del parlamento.

Cosa succederà senza un accordo

Il mancato accordo sulla spesa pubblica tedesca potrebbe portare alla caduta del governo Scholz e ad elezioni anticipate. Una prospettiva che nessuno dei tre partiti della maggioranza di governo ritiene però allettante. Nelle recenti elezioni europee infatti sia l’Spd che i Verdi che i Liberali hanno ottenuto pessimi risultati. Nessuno dei tre è riuscito a raggiungere il 15% dei voti e sono stati superati non solo dallo storico partito di centrodestra, la Cdu, un tempo guidato da Angela Merkel, ma anche da Afd, partito di estrema destra.

Al momento quindi non solo si prospetta un’eventuale sconfitta alle eventuali elezioni anticipate per tutti i partiti di maggioranza, ma molti esponenti politici stanno sottolineando come Cdu e Afd potrebbero allearsi per formare una coalizione di governo di destra che per la prima volta vedrebbe la partecipazione di un partito come Afd, storicamente legato ad ambienti neonazisti, come testimoniato da alcuni scandali emersi alla fine del 2023 e poco prima delle elezioni europee stesse. Questa situazione politica potrebbe spingere i partiti di governo a un accordo per evitare una sconfitta elettorale in caso di scioglimento del parlamento.