Nuovo stadio a San Siro, Sala accelera con l’Agenzia delle Entrate sul valore dell’area

Il sindaco Sala ha confermato i tempi sulla stima del valore dell'area che Inter e Milan dovrebbero acquistare per la costruzione del nuovo stadio a San Siro

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 20 Settembre 2024 23:49

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala preme per la valutazione dell’area di San Siro dove dovrebbe nascere il nuovo stadio di Milan e Inter. Il primo cittadino del capoluogo meneghino è tornato a parlare del progetto della costruzione dell’impianto che dovrebbe convivere a fianco dello storico Giuseppe Meazza, come concordato nell’ultimo incontro con le società, garantendo di tempi stretti sulle stime da parte dell’Agenzie delle Entrate, in funzione dell’operazione di acquisto dei due club.

La valutazione dell’Agenzia delle Entrate

“Stiamo cercando di accelerare con l’Agenzia delle Entrate per avere i valori certi, che sarebbero i valori a cui mettere a bando, sia la struttura di San Siro, sia le aree circostanti” ha dichiarato a margine di un evento pubblico Giuseppe Sala.

Il sindaco aveva dichiarato di aver fatto richiesta formale alle strutture competenti ad agosto, in previsione di recuperare il progetto già lanciato nel 2019, ma successivamente bloccato a causa del tema del vincolo sul secondo anello dello stadio esistente.

L’ipotesi di un nuovo impianto da realizzare nell’area accanto al Meazza, destinando lo storico stadio ad altro uso, sarebbe dunque al momento l’unica ritenuta percorribile da Sala, il quale ha però chiarito che “prima di dire che è un’ipotesi solida voglio essere sicuro, perché capisco che ci possa essere un disorientamento da parte dei cittadini per le tante ipotesi che abbiamo messo in campo”.

“In questo momento bisogna accelerare, cosa che stiamo cercando di fare, e con l’Agenzia delle Entrate avremo l’incontro in questi giorni” ha affermato.

Il vincolo è stata una delle principali questioni messe nuovamente sul tavolo dal sindaco Sala nell’ultima riunione con le dirigenze dei due club, durante la quale i vertici di Inter e Milan hanno bocciato l’ipotesi della ristrutturazione di San Siro.

Come aveva precisato il primo cittadino di Milano, il nodo sarebbe “capire più in dettaglio, qualora lo stadio diventasse di proprietà delle squadre, quanto e come incide il vincolo della Soprintendenza”.

Il nodo del vincolo

E proprio su questo punto si è espressa la soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano, Emanuela Carpani, a margine della presentazione del restauro conservativo dell’ex istituto Marchiondi.

“Quando un bene passa da una proprietà pubblica a una privata viene meno l’istituto della tutela “de iure”, che stabilisce che i beni pubblici aventi più di 70 anni sono automaticamente sottoposti a disciplina di tutela, finché non si fa la verifica di interesse culturale” ha spiegato in riferimento al vincolo sul secondo anello di San Siro che dovrebbe scattare dal 2025, che potrebbe decadere in caso di passaggio dal Comune a Inter e Milan.

“Se un bene diventa privato questa tutela de iure non scatta per legge – ha chiarito ancora Carpani – Se non ci sono i 70 anni non c’è vincolo neanche per il pubblico, nel caso di acquisizione da soggetti privati non scatterà nel momento in cui il bene matura i 70 anni la tutela”.

Un principio che secondo la soprintendente vale “per tutti i beni di proprietà pubblica che vengono venduti prima dei 70 anni”, compreso San Siro: Carpani ha tenuto a precisare, infatti, che i vincoli non si inventano ma che “per fare un provvedimento di tutela bisogna motivarlo in modo tale che possa reggere una eventuale contenzioso. Sono atti declarativi e non attributivi, che riconosco valori intrinsechi”.