Roma indagata per plusvalenze ed evasione: rischia una multa fino a 34 milioni

La GdF ha esaminato i bilanci della Roma dal 2016 al 2021, contestando la dichiarazione infedele per plusvalenze e imposte non versate su diversi trasferimenti

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 23:55

Rischio maxi-stangata causa plusvalenze per la Roma. Il club giallorossa è finita sotto inchiesta per evasione presunta su diverse operazioni di calciomercato e potrebbe arrivare a pagare fino a 34 milioni di euro di multa. La Guardia di Finanza ha chiuso le indagini dopo aver passato al setaccio i bilanci della società dal 2016 al 2021, presentando alla proprietà della famiglia Friedkin una contestazione amministrativa per “dichiarazione infedele”.

L’indagine

Secondo le ipotesi formulate dal nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, la società giallorossa avrebbe aggiustato il proprio bilancio nel periodo preso in esame tramite permute mascherate da compravendite reciproche e il ricorso in modo eccessivo alle svalutazioni.

Per la Guardia di Finanza la somma di queste due operazioni contabili avrebbe prodotto “maggiori costi non deducibili” per la Roma pari a circa 80 milioni di euro, somma sulla quale il club avrebbe omesso di pagare l’Ires per un ammontare di 19 milioni.

Da quanto riportato da Repubblica, la prima circostanza comprenderebbe sei operazioni, tra cui la più nota sarebbe lo scambio tra il difensore Luca Pellegrini all’epoca alla Juventus, e il laterale Leonardo Spinazzola, poi passato alla Roma.

La seconda tipologia di trasferimenti contestati alla società capitolina riguarderebbe invece il presunto deprezzamento del valore di otto calciatori: Diawara, Pedro, Pastore, Nzonzi, Dzeko, Perotti, Leandro Castan e H’maidat.

La multa

Come previsto dalla legge, le società in perdita, come risultava la Roma dal 2016 al 2021, non pagano le imposte sui redditi fino a quando i bilanci non ritornano in attivo, ma sono tenute a saldare le sanzioni amministrative collegate all’Ires.

Considerato che le sanzioni vanno dal 90% al massimo del 180% delle imposte dovute, la società giallorossa, se dovesse risultare colpevole, dovrebbe versare al Fisco una multa per un importo compreso da un minimo di 17 milioni fino a 34 milioni.

La proprietà Friedkin avrebbe potuto ottenere uno sconto fino a un sesto della sanzione, se avesse accettato le conclusioni delle indagini al momento della presentazione del verbale di constatazione dalla Guardia di Finanza negli uffici di Trigoria.

Il club ha però deciso di respingere gli addebiti, ritenendo di poter dimostrare la regolarità delle proprie operazioni. “In relazione alle notizie apparse in merito al processo verbale della Guardia di Finanza – ha replicato la Roma in una nota – la Società ritiene si tratti di rilievi infondati, con riguardo ai quali intende far emergere la correttezza del proprio operato presso le competenti sedi, fermo restando che, anche ove i rilievi fossero accolti, il carico impositivo massimo non supererebbe comunque i 2 milioni di euro circa”.

A decidere sarà adesso l’Agenzia delle Entrate, chiamata ad effettuare ulteriori sulla vicenda prima del 31 dicembre 2024, data in cui andrebbero in prescrizione le prime contestazioni.

Se i funzionari del Fisco dovessero avvalorare quanto ricostruito nelle indagini della Guardia di Finanza, ipotesi più probabile, la Roma potrebbe ancora ricorrere alla conciliazione e ottenere uno sconto massimo pari a un terzo delle sanzioni amministrative. Oppure potrebbe decidere di proseguire il contenzioso con l’Erario, portando la vicenda di fronte alla Corte di giustizia tributaria.