Il nuovo stadio di San Siro porta la firma di Foster+Partners. Dopo mesi di valutazioni e indiscrezioni, la scelta di Inter e Milan si è indirizzata verso il celebre studio londinese, in partnership con lo studio statunitense Manica. L’accordo è ormai in fase di definizione e punta a una struttura innovativa che potrebbe vedere la luce entro il 2030-2031. Il nuovo impianto sorgerà nelle immediate vicinanze dell’attuale Giuseppe Meazza, mantenendo così la storicità dell’area e il forte legame con il quartiere.
Si parla di una capienza di circa 71.500 posti, con spazi pensati non solo per le partite ma per eventi e attività 365 giorni l’anno, seguendo il modello dei grandi stadi internazionali.
L’operazione si inserisce in un contesto di forte rinnovamento urbanistico dell’area e punta a trasformare il nuovo San Siro in un hub polifunzionale, commerciale e sportivo, superando il concetto tradizionale di stadio come semplice contenitore per eventi sportivi.
San Siro secondo Foster+Partners: trasparenza, leggerezza e sostenibilità
Come ha raccontato Norman Foster in un’intervista a Domus, il loro approccio si basa su quattro parole chiave: tecnologia, trasparenza, leggerezza e sostenibilità. Non stupirebbe, quindi, che la proposta per il nuovo San Siro potrebbe prevedere ampie superfici vetrate, un tetto scenografico leggero ma funzionale e l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale.
Foster+Partners adotta spesso un approccio che supera la funzione strettamente sportiva, trasformando gli stadi in vere e proprie “piazze urbane”, aperte a eventi, spettacoli e attività culturali durante tutto l’anno. Un modello che potrebbe trovare applicazione anche nel nuovo San Siro.
Dettagli | |
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Committenti | AC Milan e FC Internazionale Milano |
Studi | Foster+Partners (UK) in partnership con Manica Architecture (USA) |
Localizzazione | Milano, area San Siro (adiacente all’attuale Giuseppe Meazza) |
Capienza | Circa 71.500 posti |
Funzioni | – Eventi calcistici (Serie A, coppe nazionali e internazionali) – Concerti, eventi corporate e congressuali – Ristoranti, negozi, spazi commerciali – Aree verdi, piazze pubbliche, spazi polivalenti- Centro sportivo e di intrattenimento 365 giorni l’anno |
Tempistiche | – Inizio lavori: da definire (attese autorizzazioni urbanistiche e ambientali) – Completamento stimato: tra 2030 e 2031 |
Possibili caratteristiche | – Ampio uso di superfici vetrate e trasparenze – Copertura leggera con elementi fotovoltaici – Sistemi di ventilazione e raffreddamento naturali – Raccolta e riutilizzo delle acque piovane – Integrazione paesaggistica urbana e accessibilità trasporti pubblici |
Sul piano del design, Foster+Partners porterà l’esperienza maturata in progetti iconici come il nuovo Apple Park. La copertura potrebbe integrare elementi fotovoltaici, sistemi di ventilazione naturale e dispositivi per la raccolta dell’acqua piovana, in linea con la filosofia “high-tech green” che caratterizza lo studio sin dagli anni ‘80.
Gli stadi firmati Foster+Partners: un’esperienza internazionale
Nonostante il nome globale dello studio, quello del nuovo San Siro rappresenta solo il terzo stadio realizzato direttamente da Foster+Partners. I due precedenti, però, sono tra i più importanti al mondo.
Nel 2007 lo studio ha firmato, in collaborazione con Populous, la ricostruzione completa del Wembley Stadium di Londra. Iconico per il suo gigantesco arco in acciaio di 134 metri, Wembley è oggi uno dei templi mondiali dello sport e dell’intrattenimento, con 90.000 posti e una copertura integrale.
Nel 2010 Foster+Partners ha poi progettato il Lusail Iconic Stadium in Qatar, realizzato per la Coppa del Mondo FIFA 2022. Con una capienza di 80.000 posti, il Lusail è un esempio di ingegneria climatica avanzata: sistema di raffreddamento esterno, facciata ad alta efficienza energetica e utilizzo estensivo di materiali sostenibili.
Il nuovo progetto milanese completerà quindi una triade d’élite, dimostrando come lo studio britannico si muova selettivamente nel settore sportivo, scegliendo progetti capaci di avere una valenza urbana e simbolica oltre che sportiva.
Gli stadi di oggi? Città nella città: il modello polifunzionale
Foster+Partners applica al mondo degli stadi una filosofia maturata in anni di progettazione di spazi per eventi polifunzionali in tutto il mondo. Il concetto è sempre lo stesso: creare luoghi che possano vivere anche senza la partita.
In Scozia, ad esempio, ha progettato il SEC Armadillo e l’arena OVO Hydro di Glasgow, due complessi per concerti e congressi capaci di ospitare rispettivamente 3.000 e oltre 13.000 spettatori. In Inghilterra il Sage Gateshead è un centro musicale e didattico tra i più innovativi, mentre in Francia, con lo Zénith de Saint-Étienne, Foster+Partners ha realizzato un auditorium modulare da 1.100 a 7.200 posti.
Tutti questi spazi nascono con la stessa logica che oggi guida la nuova generazione di stadi: essere piattaforme per spettacoli, congressi, attività commerciali, ristorazione e aggregazione culturale. Non più solo sport, ma centri urbani attrattivi e vivi durante tutto l’arco dell’anno.
Ed è proprio questa la sfida che si prepara a vivere il nuovo San Siro: non essere semplicemente uno stadio, ma diventare un grande progetto urbano, firmato da uno degli studi di architettura più influenti del mondo. E, come già accaduto per Wembley e Lusail, promette di essere molto più di un luogo dove giocare a calcio: sarà un nuovo pezzo di città.
I progetti italiani di Foster+Partners
Il nuovo San Siro non sarà il debutto italiano per Foster+Partners. Lo studio ha già firmato alcuni progetti iconici nel nostro Paese.
A Torino ha progettato il Campus Luigi Einaudi, uno dei campus universitari più all’avanguardia in Italia, con il caratteristico tetto ad ala che sovrasta le facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche.
A Milano ha realizzato lo spettacolare Apple Store in Piazza Liberty, con la fontana trasparente divenuta ormai landmark urbano. Sempre per Apple, a Roma ha curato il restauro di Palazzo Marignoli, trasformato in flagship store preservando affreschi ottocenteschi e graffiti d’epoca.
In Toscana, infine, ha progettato gli spazi di Zita Restaurant e la Monteverdi Art Gallery, raffinati interventi di dialogo tra architettura contemporanea e paesaggio storico.