Betsson è il nuovo main sponsor dell’Inter: 30 milioni dalle scommesse

L'Inter ha un nuovo main sponsor: Bettson, una società di scommesse che pagherà 30 milioni a stagione

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’Inter ha ufficializzato una partnership con il sito Betsson.sport, che sarà il nuovo main sponsor della società campione d’Italia. Il logo dell’azienda comparirà sul petto dei giocatori e sarà del tutto simile a quello della società di scommesse sportive e di casinò online che già opera in Italia. La società milanese guadagnerà 30 milioni di euro per la prossima stagione, il doppio del precedente accordo stilato con Paramount+.

In teoria le pubblicità di scommesse sportive e di gioco d’azzardo sono vietate in Italia. Soprattutto nello sport però, questa norma, inserita nel Decreto dignità del 2019, viene spesso aggirata. Betsson.sport non presenta infatti nessun riferimento alle scommesse, sportive o di altro tipo, pur essendo di proprietà della stessa società che gestisce StarCasinò in Italia.

La situazione di aggiramento della norma è diventata talmente sistematica che il ministro dello Sport Andrea Abodi ha accennato alla possibilità che questo tipo di pubblicità possa tornare presto ad essere del tutto legale. Alcuni studi hanno però dimostrato che proprio gli annunci di siti e piattaforme di scommesse hanno un effetto deleterio sulle ludopatie, soprattutto per gli utenti più giovani.

Betsson.sport è il nuovo main sponsor dell’Inter: quanto guadagnerà la società

L’Inter, squadra che ha vinto l’ultimo campionato di Serie A, ha trovato un accordo con il sito internet Betsson.sport, che diventerà il suo nuovo main sponsor. Il logo arancione del sito comparirà sulle magliette dei calciatori durante la prossima stagione, all’altezza del petto. La società milanese otterrà da questo accordo 30 milioni di euro a stagione fino al 2028 stando a quanto riportato da alcune indiscrezioni di stampa. Circa il doppio dell’accordo precedente, firmato con Paramount+, che ne portava circa 15 milioni di euro.

Negli ultimi anni l’Inter, nonostante i successi sportivi, ha avuto diverse difficoltà per quanto riguarda il main sponsor. Aveva siglato nel 2022 un accordo con la società di criptovalute Digitalbits, che è poi però incorsa in difficoltà finanziarie. L’impossibilità di pagare la somma pattuita, in tutto 85 milioni di euro, ha portato all’interruzione della partnership e alla conseguente sostituzione in corsa con Paramount+.

Ora la situazione sembra essere tornata alla normalità: “Betsson Sport ha scelto di legarsi ai nerazzurri riconoscendosi nei valori di ambizione e dedizione instancabile che caratterizzano l’Inter sia dentro che fuori dal campo. Il percorso di crescita del brand, testimoniato dai successi delle ultime stagioni, è culminato con la vittoria dello Scudetto 2023-2024 […]. La passione dei nerazzurri renderà ogni vittoria una testimonianza della determinazione e della visione a lungo termine che Betsson Sport ha nel sostenere lo sport in tutta Italia, sia dentro che fuori dal campo” recita i comunicato della società nerazzurra.

Il comunicato stesso però non chiarisce appieno quale sia il business che permette a Betsson.sport di pagare 30 milioni di euro all’anno per comparire sulle maglie della squadra campione d’Italia. Se si digita il nome completo dello sponsor su un motore di ricerca, si viene diretti a un sito in cui compare un video con protagonista Francesco Totti, il logo dell’Inter e una breve spiegazione: “Betsson Sport vuole dare visibilità a tutte le realtà sportive italiane, indipendentemente dal tipo di sport, dalla categoria, dal genere e dalle disabilità. Si tratta di un progetto di inclusione a 360 gradi per dimostrare quanto la passione per lo sport unisca, nonostante le diversità”.

Se però si toglie il particolare dominio .sport e si digita semplicemente Betsson, diventa molto più chiara quale sia l’attività del gruppo. Si tratta di una società di scommesse sportive e casinò online, quotata in borsa in Svezia, con sede a Malta. Il nome può non dire molto al pubblico italiano, ma i suoi prodotti sono già presenti sul mercato del nostro Paese da anni.

Tutti gli affari di Betsson: da StarCasinò alle scommesse sportive

Betsson è una società storica. Nasce nel 1963 come fornitore di slot machine ai ristoranti nel suo Paese di origine, la Svezia. Il salto di qualità arriva però alla fine degli anni ’90, quando l’azienda, che ai tempi si chiama ancora Cherry, acquista Net Entertainment. L’obiettivo è quello di buttarsi in un nuovo mercato: quello del gioco online. Un piano che richiede però tempo e l’acquisizione di una licenza maltese, dove ha sede la sezione dedicata all’azzardo su internet del gruppo.

Da qui comincia l’espansione del gruppo in tutto il mondo. Europa, partendo dal nord per poi espandersi fino in Italia e a oriente e America del Sud sono i mercati principali dell’azineda, che nel 2023 ha fatto segnare un fatturato di 948 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto all’anno precedente, e un utile di 173 milioni, anche quello in netto aumento sul 2022, di quasi 60 milioni di euro.

L’esordio del brand Betsson in Italia è molto recente. Risale infatti a marzo 2024 la prima apparizione dei sito con un dominio del nostro Paese. La società però era già presente da anni in Italia con uno dei marchi più riconoscibili del gioco online: StarCasinò. L’Inter non è l’unica squadra di calcio che Betsson sponsorizza. Il suo logo compare sulle maglie dell’Atletico National, la più grande squadra del campionato colombiano. La società ha accordi con il Boca Juniors in Argentina e la coppa nazionale greca porta il suo nome per ragioni di sponsorizzazione dal 2024.

La legge sulla pubblicità al gioco d’azzardo: perché non viene rispettata

Il logo che comparirà sulle maglie dell’Inter sarà però leggermente diverso da quello dell’Atletico National. Sul petto dei nerazzurri campeggerà infatti un chiaro Betsson.sport, non un sito di scommesse ma di promozione dello sport. La ragione di questo dettaglio è che in Italia è vietata la pubblicità al gioco d’azzardo. L’articolo che proibisce questo tipo di attività è il cosiddetto Decreto dignità, tecnicamente decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87e convertito dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96.

Passato dal primo governo Conte, quello sostenuto dalla Lega, questa legge prevede al suo articolo 9 che “Ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto del disturbo da gioco d’azzardo” sia vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa ai giochi o alle scommesse con vincite in denaro e al gioco d’azzardo.

Ai tempi dell’approvazione del Decreto dignità il business del gioco d’azzardo portava nel calcio italiano, tramite le sponsorizzazioni, quasi 150 milioni di euro ogni anno. Dal 2019 le squadre e la stessa Serie A hanno tentato di sostituire le aziende di scommesse con altre fonti di denaro proveniente dagli annunci e dagli sponsor. Le nuove realtà erano legate soprattutto al mondo delle criptovalute ma, in alcuni casi come quello dell’Inter, non si sono rivelate affidabili.

Con il passare degli anni però, le pubblicità di scommesse sono lentamente tornate nel calcio. Prima in televisione, con i siti di comparazione di quote, poi negli stadi, sui tabelloni, con siti internet di news sportive che portavano il nome di grandi società di scommesse. Dal 2024 torneranno anche sulle maglie delle squadre. Tutto legale, secondo Agcom, l’Autorità statale per le comunicazioni che applica la legge sulle pubblicità del gioco d’azzardo e che da tempo segnala la facilità con cui la norma viene aggirata.

“Già dalle prime istruttorie in tema di divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, l’Autorità ha stabilito che la normativa non è violata se non c’è alcun riferimento al gioco ai sensi delle linee guida, nel sito di informazione non figurano elementi, loghi e grafiche che possono configurare una pubblicità indiretta del relativo bookmaker e spingere in qualche modo l’utente a giocare” ha dichiarato Massimiliano Capitanio, commissario dell’Agcom, al sito Eurosport a marzo, quando l’Autorità aveva approvato l’eventuale sponsorizzazione di Betsson per l’Inter.

“Già nel 2019, l’Autorità ha sottoposto al Governo una segnalazione in cui evidenziava alcuni aspetti problematici della norma e auspicava un intervento di riforma della materia. Ritengo che quelle valutazioni siano ancora condivisibili soprattutto per quanto riguarda la poca proporzionalità del sistema sanzionatorio che limita molto il potere dell’Autorità nel modulare il ‘peso’ della sanzione visto che il minimo comminabile è uguale per tutti ed è un valore molto alto. Parliamo di 50.000″ aveva poi aggiunto.

Le dichiarazioni del ministro Abodi e i rischi della pubblicità al gioco d’azzardo

Anche le autorità riconoscono la facilità con cui viene aggirata la legge contro le pubblicità di scommesse e gioco d’azzardo, soprattutto in ambito calcistico. Proprio il ministro dello Sport Andrea Abodi, fin da quando ha ricevuto l’incarico nel 2022, ha espresso la volontà di revocare il divieto:

È prioritario riconoscere diritti, e non solo oneri, a chi organizza eventi sui quali si scommette. È un percorso che porto avanti rispettosamente all’interno del governo e che spero di chiudere nell’arco di qualche mese. Il tema dellesponsorizzazioni e della pubblicità è più articolato. Include anche il contrasto alla ludopatia e la promozione del gioco legale, quindi tracciabilità e limiti di spesa” aveva dichiarato il ministro durante un evento della Confedereazione europea di Scherma a Parigi, nel 2023.

“Presenterò un’ipotesi che faccia emergere tale differenza e valorizzi un comparto sul quale lo Stato fa leva: le concessioni inducono un ritorno economico, quindi è opportuno che si distingua il gioco lecito da quello illegale” aveva poi aggiunto. Da allora però nulla si è concretamente mosso e al momento rimane in vigore il decreto dignità, pur applicato in maniera non sempre severa.

La letteratura scientifica però ha più volte evidenziato come una maggiore esposizione alle pubblicità legate al gioco d’azzardo e alle scommesse aumenti, soprattutto nei bambini e nei giovani, il rischio di sviluppare ludopatie. Uno studio del 2023 comparso sulla rivista scientifica specializzata Journal of Public Health,  ha preso in analisi oltre mille altri paper pubblicati negli anni sull’argomento arrivando proprio a queste conclusioni.