L’Italia, negli ultimi 53 anni, è stata colpita da terremoti di magnitudo elevata, che hanno causato migliaia di morti e provocato danni milionari. Il fatto che dalla fine degli anni Sessanta le conseguenze siano sempre state drammatiche da entrambi punti di vista spinge a formulare una duplice domanda: quanto ci sono costati i terremoti e quanto avremmo potuto risparmiare con la prevenzione?
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Terremoti, quanto ci sono costati e quanto avremmo risparmiato con la prevenzione
La domanda se l’è posta True Numbers, che ha raccolto i dati dal terremoto del Belice, nel 1968, e quello di Amatrice e del Centro Italia, nel 2016. In mezzo, quelli del Friuli (1976), Irpinia (1980), Umbria–Marche (1997), San Giuliano (2002), Abruzzo (2009), Emilia–Romagna (2012).
Il più drammatico è stato quello del 1980, in Irpinia, il 23 novembre 1980. Con una magnitudo del 6.9 portò alla morte di oltre 2.500 persone e di circa 300 mila senzatetto. Si tratta del terremoto che è costato di più all’Italia. Non c’è un dato ufficiale unico, perché alle spese dello Stato vanno aggiunti i fondi europei per la ricostruzione.
Complessivamente, però, gli otto terremoto citati hanno richiesto una spesa di circa 125 miliardi di euro, sino ad oggi. Così divisa (si tratta di stime):
- Belice (1968): 8,4 miliardi di euro;
- Friuli (1976): 17 miliardi di euro;
- Irpinia (1980): 47,5 miliardi di euro;
- Umbria–Marche (1997): 12,3 miliardi di euro;
- San Giuliano (2002): 1,3 miliardi di euro;
- Abruzzo (2009): 17,5 miliardi di euro;
- Emilia–Romagna (2012): 8,2 miliardi di euro;
- Centro Italia (2016): 13,2 miliari di euro.
Le proroghe stabilite nel decreto Agosto (2020)
Nel corso della XVIII legislatura, il Parlamento ha adottato degli interventi per aiutare le popolazioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessate dal sisma nel Centro Italia, nel 2016, ma anche in catastrofi successive a quell’anno. L’articolo 57 del decreto Agosto ha prorogato fino al 31 dicembre lo stato di emergenza e la gestione straordinaria dell’emergenza stessa. Il decreto Fondo complementare, 59/2021, prevede poi interventi per le aree coinvolte anche dal terremoto del 2009.
Dal punto di vista dei fondi stanziati, ecco quelli previsti anno per anno:
- 2021: 220 milioni di euro;
- 2022: 720 milioni di euro;
- 2023: 320 milioni di euro;
- 2024: 280 milioni di euro;
- 2025: 160 milioni di euro;
- 2026: 80 milioni di euro.
Dal punto di vista delle proroghe e delle sospensioni, invece:
- proroga fino al 31 dicembre 2021 dello stato di emergenza dichiarato per il sisma del 2016 e 2017 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria);
- proroga fino al 31 dicembre 2021 dello stato di emergenza del terremoto avvenuto in Sicilia nella provincia di Catania nel 2018;
- proroga o il rinnovo, fino al 2021 dei contratti stipulati dai comuni del cratere sismico al fine di completare le attività per la fase di ricostruzione del tessuto urbano, sociale e occupazionale dei territori colpiti dal sisma del 2009 in Abruzzo;
- proroga fino al 31 dicembre 2021 dei contratti a tempo determinato degli uffici speciali per la ricostruzione (L’Aquila);
- proroga fino al 2021 dell’autorizzazione ai Commissari delegati delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, di assumere con contratto di lavoro flessibile nei territori colpiti dal sisma del 2012;
- proroga fino al 31 dicembre 2021 della possibilità, per i commissari, di pagare straordinari al personale in servizio presso gli enti dei territori colpiti dal terremoto del 2012;
- proroga della Convenzione con Fintecna, per di assicurare a Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, il supporto necessario per le attività tecnico-ingegneristiche nei territori colpiti dal sisma del 2012;
- proroga all’anno 2022 della sospensione del pagamento delle rate dei mutui concessi agli enti locali dalla Cassa depositi e prestiti per il sisma del 2012.
E ancora:
- sospesi i termini per la notifica di cartelle di pagamento e per la riscossione di somme dovute a enti creditori nei comuni colpiti fino al 31 dicembre 2021.