Il Papa taglia gli stipendi ai cardinali: quanto guadagnano e cosa cambia

Papa Francesco taglia gli stipendi ai dipendenti della Santa Sede a causa delle perdite nella casse vaticane subite con il Covid, ma non tutti saranno interessati da questo cambiamento

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Papa Francesco ha deciso, con un motu proprio, di tagliare a tempo indefinitio gli stipendi dei cardinali, dei capi dicastero, dei segretari, dei sacerdoti e di religiosi e religiose in servizio presso la Santa Sede, il Governatorato e altri enti collegati. Tutti i dipendenti vedranno inoltre bloccato lo scatto di anzianità fino al 2023, fatta eccezione per i laici dal primo al terzo livello. Un futuro sotenibile economicamente, come ha sottolineato Jorge Bergoglio nel documento, richiede di adottare misure riguardanti le “retribuzioni del personale”.

Perché Papa Francesco ha tagliato gli stipendi ai dipendenti

La decisione è stata presa secondo criteri di “proporzionalità” e “progressività“, con ritocchi che riguarando in particolare i chierici, i religiosi e i livelli gerarchici più alti. L’intervento mira a limitare il disavanzo che da anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede, aggravato ulteriormente dalla pandemia di Covid 19. L’emergenza sanitaria ha infatti “inciso negativamente” su tutte le fonti di ricavo del Vaticano.

A quanto ammonta il taglio degli stipendi in Vaticano

Le decurtazioni decise nel motu proprio da Papa Francesco sono le seguenti.

  • Cardinali e superiori: taglio dello stipendio del 10%.
  • Capi dicastero e segretari (inquadrati nei livelli retributivi C e C1): taglio dello stipendio dell’8%.
  • Sacerdoti, religiosi e religiose in servizio presso la Santa Sede: taglio dello stipendio del 3%.

Il taglio degli stipendi a cardinali e superiori arriverà dal 1° aprile 2021. I tagli non si applicano in casi eccezionali collegati alle spese per la salute. Il blocco degli scatti biennali tra il 1° aprile 2021 e il 31 marzo 2023 riguarda tutto il personale ecclesiastico, mentre per il personale laico riguarda solo i dipendenti dal quarto livello in su e dunque non toccherà gli stipendi più bassi.

Oltre alla Città del Vaticano e alla Santa Sede, le disposizioni sono valide anche per il Vicariato di Roma, i Capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, la Fabbrica di San Pietro e la Basilica di San Paolo fuori le mura.

Il Papa taglia gli stipendi ai cardinali, ma non a tutti

I circa 220 cardinali e vescovi che operano nelle diocesi italiane dipendono dall’Istituto di sostentamento del Clero, e guadagnano, al netto, tra i 1.300 e i 1.400 euro al mese, più eventuali entrate dall’insegnamento. Questi stipendi non sono toccati dalla scure papale. Sono infatti i porporati della Curia romana a essere interessati dal taglio.

Per i prelati della Santa Sede la retribuzione si aggira intorno ai 5 mila o 5.500 euro. Dal 1° aprile, quando entrerà in vigore il motu proprio di Papa Francesco, quelle cifre verranno decurtate del 10%. I cardinali guadagneranno quindi tra i 4.500 e i 5 mila euro.