Bonus ristrutturazione, come funziona nel 2023: i lavori ammessi

Anche nel 2023 i contribuenti avranno la possibilità di ristrutturare la propria casa con l'agevolazione fiscale pari al 50 per cento della spesa fino al tetto massimo stabilito

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Tra i bonus in vigore nel 2023 c’è anche quello dedicato alla ristrutturazione edilizia. L’agevolazione, valida fino al 2024, era stata prevista dalla Legge di Bilancio 2022. Non essendoci state novità in merito nella prima Manovra del governo Meloni il meccanismo di funzionamento resta lo stesso, quindi anche l’aliquota di detrazione fiscale e i lavori consentiti. Vediamo nel dettaglio come e cosa può fare chi ha intenzione di riqualificare la propria casa o il condominio nel corso dell’anno.

Come funziona il bonus ristrutturazione

Il contributo edilizio permette di accedere a chi realizza lavori in casa a una detrazione fiscale pari al 50 per cento della spesa sostenuta, fino a un massimo di 96.000 euro. Inizialmente l’agevolazione era pari al 36 per cento fino a 48.000 euro, successivamente sono stati aumentati sia la percentuale che i limiti di spesa.

Le regole sono presenti nella guida pubblicata sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Anche nel 2023 resta valida la possibilità di usufruire del bonus in tre modalità:

  • detrazione;
  • cessione del credito a terzi;
  • sconto in fattura.

Come ottenere l’agevolazione fiscale

La modalità ordinaria per ottenere il bonus ristrutturazione rimane quella della detrazione, ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Il rimborso della metà delle spese sostenute, o di una sola parte in caso di superamento del limite stabilito, deve avvenire in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, o con il 730 o con il modello Redditi Persone Fisiche.

La data di riferimento da non trascurare è quella del 16 marzo dell’anno successivo a quello dello svolgimento dei lavori e del sostenimento delle spese. Quindi:

  • per le spese sostenute nel 2022 la scadenza per l’invio della comunicazione è fissato al 16 marzo 2023;
  • per le spese sostenute nel 2023 il termine è stabilito al 16 marzo 2024.

Ma come detto, oltre alla detrazione i contribuenti possono scegliere di usufruire anche della cessione del credito o dello sconto in fattura. In questi casi resta l’obbligo del visto di conformità e dell’attestazione di congruità dei prezzi. La comunicazione all’Agenzia delle Entrate deve essere effettuata esclusivamente dal professionista che ha apposto il visto di conformità, ossia colui che ha effettuato il controllo documentale relativo a tutti i requisiti per l’agevolazione.

In generale, per quanto riguarda la documentazione da conservare, su richiesta può essere necessario presentare:

  • la domanda di accatastamento;
  • le ricevute di pagamento dell’imposta comunale Ici/Imu;
  • la delibera dell’assemblea per l’esecuzione dei lavori (per le parti comuni degli edifici residenziali) e la tabella della ripartizione delle spese;
  • la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori;
  • le concessioni, le autorizzazioni o la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà indicante la data di inizio dei lavori e la compatibilità con le spese ammesse.

A chi spetta il bonus ristrutturazione

Anche in merito ai soggetti che possono beneficiare del bonus ristrutturazione non vi sono cambiamenti: l’agevolazione edilizia può essere richiesta da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, che siano residenti o no in Italia. Nel dettaglio, hanno diritto alla detrazione del 50 per cento sulle spese per i lavori:

  • i proprietari o i nudi proprietari;
  • i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • i locatari e comodatari;
  • i soci di cooperative;
  • gli imprenditori individuali (per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce);
  • coloro che producono redditi in forma associata (anche in questo caso per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce).

Possono comunque avere accesso al bonus anche i futuri proprietari dell’abitazione oggetto della riqualificazione, purché siano in possesso dell’immobile, eseguano i lavori a proprio carico e abbiano registrato il compromesso.

Quali lavori sono ammessi

Ricapitolando, fino al 31 dicembre del 2024 i contribuenti potranno portare in detrazione fiscale le spese sostenute per i lavori di riqualificazione edilizia e manutenzione straordinaria e ordinaria, su un tetto massimo pari a 96.000 euro di spesa. Ma quali sono gli interventi che danno diritto a ottenere il credito d’imposta? Per accedere all’agevolazione del 50 per cento occorre eseguire tutto ciò che rientra nel seguente elenco:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini: gli interventi sono indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001;
  • lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze: gli interventi sono elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001.

Facendo qualche esempio pratico, tra i lavori rientranti nella categoria di riqualificazione troviamo:

  • l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • la realizzazione e il miglioramento dei servizi igienici;
  • la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande;
  • il rifacimento o costruzione di scale e rampe;
  • gli interventi finalizzati al risparmio energetico;
  • gli interventi di bonifica dall’amianto;
  • le opere per evitare infortuni domestici e l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici;
  • l’installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
  • la recinzione dell’area privata.

Conseguentemente, è possibile accedere al bonus ristrutturazione anche effettuando lavori di manutenzione ordinaria come l’adeguamento delle altezze dei solai e l’apertura di nuove finestre, così come la realizzazione dei bagni in caso di ampliamento rispetto al volume precedente all’intervento. Per quanto riguarda tutti i lavori che comportano un risparmio energetico, tra i vari adempimenti è obbligatorio presentare la comunicazione all’Enea entro 90 giorni dalla data di conclusione degli interventi.

Ricordiamo poi che è possibile accedere al bonus ristrutturazione anche per gli interventi che vengono eseguiti in proprio. In questo caso, secondo quanto stabilito dalla normativa, si ha il diritto alla detrazione del 50 per cento delle spese relative all’acquisto dei materiali utilizzati.

Qui abbiamo parlato della direttiva green che impone la ristrutturazione delle abitazioni con basse classi energetiche.