I dati Covid in questa fase fotografano una situazione piuttosto chiara: mentre in tutte le fasce della popolazione i nuovi contagi sono in diminuzione grazie ai vaccini, diverso è per i bambini, in particolare per quella fascia ancora scarsamente vaccinata o non vaccinata del tutto.
Stiamo parlando dei bambini tra i 5 e gli 11 anni – solo 1 su 5 ad oggi si è già sottoposto a vaccinazione – e dei più piccoli per cui non c’è ancora il via libera al vaccino: per loro, il Covid è ancora in aumento, complice la grande diffusività della variante Omicron.
Tantissimi bambini hanno contratto il Covid nelle settimane a cavallo del Natale, e non hanno fatto in tempo a sottoporsi alla prima dose. Oppure, si sono contagiati tra la prima e la seconda dose. Oppure, ancora, hanno preso il Covid mesi fa.
Indice
Vaccino ai bambini dopo l’infezione: quando farlo
Che succede se un bambino risulta positivo al Sars-CoV-2 subito dopo aver effettuato la prima dose di vaccino? E se invece la positività viene riscontrata 14 giorni dopo l’inoculazione? E se, ancora, per ragazzi sopra ai 12 anni, si viene infettati dal virus prima di effettuare la dose di richiamo? E dopo quanto tempo può vaccinarsi un bambino che ha contratto il Covid? Cosa fare in tutti questi casi rispetto al vaccino? Devono farlo comunque? E quando?
A questa fondamentale domanda ha risposto Guido Castelli Gattinara, Presidente di SITIP, che ha spiegato chiaramente che anche i bambini che hanno contratto il Covid devono vaccinarsi. Questo perché è stato dimostrato che l’immunità generata dalla malattia dopo l’infezione non è sufficientemente alta da proteggere i bambini per un periodo sufficientemente lungo.
Negli studi che sono stati effettuati negli adulti si è visto che dopo la vaccinazione l’immunità raggiunge livelli molto più alti e che la risposta immunitaria è molto più protettiva. Tanto è vero che ci sono studi scientifici che hanno dimostrato come i soggetti vaccinati si infettano di meno dopo una prima infezione rispetto a quelli che invece hanno solo avuto l’infezione.
La risposta anticorpale viene poi potenziata dalla vaccinazione, innescando una sorta di “super” immunità: ecco perché anche i bambini si devono vaccinare dopo l’infezione da Covid.
Cosa dice il vademecum della Società Italiana di Pediatria: i 4 scenari
Ma quali regole seguire? Quanto aspettare? In proposito c’è molta confusione, cui finalmente la Società Italiana di Pediatria ha cercato di porre fine, spiegando in un utilissimo vademecum tutto ciò che c’è da sapere.
Iniziamo col dire che va sempre tenuta presente la regola generale che per i bambini sotto i 12 anni al momento non è prevista la dose di richiamo, cioè la terza dose booster. Il ciclo vaccinale per gli under 12 si ferma alle due dosi.
Il documento SIP prende in considerazione tutte le possibili variabili. Vediamole caso per caso.
Scenario 1
La prima situazione è quella classica, relativa allo schema vaccinale completo. Se il bambino non ha mai contratto il Covid:
- prima dose
- seconda dose dopo 21 giorni con vaccino Pfizer, o dopo 28 con vaccino Moderna
- terza dose di richiamo (booster) dopo 4 mesi ma solo per gli over 12.
Scenario 2
Cosa succede invece se un bambino ha avuto il Covid?
- prima dose dopo il 3° mese dal Covid e non oltre il 12°
- niente seconda dose
- dopo 4 mesi, ma solo per gli over 12, dose di richiamo
- se invece sono trascorsi più di 12 mesi dall’infezione Covid, allora si segue lo schema vaccinale classico: prima dose, seconda dopo 21 giorni con Pfizer o 28 con Moderna e richiamo (solo per over 12) dopo 4 mesi.
Scenario 3
Se l’infezione viene contratta dopo aver effettuato la prima dose di vaccino? In questo caso le possibilità sono due:
- se si risulta positivi entro il 13esimo giorno dalla prima dose di vaccino, la seconda dose viene fatta entro 6 mesi dall’infezione e la dose di richiamo, per gli over 12, può essere fatta dopo 4 mesi
- se si risulta positivi dopo 14 giorni dalla prima dose, la seconda può essere fatta normalmente dopo 21 giorni. La terza dose di richiamo, sempre per gli over 12, potrà poi essere fatta dopo 4 mesi.
Scenario 4
L’ultimo scenario è quello in cui si contrae il virus dopo aver effettuato entrambe le dosi di vaccino ma prima di effettuare il richiamo. In questo caso cosa succede?
- la terza dose booster, sempre e solo per quanto riguarda i soggetti di età superiore ai 12 anni, viene fatto dopo 4 mesi.
Vaccino ai bambini con allergie? Cosa sapere
Ricordiamo, come precisato ancora dalla SIP, che anche tutti i bambini con allergie possono essere vaccinati. I pazienti con pregresse reazioni anafilattiche devono rimanere in osservazione 60 minuti. I pazienti con allergie note ai componenti del vaccino dovrebbero consultarsi con un allergologo ed effettuare la vaccinazione in ambiente protetto.
Il vaccino non contiene lattice o proteine dell’uovo, quindi la vaccinazione non è controindicata in soggetti con queste allergie.
I soggetti con asma (sia allergico sia non allergico) grave non controllato con la terapia dovrebbero rimandare la vaccinazione fino a quando l’asma non sia adeguatamente controllata. I pazienti con asma allergico grave ben controllato possono comunque essere sottoposti alla vaccinazione, ma devono rimanere in osservazione per 60 minuti.
Tutti i pazienti con storia di reazioni allergiche minori a farmaci, alimenti, inalanti o altre sostanze possono effettuare la vaccinazione rimanendo in osservazione per 15 minuti.
I pazienti con allergia nota, ossia documentata, a uno degli eccipienti del vaccino devono effettuare consulenza allergologica e il vaccino deve essere somministrato in ambiente protetto: questo è l’unico caso in cui sia indicata la vaccinazione in ambiente protetto.
Tutti i pazienti, eccetto quelli con allergie note ai componenti del vaccino, possono essere vaccinati nei diversi setting (ad esempio studio mmg o pls, centro vaccinale, domicilio) purché si disponga di strumenti e mezzi adeguati per trattare l’emergenza.
Quant’è il rischio di shock anafilattico post vaccino
Va in ogni caso chiarito che l’incidenza di reazioni anafilattiche gravi dopo la vaccinazione con vaccino Pfizer è di 2,5-11 casi su 1 milione di dosi somministrate. I
l trattamento dello shock anafilattico prevede l’iniezione di adrenalina e successivamente il posizionamento di un catetere venoso periferico (agocannula) per la somministrazione di cortisone ed antistaminico, pertanto non è indicato il posizionamento in via preventiva di un agocannula anche nei soggetti con pregresso shock anafilattico.
I pediatri italiani spiegano che non è stato studiato l’effetto della somministrazione profilattica di antistaminici sulla risposta alla vaccinazione, mentre c’è la “certezza” che l’uso di steroidi prima della vaccinazione diminuisca la risposta immune al vaccino e quindi non è assolutamente indicata alcuna terapia profilattica anche nei soggetti predisposti a reazioni allergiche.
Dopo il vaccino via la mascherina?
Tantissimi genitori si chiedono se, dopo aver fatto il vaccino, i figli possano togliersi la mascherina e non indossarla più, se non a scuola, dove è obbligatoria. La risposta è no.
Come per gli adulti, anche per i più piccoli, nonostante la fondamentale protezione innescata dall’immunizzazione, è assolutamente fondamentale continuare a indossarla, anche all’aperto se in contatto con altri bambini o adulti.
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Per quel che riguarda invece i più piccoli, il consiglio è di far indossare ai bambini le mascherine Ffp2 almeno nei luoghi al chiuso affollati e dove è più frequente il contatto, proprio come a scuola.
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