La paura del Covid-19 è ormai alle spalle, ma quanto vissuto a cavallo tra il 2019 e il 2020 e soprattutto negli anni successivi, ha lasciato un chiaro segno, con quel piano pandemico che non era stato aggiornato da anni. Un piano per le emergenze che doveva essere ritoccato per farsi trovare pronti all’evenienza, ma non è stato così.
E anche se a oggi non c’è una vera e propria emergenza alle porte, il governo di centrodestra ha deciso di non attendere e di non farsi trovare impreparato mettendo a punto il nuovo piano pandemico 2024-2028.
Nuovo piano pandemico, arriva l’aggiornamento
L’ultima rinfrescata al piano pandemico, dopo le tante polemiche per quella mancata in passato, è quella del 2021-2023, con tecnici ed esperti che avevano inserito misure e linee guida da seguire simili a quello che era stato vissuto nei mesi d’emergenza Covid. E il nuovo documento, non è una sorpresa, non si discosta di tanto da quello.
L’aggiornamento, praticamente pronto, sarà girato alle Regioni e non si distanzia dal suo predecessore. Infatti, quando si tratta di seguire linee di prevenzione e risposta alle malattie non si fa politica, ma ci si basa su conoscenze acquisite nel tempo nel campo della prevenzione e della risposta alle patologie infettive. Motivo per il quale, seguendo anche le indicazioni di organismi internazionali come la stessa Oms, è servito soltanto ritoccare qualcosa per renderlo attuale.
Il documento contiene oltre 200 pagine che affrontano i vari aspetti della lotta a una nuova pandemia. Il nome scelto è quello di “Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028”.
Ma cosa contiene il piano aggiornato? Diversi gli scenari presi in considerazione e diverse le risposte da mettere in campo. Quelle che non vengono indicata, invece, sono le risorse per realizzarlo.
Cosa contiene il piano pandemico
Come detto, il piano aggiornato dal ministero della Salute contiene le stesse misure. adottate durante il Covid, ma con delle migliorie atte a non creare confusione o polemiche come successo.
Riguardo agli interventi non farmacologici, si spiega che “per le pandemie causate da un patogeno a trasmissione respiratoria, l’impegno della popolazione al rispetto delle misure di prevenzione contribuisce al successo della risposta alle emergenze” e gli interventi principali sono quelli noti.
Si va dai test diagnostici alla chiusura di attività lavorative non essenziali e delle scuole, il distanziamento fisico che può andare da 1-2 metri a seconda del patogeno, l’igiene delle mani, l’isolamento e la limitazione degli assembramenti. Ma anche mascherine e il tanto odiato, ma fondamentale in era Covid, lockdown.
Importante anche l’apporto dei vaccini. Nel documento di 200 pagine, infatti, viene segnalato che “avere a disposizione un vaccino specifico per il patogeno responsabile di una pandemia permette di controllare e mitigare l’impatto della stessa, determinando la gravità della malattia e/o riduzione della trasmissione”. Si parla di gruppi prioritari di cittadini, di aspetti logistici, di differenze tra vaccini. Riguardo ai farmaci si ricorda, tra l’altro, di “disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali per l’influenza durante la fase interpandemica”. Nel piano si parla anche delle procedure di emergenza per autorizzare l’immissione in commercio di farmaci e vaccini.
Ma a differenza del passato, nel nuovo piano sono inseriti anche spunti per le durate delle misure. Il ministero, infatti, ha voluto mostrare più elasticità.
“L’isolamento di intere comunità, ad esempio su base locale, o l’interruzione di alcune attività sociali, come la scuola in presenza, può costituire un mezzo per limitare i contagi e di conseguenza i casi, ma anche l’esperienza del COVID-19 ha mostrato come sia difficilmente sostenibile per lunghi periodi senza conseguenze sia sul benessere della popolazione che sulla sostenibilità economica” riporta il documento.