Ospedale di Verona, i tre neonati contagiati dal batterio killer stanno bene

Stanno bene e sembrano essere fuori pericolo i neonati contagiati dal batterio Citrobacter koseri nel reparto di neonatologia dell'ospedale di Verona

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il caso dei neonati contagiati e, in alcuni casi, colpiti fatalmente dal Citrobacter koseri ha nuovamente messo in allarme l’ospedale Borgo Trento di Verona. Venerdì scorso, 3 maggio 2024, tre neonati sono risultati positivi al batterio, scatenando l’allerta nell’istituzione ospedaliera.

L’Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui) ha riferito tramite una nota che i neonati interessati “stanno bene” e che l’evento ha fatto emergere l’anomalia dopo quattro anni di monitoraggio attivo. Tra il 2018 e il 2020, il batterio C. koseri aveva colpito circa un centinaio di neonati presso l’ospedale di Borgo Trento, causando quattro decessi e diverse complicazioni di salute. L’origine del contagio era stata identificata nei rubinetti della Terapia intensiva neonatale.

I tre neonati stanno bene: in corso altre analisi

Gli esiti delle indagini su questi tre neonati hanno attenuato l’allarme, secondo quanto riportato dall’Aoui, con uno dei neonati già dimesso e in buone condizioni, un altro risultato negativo al test e solo uno ancora positivo, ma asintomatico. Non è stato possibile confermare se il batterio individuato appartenga allo stesso ceppo di quattro anni fa, poiché ulteriori analisi genomiche richiedono tempi più lunghi. L’ospedale ha anche sottolineato che l’acqua distribuita nella struttura è sicura grazie ai controlli regolari, e che tutti i punti di accesso dell’acqua per i pazienti sono dotati di filtri antibatterici.

La rilevazione anomala del Citrobacter koseri ha attivato immediatamente rigorosi protocolli di isolamento e protezione nella terapia intensiva neonatale. Sono state quindi avviate verifiche straordinarie e attivati gruppi di controllo per affrontare la situazione. Come misura precauzionale, sono stati sospesi i ricoveri di donne in gravidanza al di sotto della 33esima settimana di gestazione, poiché i neonati prematuri richiedono spesso ricovero nella terapia intensiva neonatale. Il Pronto soccorso ostetrico-ginecologico rimane comunque attivo per emergenze in gravidanza a qualsiasi stadio gestazionale e per gravidanze oltre la 34esima settimana.

Il Citrobackter koseri rimane un rischio per i neonati

Secondo Luca Brizzi, direttore Uoc Funzioni igienico-sanitarie e Prevenzione dei rischi, il Citrobacter koseri è un microrganismo comune, ma può rappresentare un rischio significativo per neonati prematuri o deboli. La rapida individuazione del primo caso anomalo ha consentito l’attivazione di protocolli straordinari e la formazione di un gruppo di lavoro dedicato.

Francesca Frezza, madre di Nina, una delle vittime del precedente focolaio di Citrobacter koseri, ha espresso preoccupazione e rimpianto per quanto accaduto cinque anni fa, sottolineando la gravità della situazione e la necessità di un’azione tempestiva. Frezza ha presentato denunce e protestato di fronte all’ospedale di Borgo Trento, e ora attende un’udienza legale per valutare ulteriori azioni in seguito alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.

Al Fatto Quotidiano ha dichiarato: “Se avessero fatto cinque anni fa quello che hanno fatto oggi, chiudendo il reparto, non avremmo avuto quattro neonati morti, tra cui mia figlia Nina, e 6 cerebrolesi. La situazione attuale dimostra la gravità e la sottovalutazione della situazione di allora, anche se la Procura ha chiesto l’archiviazione per due delle tre fasi della contaminazione esaminate da un perito, ravvisando ipotesi di responsabilità penale solo nella terza fase, riferita a due soli neonati. Il 31 maggio ci sarà l’udienza davanti al gip di Verona, dove ho presentato opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero”.