Usa fuori dall’Oms, conseguenze per tutto il mondo: stop a fondi e assunzioni

Con l'uscita degli Usa, l'Organizzazione mondiale della sanità è costretta a tirare la cinghia: stretta su assunzioni, viaggi e riunioni in presenza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 26 Gennaio 2025 19:00

Fra i primi atti del 47° presidente Donald Trump c’è il ritiro degli Stati Uniti dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Una decisione che ha ripercussioni globali, dal momento che gli Usa sono stati da sempre i primi sostenitori economici dell’organismo internazionale.

Trump accusa l’Oms di cattiva gestione della pandemia da Covid-19 e di mancanza di indipendenza dalle influenze politiche di Stati membri come la Cina.

La polemica su Wuhan

Si ricordi, a questo proposito, la timidezza con la quale l’Oms affrontò l’ipotesi della nascita del virus a Wuhan. Con un tempismo che non passa inosservato, la Cia ha recentemente sostenuto la probabile esplosione del Covid proprio a Wuhan, per via di un incidente di laboratorio.

Alcune critiche all’Oms sono state riconosciute come fondate dalla comunità internazionale, come una certa lentezza decisionale e inefficienze burocratiche. Ma la stessa comunità internazionale ha accolto, per lo più, con amarezza la scelta degli Usa.

Il caso dell’idrossiclorochina

Ma al tempo stesso si ricorda la polemica Trump-Oms sull’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico che a detta del presidente Usa avrebbe protetto contro il Covid (“Cos’avete da perdere? Prendetelo”). Uno studio franco-canadese realizzato dalle università di Lione e del Quebec ha portato al sospetto che in sei Paesi (Francia, Belgio, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti) si siano registrati 17.000 morti solo per l’utilizzo errato dell’idrossiclorochina.

Pagamenti Usa all’Oms

Gli Usa hanno versato circa 1,3 miliardi di dollari all’Oms nel 2022-23, ovvero il 16,3% di tutti i fondi che nel periodo considerato ammontavano a 7,89 miliardi di dollari. Trump ha considerato tali importi sproporzionati, anche alla luce del fatto che la Cina ha quote associative per gli anni 2024 e 2025 che ammontano a 88 milioni di dollari. L’Oms ha reso noto che Washington deve ancora pagare circa 130 milioni di dollari per l’anno 2024, come pure altri 130 milioni di dollari dovuti fino a oggi per il 2025.

Le conseguenze sul mondo

Le conseguenze dell’uscita degli Usa dall’Oms sono di varia natura e tutte di proporzioni ciclopiche. Prima di tutto, gli Usa perderanno l’accesso ai database globali dell’Oms, fondamentali per monitorare malattie infettive e sviluppare vaccini efficaci, come quelli contro l’influenza stagionale. Ma anche l’Oms perderà l’accesso ai database statunitensi. Una perdita significativa, dal momento che riguarda il Paese più ricco d’Occidente, che ogni anno produce dati significativi e una quantità di ricerche scientifiche.

In secondo luogo, l’Oms esce indebolita dalla scelta trumpiana rischiando di non disporre dei fondi necessari per mantenere programmi vitali come vaccinazioni e interventi contro malattie emergenti.

Il ritiro degli Usa lascia spazio a potenze come Cina e Russia per rafforzare il loro ruolo nella diplomazia sanitaria globale.

Senza il coordinamento dell’Oms, aumentano i rischi di epidemie globali che potrebbero diffondersi negli Stati Uniti.

I ricercatori statunitensi assegnati all’Oms perderanno una piattaforma chiave per collaborare su temi sanitari globali.

Come prima risposta, l’Oms ha avviato una drastica riduzione delle spese con il congelamento delle assunzioni, fatta eccezione per i ruoli chiave, e con la limitazione dei viaggi e l’adozione obbligatoria delle riunioni virtuali.

“Dobbiamo dare priorità alle attività con risorse ridotte”, ha dichiarato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.