Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha bloccato l’emendamento che avrebbe stanziato 6 milioni di euro all’anno per la prevenzione del tumore al seno. La decisione è arrivata il 19 marzo 2025, quando la Commissione Bilancio del Senato ha esaminato il disegno di legge sulle liste d’attesa in sanità. Secondo il Mef, le coperture finanziarie proposte non sarebbero sufficienti a sostenere la misura.
Il progetto mirava a estendere lo screening mammografico alle donne nella fascia d’età 45-50 anni e 70-74 anni, oggi escluse dai programmi standard del Servizio sanitario nazionale. Le polemiche per la bocciatura si uniscono a quelle relative al costo del piano di riarmo.
Indice
Bloccati i fondi per la prevenzione
La proposta respinta prevedeva un finanziamento di 6 milioni di euro l’anno dal 2025 al 2027, in via sperimentale. L’obiettivo era quello di rafforzare la prevenzione del tumore al seno, in attesa dell’estensione del programma nazionale di screening mammografico.
Il fondo avrebbe permesso di avviare campagne di prevenzione e diagnosi precoce in regioni che ancora non coprono le donne oltre i 69 anni e sotto i 50.
Secondo la Commissione Bilancio del Senato, la misura non è stata approvata per la mancanza di coperture adeguate, come spiegato dalla sottosegretaria all’Economia Sandra Savino. Il parere negativo è stato espresso anche su un altro emendamento che prevedeva 5 milioni di euro per la prevenzione delle patologie oculari.
Cosa prevedeva la proposta
Il progetto di legge puntava a coinvolgere due fasce d’età oggi meno coperte dagli screening gratuiti:
- le donne tra i 45 e i 50 anni;
- le donne tra i 70 e i 74 anni.
Secondo gli esperti, l’estensione del programma nazionale avrebbe permesso di diagnosticare precocemente molte più neoplasie in donne a rischio.
Le associazioni e le opposizioni hanno definito la decisione del Mef “immorale”, sottolineando che lo spazio fiscale sembra esserci solo per i piani di riarmo, stimati in oltre 30 miliardi di euro, mentre il sistema sanitario fatica a garantire servizi essenziali.
Scattano le polemiche: “Nessuna copertura, per il riarmo sì”
La senatrice del Movimento 5 Stelle, Elisa Pirro, è intervenuta duramente dopo la bocciatura dell’emendamento sui fondi per la prevenzione del tumore al seno. Pirro ha accusato il governo di aver fatto “becera propaganda” sulla sanità, senza poi trovare le risorse necessarie a sostenere le campagne di screening mammografico.
Per la senatrice, la priorità data alla spesa militare rispetto alla sanità pubblica (al contrario di quanto promesso da Giorgetti) è una scelta politica che rischia di peggiorare ulteriormente le condizioni di accesso alle cure, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.