Dopo 10 giorni di polemiche, il ministro della salute Schillaci ha deciso di sciogliere la Commissione vaccini. Sabato 16 agosto il ministro ha firmato un decreto per la decadenza del Nitag, ovvero il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni. Si tratta di un organismo indipendente di cui non si è parlato molto, se non per via della nomina di due medici: Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. Per via delle loro posizioni scettiche sui vaccini contro il COVID-19, e in generale sui vaccini pediatrici, il caso Nitag è diventato di interesse nazionale.
Sono stati giorni di polemiche, secondo alcuni Schillaci avrebbe anche pensato di dimettersi. Ci sono state petizioni contro e appelli a favore, ma alla fine la decisione è stata presa. Con lo scioglimento del Nitag la bufera sembrava essere rientrata, ma è arrivato il malumore del governo e delle persone coinvolte sul rischio di assenza di pluralismo. Fanno discutere anche le parole scelte per la dichiarazione di scioglimento del Ministero della Salute.
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Schillaci cede alle polemiche? Revocata la Commissione
La composizione del Nitag ha avuto vita breve. Il Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni infatti è durato appena 10 giorni per via delle polemiche sulla lista dei suoi componenti. Tra questi i nomi di due medici criticati durante la pandemia da una parte della comunità scientifica italiana: Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite.
Dopo la comunicazione dei componenti è scattata la polemica sul ministero della Salute e in particolare contro Orazio Schillaci che ha firmato quella lista. Decine di migliaia di firme contro i due medici considerati “no vax” e quindi “anti-scientifici”. Il ministro della salute ha firmato un decreto per la revoca della Commissione.
10 giorni di polemiche: cosa è successo
Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo i 10 giorni di polemiche che hanno contraddistinto la nomina della nuova composizione del Nitag. Il 6 agosto il ministero ha istituito il Gruppo, ma la pubblicazione dell’elenco dei nomi dei suoi componenti ha subito scatenato polemiche. Tra questi infatti comparivano Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, in passato già criticati per le loro opinioni sulle politiche vaccinali, anche precedenti al periodo del pandemia.
Ma a far diventare la questione nota al grande pubblico è stata la rinuncia da parte della responsabile della prevenzione della Regione Veneto e della Conferenza delle Regioni Francesca Russo. Questa infatti aveva comunicato ufficialmente la sua decisione come “maturata a seguito della valutazione della composizione del gruppo, nella quale sono presenti componenti che, in passato, hanno più volte espresso pubblicamente posizioni non coerenti con le evidenze scientifiche in materia di vaccinazioni”.
Da qui una serie di critiche come quella da parte della Società di Igiene, che ha espresso la sua profonda contrarietà e sconcerto per la decisione di includere tra i membri i due esponenti di una linea “antiscientifica rispetto ai vaccini”. La polemica si è allargata e ha incluso anche gran parte dell’opposizione al governo, come Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, che ha criticato direttamente il ministro Schillaci sostenendo che questo dovesse smettere “di farsi dettare la linea dalla maggioranza no-vax che lo ha messo sulla poltrona”.
Critiche però sono arrivate anche da parte delle forze di maggioranza, come dalla presidente della Consulta nazionale di Forza Italia Letizia Moratti. Secondo questa infatti:
La nomina di due noti esponenti no vax all’interno del NITAG, il Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni, rappresenta un grave passo indietro nella credibilità delle istituzioni sanitarie del nostro Paese. In un momento storico in cui la fiducia nella scienza e nella medicina è più che mai fondamentale, non possiamo permettere che logiche ideologiche o di equilibrio politico mettano in discussione i pilastri della salute pubblica.
Infine è arrivata l’attenzione da parte di noti nomi della comunità scientifica italiana che hanno lanciato una petizione online che ha raccolto in pochi giorni oltre 34.000 firme per richiedere la revoca delle nomine. Tra questi Silvio Garattini, Matteo Bassetti, Nino Cartabellotta e Roberto Burioni.
Chi sono Serravalle e Bellavite?
Ma chi sono i nomi della discordia? Eugenio Serravalle insegna pediatria nella scuola di osteopatia Sofi di Pisa. Ha scritto diversi libri, tra i quali sono da riportare quelli con Roberto Gava, un medico radiato dall’ordine dei medici di Treviso per le sue posizioni contro i vaccini. Serravalle è da sempre uno studioso che porta avanti tesi critiche sulle vaccinazioni. Lo si evince anche dalle pubblicazioni sul sito dell’associazione Assis, che mettono in dubbio la sicurezza dei vaccini e parlano di una correlazione tra vaccinazione, malattie gravi e autismo.
Paolo Bellavite è invece un ex professore associato di patologia generale dell’Università di Verona, ora in pensione. In passato il suo nome è salito alla ribalta pubblica per via delle sue dichiarazioni contro la vaccinazione per il COVID-19. In una recente intervista a Repubblica, ha spiegato che il suo nome e quello di Serravalle sono stati proposti per la commissione sulla vaccinazione per via della stima da parte di alcuni personaggi della Lega. “Qualcuno voleva fare pressioni sul ministero per avere una commissione più pluralista”, ha spiegato.
Cosa dice la nota del ministero?
Nella lunga polemica intorno alla commissione dei vaccini, non poteva non diventare centrale la nota con la quale il ministero della Salute ha sciolto il Nitag. Nella nota stampa datata 16 agosto 2025 si legge:
Il ministro della salute, Orazio Schillaci, ha firmato il decreto di revoca del gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (National Immunization Technical Advisory Group – Nitag). In particolare, si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei componenti del Nitag per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati. “La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore – dichiara il ministro Schillaci – con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini”.
C’è chi parla di conflitto di interessi con le case farmaceutiche. Il focus è su stakeholder, un termine che indica “i portatori di interesse economico” e infatti è un termine aziendale. “Nella salute pubblica chi sarebbero gli stakeholder?”, si domanda l’editore di Byoblu.
Stakeholder è il termine utilizzato per indicare un individuo, un gruppo di persone o un’organizzazione che nutre un interesse verso un progetto. Si tratta di un termine in uso economico, e che letteralmente indica “portatore di interessi”, ma a seconda del contesto può assumere accezioni diverse.
Meloni non è contenta: “Sosteniamo il pluralismo”
La decisione del ministro Schillaci ha soddisfatto alcuni e scontentato altri, tra cui anche la premier Giorgia Meloni. Anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali, sembra che la presidente del Consiglio abbia dichiarato che la scelta di Schillaci non fosse concordata e che “da sempre nel governo crediamo nel pluralismo e nel confronto delle opinioni”.
La decisione di Schillaci infatti non trova il favore di parte di Fratelli d’Italia, che la critica perché la commissione non doveva decidere nulla ed era solo un organismo consultivo, senza poteri vincolanti. In questo caso, quindi, la presenza di diversi orientamenti non era un disvalore, dicono, fermo restando la prova dei titoli professionali dei membri della consulta. Secondo Fratelli d’Italia, infatti Serravalle e Bellavite non erano stati nominati per le loro caratteristiche “no vax”. Questi ritengono che Schillaci, da nome tecnico, sia caduto in una trappola mediatica.