Polli Lidl e white striping: cos’è questa grave malattia

L'associazione Essere Animali ha pubblicato un dettagliato report sui petti di pollo messi in vendita da Lidl: il risultato è allarmante

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 21 Febbraio 2024 20:30

L’associazione Essere Animali ha condotto uno studio approfondito tra dicembre 2023 e gennaio 2024. Ne ha pubblicato i risultati, con riferimento a 603 confezioni di petto di pollo da allevamento convenzionale con marchio Lidl. La quasi totalità di quanto sottoposto a verifica presenta una malattia, “indice di sofferenza degli animali”.

Allarme polli Lidl

Quando si parla di quasi totalità, si fa riferimento al 90% dei petti di pollo testati dall’associazione. La malattia in questione è nota come white striping, che rappresenta un chiaro sintomo di una sofferenza degli animali che ha raggiunto livelli cronici.

Alcuni consumatori potrebbero essere poco interessati a questo aspetto. Probabilmente, però, porranno maggior attenzione sul fatto che tutto ciò è sintomo anche di una carne di bassa qualità. Essere Animali specifica come il report sia frutto di una ricerca condotta non in una singola località. Da dicembre 2023 a gennaio 2024 sono stati sottoposti a delle verifiche i petti di pollo provenienti da diversi punti vendita sul territorio nazionale.

Nello specifico si parla di ben 11 città, da Torino a Bari, si evidenzia. Nord, Centro e Sud Italia sono dunque rappresentati in questo documento. Al suo interno si specifica, inoltre, in che modo siano stati scelti i negozi: “I volontari e il personale che ha condotto la raccolta delle foto, hanno scelto i supermercati da visitare in base alla facilità con cui possono essere raggiunti”.

Il report

Analizzate 603 confezioni di petto di pollo, riportanti l’etichetta “prodotto certificato”, “filiera controllata”, “uso di luce naturale”, “arricchimenti ambientali per favorire comportamenti naturali”. Perché è importante sottolineare tutto questo? La risposta è semplice: tali definizioni possono presumibilmente indurre a ritenere che l’acquisto di questi petti di pollo possa in qualche modo contribuire al benessere animale.

Il consumatore potrebbe ritenere di star acquistato il risultato di allevamenti più sostenibili di altri, per così dire. I risultati però si indirizzano in tutt’altra strada. Le striature bianche, ecco la traduzione letterale di white striping, sono infatti presenti in nove campioni su dieci. Queste corrono parallele lungo le fibre muscolari della carne. Nella maggior parte degli esemplari, inoltre, ci sono segnali di livelli elevati di gravità della malattia.

Cos’è il white striping

Il white striping colpisce tra il 50 e il 90% dei polli che appartengono a razze a crescita rapida. Il riferimento va proprio a quelle che risultano essere le più utilizzate negli allevamenti intensivi, per ovvie ragioni. Ciò le rende anche le più vendute nei supermercati. I segni fisici sono evidenti sui petti di pollo interi. In molti casi, però, è possibile individuare le striature anche sui filetti e, anche se con minor frequenza, sui muscoli della coscia.

Non viene modificato però soltanto l’aspetto della carne. Se ne riduce il contenuto di proteine. Aumentano invece i grassi, fino al 224%. A ciò si aggiunge la non secondaria sofferenza causata ai polli, sottoposti a crescita rapida. L’associazione sottolinea come la spiegazione più accreditata sia la seguente: “Il grasso che si vede ha preso il posto delle fibre muscolari morte per mancanza di ossigeno e nutrienti, a causa di una crescita troppo veloce”.

Non è la prima volta che l’associazione si schiera contro gli allevamenti appartenenti a fornitori di Lidl. Una precedente investigazione ha evidenziato come in due allevamenti in Lombardia i polli fatichino nella deambulazione, a causa di problemi fisici. Spazio a lesioni e deformità dolorose, frutto della selezione genetica cui sono sottoposti.