Dopo decenni di immobilità, il sistema sanitario italiano si prepara a un cambiamento rilevante. Dal 30 dicembre 2024, il nuovo Decreto Tariffe del Ministero della Salute, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, aggiornerà i nomenclatori delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e protesiche, un intervento atteso da ben 28 anni per le prime e 25 per le seconde.
Questo aggiornamento, che coinvolgerà sia il settore pubblico sia quello privato accreditato, introduce nuove prestazioni, alcune gratuite, altre soggette a ticket, ridefinendo e ampliando i livelli essenziali di assistenza (Lea): ci saranno infatti 2108 prestazioni aggiornate in più. Il provvedimento, frutto della collaborazione con il Mef, rappresenta una revisione del decreto già emanato il 23 giugno 2023.
La revisione coinvolge 1.113 tariffe su 3.171 prestazioni complessive, con un aumento di 550 milioni di euro rispetto ai parametri del 2012. In confronto al decreto del 2023, l’impatto economico aggiuntivo è di 147,3 milioni, destinati a rimborsi più congrui per operatori pubblici e privati.
L’introduzione di queste innovazioni promette di segnare un cambiamento, ma tra ambizioni e realtà il divario resta evidente. Solo una revisione biennale realmente efficace, come previsto dal 2025, potrà dimostrare se il decreto rappresenta davvero l’inizio di un sistema sanitario finalmente all’altezza delle necessità.
Nuove tariffe, vecchie battaglie
Dopo decenni di stallo, arriva la revisione di 1.113 tariffe su 3.171, pari al 35% del totale: non una cosa da niente, visto che si tratta di un aggiornamento atteso dal 1996 per la specialistica ambulatoriale e dal 1999 per l’assistenza protesica. Rispetto al 2012, le risorse governative crescono di 550 milioni di euro, ma il confronto con il decreto del 2023 rivela un costo aggiuntivo di 147,3 milioni.
Alcune Regioni, come la Lombardia, chiedono flessibilità nelle tariffe massime per rispondere alle esigenze locali. Il decreto prevede anche una proroga per le prescrizioni emesse prima del 30 dicembre 2024, valide fino a 12 mesi dopo l’entrata in vigore, con possibile estensione di ulteriori sei mesi.
Questo aumento, secondo il governo, dovrebbe assicurare rimborsi più equi per strutture pubbliche e private accreditate.
Tuttavia, le associazioni di settore restano scettiche sulla reale sostenibilità di un sistema che fatica a bilanciare i nuovi investimenti con criticità strutturali ormai cronicizzate. Il sottofinanziamento (non sono nuove le polemiche dietro i fondi stanziati per la sanità nella Legge di Bilancio 2025) e le interminabili liste di attesa continuano a rappresentare un ostacolo concreto, mettendo a rischio l’accesso alle prestazioni per molte famiglie. Anche con il nuovo decreto, il nodo delle risorse rischia di trasformare quella che appare come una svolta in un’occasione mancata per risollevare la sanità pubblica.
Un approccio rinnovato alla sanità
Il nuovo nomenclatore nasce da un’analisi approfondita dei dati forniti da tutte le Regioni e Province Autonome, con un focus sui costi reali delle prestazioni, frutto della collaborazione tra strutture pubbliche, private e organizzazioni di settore. Il risultato è una proposta approvata dalla Commissione nazionale tariffe, che segna un passo avanti nell’adeguamento delle risorse.
Sul fronte delle protesi, le innovazioni sono significative per le persone con disabilità: il nuovo tariffario include per la prima volta dispositivi come comunicatori oculari, tastiere adattate, apparecchi acustici digitali, sensori per il controllo domotico e arti artificiali di ultima generazione. Tra le prestazioni garantite rientrano anche sistemi avanzati di riconoscimento vocale e puntamento oculare, ampliando l’accesso a tecnologie che migliorano concretamente la qualità della vita.
Livelli essenziali più inclusivi e uniformi
Il nuovo decreto punta a ridurre le disparità regionali nell’accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), uniformando le prestazioni sanitarie sul territorio nazionale. Tra le introduzioni spiccano la procreazione medicalmente assistita, la diagnosi di celiachia e malattie rare, gli screening neonatali e tecnologie all’avanguardia nella radioterapia, come l’adroterapia e i sistemi robotici. Anche la diagnostica per immagini e la consulenza genetica trovano finalmente una distribuzione più equa.
In ambito protesico, il tariffario aggiorna l’offerta con dispositivi digitali di ultima generazione, tra cui apparecchi acustici avanzati e ausili per il controllo domotico. A questi si aggiungono strumenti di comunicazione adattati per le disabilità più gravi e protesi innovative dotate di tecnologie come il riconoscimento vocale, migliorando significativamente l’autonomia e la qualità della vita.
Le novità del 2025: una sanità che guarda al futuro
Il decreto non è solo un aggiornamento, ma un cambio di rotta per il sistema sanitario. Dal 2025 è prevista una revisione biennale delle tariffe, basata sui costi effettivi rilevati, per mantenere un equilibrio sostenibile tra spese e rimborsi, migliorando così l’efficienza del servizio pubblico e privato. Ma guardiamo ora nel dettaglio di cosa si parla e dove possiamo trovare le principali novità.
Fino a quest’anno, molte di queste prestazioni erano interamente a carico del paziente. Con il nuovo decreto, passano sotto la copertura del Servizio Sanitario Nazionale. Non saranno necessariamente gratuite, ma chi ne usufruirà dovrà eventualmente pagare solo un ticket, evitando il costo completo dell’intervento.
Diagnostica e specialistica: le nuove frontiere
Le prestazioni introdotte segnano un salto verso la medicina del futuro, con un focus su diagnosi e terapie sempre più avanzate in questi settori:
- Tecnologie innovative: dall’enteroscopia con microcamera ingeribile per esplorazioni non invasive all’estensione degli screening neonatali, capaci ora di individuare patologie come la Sma.
- Diagnostica di precisione: strumenti all’avanguardia per monitorare malattie rare e celiachia, garantendo esami più rapidi e affidabili.
- Pma accessibile ovunque: la procreazione medicalmente assistita diventa uniforme su scala nazionale, eliminando le disparità regionali.
- Radioterapia avanzata: tecniche come stereotassi, adroterapia e radioterapia robotica si inseriscono ufficialmente tra le opzioni terapeutiche.
- Celiachia: diagnostica avanzata per monitorare la patologia nel tempo.
- Malattie rare: prestazioni mirate per diagnosi e monitoraggio.
- Imaging diagnostico: tecnologie di precisione per risultati più rapidi e affidabili.
- Screening neonatali: estesi per identificare nuove patologie, come l’atrofia muscolare spinale.
Protesi e ausili: verso una maggiore autonomia
Le innovazioni protesiche e di ciò che riguarda in generale l’assistenza migliorano l’autonomia e la qualità della vita delle persone con disabilità:
- Dispositivi di comunicazione: comunicatori oculari e tastiere adattate pensate per chi ha gravi difficoltà motorie.
- Domotica inclusiva: sensori e sistemi di controllo ambientale tramite lo sguardo, per rendere la casa un ambiente più accessibile.
- Protesi tecnologicamente avanzate: arti artificiali e apparecchi acustici digitali di nuova generazione entrano a pieno titolo tra le prestazioni garantite.
- Tecnologie assistive intelligenti: sistemi di riconoscimento vocale e puntamento oculare che ampliano le possibilità di interazione per persone con disabilità severe.
- Apparecchi acustici digitali: soluzioni avanzate per l’udito.