Nuovo richiamo di formaggio per rischio listeria, i lotti interessati

Un nuovo richiamo ha interessato un noto marchio di formaggio presente nei supermercati italiani, col Ministero che ha evidenziato la probabile presenza di Listeria

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Un nuovo richiamo ha interessato un altro formaggio presente sugli scaffali di diversi supermercati d’Italia. Il prodotto interessato dalla nota pubblicata sul sito del Ministero della Salute è il Formaggio Monte Veronese, in due formati diversi.

Il Ministero, nella sua funzione di monitoraggio dei prodotti che mettono a rischio la salute, ha evidenziato che il prodotto presenta il rischio di presenza di listeria.

Formaggio richiamato, i lotti interessati

Con due diverse note pubblicate sul proprio sito, il Ministero della Salute ha evidenziato la necessità di richiamare due diversi formati del formaggio Monte Veronese Dop. Nello specifico si tratta di un formaggio prodotto da Latterie Vicentine S.C.A. con marchio di identificazione IT05100CE.

Nella prima nota di richiamo a essere interessata è la confezione da 2,3 kg, col prodotto denominato “Formaggio Monte Veronese latte intero Dop 1/4” con lotto di produzione L012452126 con scadenza al 19 agosto 2024.

La seconda nota di richiamo, invece, richiama la confezione da 4,7 kg, col prodotto denominato “Formaggio Monte Veronese latte intero Dop 1/2” con lotto di produzione L022462126 con scadenza al 19 agosto 2024.

Entrambi i prodotti, come detto, sono richiamati per “probabile contaminazione da Listeria Monocytogenes” e il Ministero consiglia di “non consumare il prodotto e riconsegnare al punto vendita di acquisto”.

Si tratta, tra l’altro, dell’ennesimo richiamo di un formaggio Monte Veronese Dop dopo quelli di Italiamo.

Listeria, i sintomi da attenzionare

L’assunzione di alimenti contaminati da Listeria monocytogenes può avere gravi conseguenze per la salute umana. Il batterio, se ingerito, può infatti causare una malattia nota come listeriosi, i cui effetti variano da sintomi lievi a complicazioni potenzialmente letali.

Tra i sintomi lievi vengono segnalati:

  • febbre;
  • diarrea;
  • nausea e vomito;
  • dolori muscolari;
  • sintomi simil-influenzali.

Nei sintomi gravi, invece:

  • meningite;
  • encefalite;
  • setticemia;
  • aborti spontanei e nascite premature.

Inoltre alcune persone sono più a rischio. Tra queste le donne in gravidanza, i neonati e gli anziani.

La diagnosi di listeriosi viene generalmente confermata tramite analisi del sangue o del liquido cerebrospinale. Il trattamento principale consiste in antibiotici, somministrati tempestivamente per ridurre il rischio di complicazioni gravi. Nei casi più seri è necessario anche il ricovero in ospedale.

Ma come sempre prevenire è meglio che curare. La prevenzione della listeriosi richiede una corretta manipolazione e cottura degli alimenti, perché è fondamentale cuocere accuratamente carne e pesce, oltre a evitare il consumo di latte non pastorizzato e dei formaggi prodotti con esso, per evitare ogni tipo di infezione.

L’igiene in cucina gioca poi un ruolo cruciale, in quanto frutta e verdura devono essere lavate accuratamente e le superfici e gli utensili devono essere puliti dopo aver maneggiato alimenti crudi per prevenire la contaminazione.

I controlli del Ministero

Quello della sicurezza alimentare è un aspetto che è messo al primo posto dal Ministero della Salute che vigila come meglio può sulla qualità dei prodotti venduti nei supermercati e ne segnala ritiri o richiami tramite il proprio sito.

Nello specifico questo meccanismo è possibile grazie agli operatori del settore alimentare (Osa) che hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare un prodotto dal mercato nel caso in cui non fosse in linea.

In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’Osa deve provvedere al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.