Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (Fse 2.0) rappresenta una delle principali innovazioni introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel campo della sanità digitale. È costato 1,3 miliardi di euro, e il governo italiano punta a rendere questo strumento un punto di riferimento per cittadini e professionisti del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).
Con l’inclusione dei dati di 60 milioni di italiani, salvo chi deciderà di esprimere il diniego entro il 30 giugno, questo ecosistema digitale promette di risparmiare tempo e migliorare la gestione dell’assistenza sanitaria.
Il governo ha assicurato che entro quest’anno saranno disponibili quattro servizi di base: consultazione dei documenti, prenotazione delle prestazioni, scelta e revoca del medico di famiglia e pagamento delle prestazioni tramite Pago Pa o App Io.
Entro il 2026 l’Italia primo paese con un sistema sanitario digitale completo
A Roma, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, e Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, hanno presentato il nuovo logo del Fse 2.0. Durante l’evento, Butti ha dichiarato che entro il 2026 l’Italia sarà il primo paese in Europa a dotarsi di un sistema sanitario digitale completo, accessibile a tutti i cittadini. Questo sistema includerà informazioni come lettere di dimissione ospedaliera, verbali di Pronto Soccorso, referti di laboratorio e ricette elettroniche, garantendo la tutela della privacy.
Il Fse 2.0 migliora la gestione delle emergenze, consentendo ai medici di accedere rapidamente alle informazioni del paziente, come allergie e farmaci in uso. La centralizzazione delle informazioni sanitarie riduce il rischio di errori medici dovuti a informazioni incomplete. I nuovi dati del Fse includono documenti digitali come ricette elettroniche, cartelle cliniche e referti online.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 si prepara a essere ulteriormente potenziato con nuovi contenuti e servizi, come i piani terapeutici e la dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessuti, in un’ottica di continua evoluzione e miglioramento della sanità digitale italiana.
La tecnologia alla base del cambiamento
L’elemento che permette a Fse 2.0 di funzionare è l’adeguamento tecnologico dei software utilizzati per produrre i documenti sanitari. A giugno 2023, solo il 23% delle installazioni era stato aggiornato. Oggi, questa percentuale è salita al 50%, con l’obiettivo di raggiungere la copertura totale entro l’estate del 2024. Questo adeguamento coinvolge oltre mille strutture sanitarie pubbliche e private, con ulteriori migliaia in fase di implementazione.
La cultura del fascicolo sanitario
L’adozione del Fse non dipende solo dalla tecnologia, ma anche dalla cultura degli utenti, siano essi cittadini o professionisti sanitari. Secondo i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, il 35% dei medici specialisti e il 48% dei medici di famiglia hanno già utilizzato il Fse. Questo strumento è apprezzato perché riduce il tempo necessario per recuperare informazioni, semplifica la lettura dei documenti e offre dati critici per la gestione dei pazienti.
Le criticità
Una delle principali problematiche è la mancata alimentazione del Fse da parte di alcune strutture sanitarie, o l’inserimento di dati in formati non strutturati. Per superare queste difficoltà, il governo prevede di creare entro il 2024 un nuovo Ecosistema Dati Sanitari (Eds), che consentirà una gestione standardizzata dei dati a livello nazionale.
Un futuro digitale per la sanità italiana
In attesa del completamento di questo ambizioso progetto, tutte le regioni italiane hanno già accesso a un cruscotto di monitoraggio per verificare i progressi nell’ampliamento del Fse 2.0. Entro il 2026, l’obiettivo è avere un sistema di tessera sanitaria e fascicolo sanitario pienamente operativi su tutto il territorio nazionale.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato che il Fse diventerà il fulcro della sanità digitale in Italia, avvicinando i servizi sanitari ai cittadini e favorendo una gestione integrata delle cure.