Spid, proroga di due anni e risorse per 40 milioni di euro

Non ci sarà nessun addio allo Spid (almeno per ora). Il governo ha trovato risorse una tantum per 40 milioni di euro per una proroga biennale

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 5 Aprile 2023 10:27

Nono ci sarà nessun addio (per ora) allo Spid. Per evitare lo stop dei provider al servizio, il governo ha stanziato un contributo uno tantum di 40 milioni di euro, a fronte dei 50 milioni richiesti, per una proroga biennale.

Il provvedimento è stato incluso nel decreto PNRR in discussione nella Commissione Bilancio al Senato. I fondi garantiranno la continuità della convenzione con gli operatori che gestiscono il sistema di identità digitale, la cui scadenza era prevista tra poche settimane. Le risorse serviranno a compensare i costi per adeguare le infrastrutture tecnologiche e per soddisfare la crescente domanda da parte degli utenti e dei service provider pubblici.

Spid, 40 milioni ai provider per una proroga biennale

A poche settimana dalla scadenza dello Spid, il governo tende dunque una mano alle società che hanno fin qui erogato oltre 34,5 milioni di identità digitali ai cittadini. Nella relazione che accompagna l’emendamento, si legge che “al fine di garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai soggetti gestori di Spid per la fornitura del servizio di identità digitale”, sulla base del Pnrr, “è prevista l’erogazione di un contributo una tantum per il ristoro dei costi sostenuti per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche alla crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici (con livelli di qualità di servizio, sicurezza e affidabilità più stringenti)”.

L’emendamento prevede che i 40 milioni di euro siano erogati al raggiungimento di precisi obiettivi da prefissare nella convenzione e verificati i costi effettivamente sostenuti. Sarà un decreto della presidenza del consiglio, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto Pnrr-3, a ripartire il contributo in proporzione al numero di identità digitali gestite da ciascun gestore, degli accessi ai servizi erogati dalle Pa e delle verifiche dei dati nell’Anagrafe unica che ogni provider dovrà effettuare. Si terrà conto anche dell’incremento delle identità gestite e delle transazione registrate.

Spid, il nodo dei costi dei provider

La proroga dell’attuale sistema ruota attorno ad un unico grande fattore che riguarda i compensi garantiti ai provider di Spid. Il compenso a suo tempo pattuito con l’Agenzia Italia digitale oggi non basta più a coprire i costi di un servizio che vede oltre 34 milioni di Spid attivi e 12.674 amministrazioni collegate, quindi i provider chiedono di più. La richiesta dei provider era di 50 milioni di euro da ripartire fra i vari gestori del servizio, che al momento sono TeamSystem, TIM, Register.it, Sielte, Poste Italiane, Namirial, Lepida, InfoCert, Aruba e Etna Hitech. Intesa uscirà tra due settimane dall’elenco degli Identity Provider delegati alla gestione di Spid, mentre recentemente è entrato InfoCamere.

Spid, come cambierà

L’obiettivo del governo rimane quello di giungere ad una razionalizzazione delle identità digitali, per arrivare alla creazione di un’unica identità digitale gestita dallo Stato, facendo uso del sistema carta d’identità elettronica (CIE), rilasciata e gestita dal ministero dell’Interno e quindi più sicura.
Un sistema che in futuro potrebbe anche confluire nel progetto europeo per il digital identity wallet (Eudi), una sorta di carta d’identità comune in cui sarà possibile inserire le credenziali di tutti i cittadini europei.

Dallo Spid alla Cie

A partire da aprile, intanto, è possibile accedere ai portali online della Pubblica amministrazione con la Carta di identità elettronica, che assimila le stesse funzioni dello Spid. Il ministero dell’Interno ha comunicato l’introduzione di nuove funzioni della Cie per semplificare l’accesso dallo smartphone, dribblando il problema del lettore del chip della carta. Sono stati attivati i livelli 1 (username e password) e 2 (generazione di un codice temporaneo di accesso o scansione di un QR code), già offerti da Spid. Non è più indispensabile il ricorso al livello 3, che richiede la presenza di un lettore di smart card (per il pc) o di uno smartphone dotato di tecnologia Nfc.