De Luca a processo per le smart card Covid: le accuse per la “spesa inutile” in Campania

Il caso delle smart card Covid si rivolta contro Vincenzo De Luca: cosa sono e perché il governatore della Campania rischia la multa di quasi un milione

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 5 Marzo 2024 16:26

Nuovi guai in arrivo per il governatore della Campania Vincenzo De Luca, rinviato a giudizio dalla Corte dei conti per il caso legato alle smart card per le vaccinazioni Covid nella Regione. Il presidente campano, infatti, andrà a processo insieme ad altri 5, all’epoca tutti componenti dell’unità di crisi per l’emergenza coronavirus, con l’accusa di aver messo in atto una spesa “ingiustificata” costata alla Regione più di 3 milioni.

De Luca, insieme ai cinque, rischia di dover risarcire il danno. Il risarcimento, secondo quanto trapela, sarà eventualmente diviso con gli altri rinviati a giudizio.

De Luca e il caso delle smart card Covid

Il nuovo caso che tira in ballo il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è quello delle smart card Covid, una tessera che attestava l’avvenuta vaccinazione Covid. Una card, però, tanto piccola ma non altrettanto economica per il governatore, perché potrebbe costargli davvero cara. La Corte dei conti, infatti, ha deciso di rinviarlo a giudizio con l’accusa di “spesa inutile” per le casse della Regione.

Con lui a processo andranno anche il capo della protezione civile regionale Italo Giulivo, il direttore della sanità regionale Antonio PostiglioneRoberta Santaniello, dirigente dell’ufficio di diretta collaborazione del presidente, il dirigente Ugo Trama e il funzionario Massimo Bisogno.

Per la Procura contabile la spesa di 3,7 milioni complessivi per le card si è rivelata “ingiustificata” proprio perché, negli stessi mesi, mentre la Regione acquistava quelle tessere lo Stato introduceva il Green pass, rilasciato a chi si era sottoposto al vaccino.

“Un inutile duplicato” questo il pensiero di procuratori sulle card, con De Luca che rischia di essere condannato a risarcire la Regione per 928.725 euro, stessa cifra che graverebbe su Massimo Bisogno. Risarcimento da 742.980 euro per Giulivo, mentre Postiglione, Santaniello e Trama potrebbero ricevere una condanna al risarcimento di 371.490 euro.

La card “inutile” per il Covid

Come detto, la smart card Covid della Regione Campania si è rivelata essere soltanto un buco nel bilancio. Questo perché con l’arrivo del Green Pass la carta è stata rifiutata addirittura all’ingresso degli uffici della Regione, che non hanno mai riconosciuto la validità dell’attestato.

I sistemi di identificazione, infatti, per mesi hanno respinto la lettura del codice della tessera, accettando invece il Qr code del certificato verde emanato dal governo. Insomma, un “tradimento interno” a Palazzo Santa Lucia, con una spesa di 3,7 milioni che non ha ricevuto il via libera del garante della privacy che nel maggio 2021 aveva decretato che l’iniziativa della Regione “era priva di una idonea base giuridica“.

Le accuse per la spesa contro Meloni

Quello che è stato deciso dalla Corte dei conti si prospetta essere l’ennesimo guaio in arrivo per De Luca, già chiamato a giustificare alcune spese particolari dell’ultimo periodo per la Regione. Tra queste la più discussa è di certo quella legata alla campagna pubblicitaria contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Utilizzando fondi per la comunicazione istituzionale, infatti, De Luca avrebbe speso oltre 150mila euro per produrre 4mila cartelloni, disseminati tra Napoli, Avellino e Salerno, in cui la premier veniva definita traditrice per il Sud Italia.