Summit Italia-Africa su immigrazione ed energia: dubbi sul Piano Mattei

Tante le critiche mosse al Piano Mattei, ma la due giorni di summit Italia-Africa sarà fondamentale: ecco gli obiettivi del governo Meloni su gas e immigrazione

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Roma si trasforma per due giorni nel centro nevralgico della politica internazionale in materia di energia e immigrazione, col summit Italia-Africa voluto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha invitato nella Capitale capi di Stato, di governo e ministri degli Esteri. Una folta rappresentanza di organizzazioni internazionali nel Bel Paese per parlare di gas e immigrazione, con la premier che nelle giornate di domenica 28 e lunedì 29 gennaio 2024 cercherà di lanciare il suo tanto ambito Piano Mattei che però ha già attirato parecchie critiche e dubbi da parte degli esperti.

Ma quali saranno i temi trattati nella due giorni full gas a Roma? L’obiettivo, per Meloni e il governo, è quello di fare diventare l’Italia “hub energetico” per l’Europa, cercando sempre più collegamenti con gli Stati africani in materia di energia, senza però tralasciare l’immigrazione.

Un summit a tutto gas

Tante le personalità di spicco attese a Roma, con capi di Stato e di governo, ma anche figure dell’Ue come Ursula von der Leyen che vorranno ascoltare e proporre nel corso del summit importanti spunti per il bene dell’Europa. Di certo uno dei temi da trattare sarà quello legato all’immigrazione, col l’Italia che punta a giocare un ruolo fondamentale.

Nei piani di Giorgia Meloni e dell’esecutivo, infatti, c’è quello di mettere le basi per chiare risorse destinate all’immigrazione e fare dell’Italia un ponte tra l’Europa e l’Africa per avere un approccio sempre più globale.

E in tal senso saranno importanti le discussioni legate al tema energetico, con la premier che vuole mettere da parte l’approccio predatorio nei confronti del continente africano. Italia che, come detto, punta a essere “hub energetico” d’Europa via Africa, dato che dal 2021 a oggi le importazioni di gas sono aumentate a discapito di quelle che arrivano da Mosca.

Lo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, aveva portato il governo Draghi prima e quello Meloni poi a rivedere i piani di fornitura del gas. Algeria in primis, ma anche Libia, Mozambico e Congo sono fornitori per il nostro Paese che punta ad ampliare gli investimenti in Africa.

Le critiche al Piano Mattei

E nel corso della due giorni di summit Meloni proverà a rispolverare il Piano Mattei, il programma strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano. Un piano che prende il nome dell’ex presidente Eni scomparso nel 1962 e che cerca di imitarne l’approccio “non predatorio”, come detto.

Ma gli esperti non sarebbero tanto favorevoli al piano, perché al momento andrebbe contro ogni obiettivo inizialmente prefissato. Il report di Ecco, per esempio, sottolinea che fin qui tutte le collaborazioni firmate tra Italia e Africa riguardano la produzione di combustibili fossili o gas, andando in contraddizione con gli obiettivi climatici sulla riduzione delle emissioni.

Ma si tratterebbe anche di un rischio economico e finanziario, con i suggerimenti che porterebbero l’Italia ad abbandonare i progetti fossili per concentrarsi su altri due settori come le rinnovabili e le materie prime critiche. L’Africa, infatti, dispone di circa il 60% di tutte le aree idonee a livello mondiale per la produzione di elettricità da fotovoltaico e conta il 40% delle riserve globali di cobalto, manganese e altri metalli fondamentali per batterie elettriche e tecnologie legate all’idrogeno.

Insomma, gli esperti criticano e danno alternative più sostenibili all’attuale piega che sta prendendo il Piano Mattei.