Sangiuliano indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio

Le verifiche si concentreranno sui viaggi e soggiorni di Maria Rosaria Boccia, che ha accompagnato l’ex ministro negli ultimi mesi di attività

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano è indagato dalla Procura di Roma per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, a seguito della denuncia presentata dal deputato Angelo Bonelli. Il fascicolo sarà trasmesso al tribunale dei ministri per verificare il coinvolgimento di Maria Rosaria Boccia, che ha partecipato ad attività istituzionali senza titolo. Anche la Corte dei Conti del Lazio ha aperto un’indagine per danno erariale legato a eventuali spese pubbliche sostenute per l’imprenditrice di Pompei.

L’inchiesta è stata aperta dalla procura di Roma a seguito dell’esposto del leader dei Verdi Angelo Bonelli.

Su cosa indaga la Procura di Roma

Le indagini sull’ex ministro Gennaro Sangiuliano si concentreranno su due aspetti principali. Il primo riguarda l’accusa di peculato, legata ai benefici ottenuti da Maria Rosaria Boccia, inclusi viaggi e soggiorni in sua compagnia, per capire se ci sia stata un’appropriazione indebita di fondi pubblici per fini personali.

Non si parla quindi solo di spese dirette del Ministero, ma anche della possibilità che Boccia abbia beneficiato indirettamente come “ospite” del ministro, nonostante non avesse un incarico formale. Sangiuliano ha ribadito che il ministero non ha speso denaro pubblico, ma resta da verificare se fondi provenienti da enti finanziati dal ministero siano stati utilizzati impropriamente.

I casi più spinosi sono quelli dei viaggi in Liguria e in Puglia per presenziare a festival e meeting finanziati dallo stesso ministero. Sangiuliano ha spiegato che le spese erano a carico degli organizzatori, ma sempre di soldi pubblici si tratterebbe.

Controlli saranno fatti anche sull’uso della auto blu del ministro per gli spostamenti della mancata consigliera ai grandi eventi. L’ex ministro sostiene che si sia trattato solo di brevi spostamenti, lei rimarca di essere stata prelevata più volte sotto casa e accompagnata anche a concerti.

La seconda linea d’inchiesta riguarda la presunta rivelazione di informazioni riservate, con Boccia che avrebbe avuto accesso a documenti del ministero della Cultura, soprattutto in relazione all’organizzazione del G7 della Cultura a Pompei. Una situazione delicata dunque, che non permette di archiviare la vicenda come una storia sentimentale di fine estate messa alle spalle con le dimissioni di Sangiuliano.

Il ministro aveva dichiarato ieri di essere fiducioso che la Corte dei Conti accerterà la correttezza delle sue azioni, ribadendo che “non un euro pubblico è stato speso e lo dimostrerò carte alla mano”. Tutto questo però prima di conoscere l’esistenza anche dell’inchiesta penale.

Le controdenunce di Sangiuliano

La Procura di Roma attende anche la denuncia annunciata dall’ex ministro Sangiuliano, in risposta alle “indebite pressioni” subite da Maria Rosaria Boccia. Queste pressioni sarebbero iniziate con il post del 26 agosto, in cui Boccia rivelava la sua nomina a consigliera, mai formalizzata.

L’avvocato di Sangiuliano, Silverio Sica, sta raccogliendo prove su come l’imprenditrice avrebbe spinto il ministro alle dimissioni, includendo dettagli sul passato di Boccia e i suoi tentativi di accreditarsi presso altri ministeri. L’ipotesi di reato è tentata estorsione e violazione della privacy, con riferimento anche alle rivelazioni su presunte relazioni personali del ministro. Anche Beatrice Venezi ha annunciato una querela per diffamazione contro Boccia, che l’aveva accusata di conflitto d’interessi nel suo doppio ruolo di consigliera del Mic e direttrice d’orchestra al concerto per il G7.