Il piano Meloni sulle armi prevede investimenti privati, l’annuncio alla Camera

Meloni annuncia il piano italiano per la difesa Ue: via agli investimenti privati con garanzie europee, ma nel governo restano divisioni e incertezze sulle prossime mosse

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 19 Marzo 2025 13:59

Alla Camera, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la volontà di difendere l’interesse nazionale e ha illustrato la proposta del Governo sul riarmo Ue: un piano che prevede il coinvolgimento degli investimenti privati, sostenuti da garanzie europee, per finanziare la corsa agli armamenti senza gravare sul debito pubblico. Si tratta di una strategia definita “più sostenibile”, che però solleva più di una perplessità.

Aprire la difesa comune europea al capitale privato significa anche creare un ecosistema industriale e finanziario fortemente incentivato dal profitto generato dalla produzione di armi. Una dinamica che ricorda i modelli di economia di guerra, in cui il riarmo stesso diventa non solo una scelta politica ma anche un’opportunità di investimento. Intanto, la discussione divide la maggioranza di governo.

Riarmo sostenibile, il piano di Meloni

Nel suo intervento alla Camera, Giorgia Meloni ha ribadito la posizione del Governo sul piano europeo di riarmo, il cosiddetto ReArm Europe, proposto da Ursula von der Leyen. Meloni ha espresso preoccupazione per il modello finanziario presentato dalla Commissione, che si basa quasi esclusivamente sul debito nazionale degli Stati membri.

La premier ha ricordato che l’Italia aveva chiesto di scorporare le spese militari dal Patto di stabilità con la clausola per la difesa, così da non appesantire ulteriormente i conti pubblici. Una richiesta rimasta per ora rimasta inascoltata.

A fronte di questo scenario, l’Italia propone un approccio alternativo: “Una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia”, ha detto Meloni.

Il modello proposto è simile all’InvestEu: creare garanzie europee per attirare capitali privati nella difesa, alleggerendo il peso sugli Stati. Una strategia che, nei piani del governo, dovrebbe rendere il riarmo europeo più “sostenibile”. Ma l’idea di coinvolgere il mercato privato nel riarmo solleva dubbi e perplessità, soprattutto sul rischio che si incentivi un settore industriale e finanziario legato a doppio filo alla guerra.

Meloni contro il M5S e l’antimilitarismo

Nel suo intervento alla Camera, Meloni ha risposto duramente alle critiche arrivate dal Movimento 5 Stelle, che accusa il Governo di alimentare una corsa al riarmo. La premier ha quindi accusato i 5 Stelle di incoerenza:

Voi dall’opposizione siete antimilitaristi, ma quando siete stati al governo vi siete comportati diversamente.

Secondo Meloni, durante il governo Conte II il M5S avrebbe approvato “il più alto aumento delle spese della difesa rispetto al Pil”. Ha poi liquidato le critiche come “lotta nel fango”, rivendicando la coerenza dell’esecutivo nella gestione dei dossier europei.

Matteo Salvini contro il riarmo europeo

Le divisioni però non mancano nemmeno nella maggioranza. Da Bruxelles, Matteo Salvini ha espresso un’opposizione netta al piano ReArm Europe, accusando la Commissione Ue di boicottare il processo di pace che, a suo dire, sarebbe stato riavviato da Donald Trump.

Mentre Stati Uniti e Russia parlano di pace, qui si vuole spendere soldi per la guerra. Mi sembrano fuori dal mondo.

Per Salvini, il vero problema dell’Italia non è il riarmo ma la sicurezza interna e il controllo dei confini meridionali:

Il problema dell’Italia è la frontiera sud e l’immigrazione clandestina, non l’invasione dei cosacchi.

Il leader della Lega ha definito il piano della Commissione Ue di von der Leyen, e in particolare di Kaja Kallas, “fuori dalla realtà”, ironizzando sul fatto che i leader europei sembrano vivere su Marte.

La linea leghista è stata chiarita anche da Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera. Secondo Molinari, l’Italia non darà mandato a Meloni per approvare il piano ReArm Europe:

La risoluzione parlerà della proposta di Giorgetti all’Ecofin e della volontà dell’Italia di aumentare le spese militari nei tempi e nei modi che riteniamo opportuni.

Molinari ha ricordato che anche il Parlamento olandese si è sfilato dal progetto votando un “opting out”, mentre la Germania ha proceduto in modo autonomo con la modifica costituzionale che consente di finanziare la propria difesa.