Il governo Meloni perde già alcuni pezzi per strada, a neanche un anno dall’insediamento. Dopo aver dovuto fare i conti con la perdita più importante, ovvero quella di Silvio Berlusconi che ha lasciato orfana Forza Italia del suo leader e ha lasciato un vuoto nella coalizione di centrodestra con Fratelli d’Italia e Lega, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni negli ultimi giorni ha dovuto incassare un altro addio, questa volta all’interno della propria squadra. A tirare i remi in barca è stato Mario Sechi, capo ufficio stampa della premier che lascia l’incarico appena quattro mesi dopo il suo insediamento.
Sechi lascia l’ufficio stampa
La notizia dell’addio di Sechi era nell’aria già da qualche settimana, con il giornalista che da qualche settimana non partecipava più alle trasferte o agli eventi pubblici di Meloni. Non c’era né all’incontro tenuto a Parigi col presidente francese Emmanuel Macron né al convegno sulla giornata mondiale contro le droghe organizzato dalla maggioranza alla Camera. Assenza che aveva fatto suonare il campanello dall’allarme sulla possibile separazione.
Il motivo ufficiale, almeno per il momento, sembra ancora un mistero, anche se in tanti sanno già cosa andrà a fare Sechi. Diversi giornali, infatti, scrivono che una volta lasciato il suo attuale incarico sarà indicato alla direzione di Libero, uno dei principali quotidiani di destra in Italia, di proprietà del parlamentare della Lega e imprenditore Antonio Angelucci
Ma con Meloni, che lo ha accolto nella sua squadra agli inizi di marzo, il rapporto non è mai decollato. E il suo esordio, tra l’altro, non è stato dei migliori col naufragio di migranti a Cutro e quella conferenza stampa mal riuscita che forse, in un modo o nell’altro, potrebbe avere sentenziato la fine della collaborazione.
Il rapporto non decollato con la premier
Ma Sechi non è di certo un giornalista con poca esperienza. A 55 anni, infatti ha avuto una lunga carriera in diversi quotidiani e agenzie italiane, tra cui direttore dell’agenzia di stampa AGI, fino a prima della nomina a capo ufficio stampa, e in precedenza aveva diretto Il Tempo e l’Unione sarda, così Il Giornale, Libero e il Foglio.
Esperienza di anni e anni nel mondo del giornalismo, ma con Meloni era alla sua prima esperienza da portavoce di una importante figura istituzionale. In tanti scrivono del rapporto mai decollato tra i due, con Meloni che avrebbe fatto fatica a fidarsi di chi non collabora con lei da anni, o di chi proviene da ambienti diversi dai suoi. E la conferenza di Cutro, dove tra informazioni molto parziali sul naufragio, scarsa empatia e le domanda dei giornalisti della stampa locale non concordate con Sechi la premier ne uscì molto male, potrebbe essere stato il fattore scatenante per l’addio.
Da lì in poi Meloni non ha più organizzato alcuna conferenza stampa, i rapporti con Sechi sarebbero peggiorati e il giornalista sarebbe stato relegato ai margini. Un ruolo importante potrebbero averlo giocato anche Patrizia Scurti e Giovanna Ianniello, storiche segretaria e portavoce della premier che avrebbero fatto notare a Meloni il tentativo di Sechi di chiedere più autonomia. Ma Meloni avrebbe alzato il muro e venendo meno le dichiarazioni alla stampa in conferenza o in incontri programmati è venuta meno anche la figura del giornalista che ora è pronto a intraprendere la nuova ennesima tappa della sua carriera.