Sondaggi politici positivi per Giorgia Meloni, ma i referendum minacciano il Governo

Il referendum sull'autonomia differenziata e il quello sulla cittadinanza potrebbero causare problemi al governo Meloni, che intanto cresce nei sondaggi

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 28 Settembre 2024 08:00

I nuovi sondaggi politici restituiscono una situazione di stabilità con i due principali partiti, Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, in lieve aumento. Il dato più importante è quello che riguarda la Lega, che in queste rilevazioni perde mezzo punto percentuale. Si tratta comunque di spostamenti minimi che rientrano nell’errore statistico e non sono dunque una cartina al tornasole di particolari guadagni o perdite di consensi tra le formazioni al Governo e all’opposizione.

Più rilevanti sono invece i paragoni con le elezioni politiche del 25 settembre 2022. A distanza di due anni dalla chiamata alle urne, gli italiani continuano a premiare Giorgia Meloni. Aumenta anche la fiducia verso il Pd di Elly Schlein: la segretaria piace al suo elettorato. Tra i partiti minori è Alleanza Verdi Sinistra a fare il salto più importante. Esce sconfitto dal confronto con il passato, invece, il Movimento 5 Stelle.

Chi sale e chi scende nei sondaggi politici

La Supermedia di YouTrend e Agi calcola la media ponderata delle intenzioni di voto degli italiani rilevate. Vediamo i dati delle nuove rilevazioni al 27 settembre, con le intenzioni di voto degli ultimi 15 giorni. Tra parentesi il confronto con i dati raccolti nei 15 giorni precedenti dagli scorsi sondaggi politici:

  • Fratelli d’Italia: 29,3% (+0,3);
  • Partito Democratico: 23,3% (+0,3);
  • Movimento 5 Stelle: 11,3% (-0,1);
  • Forza Italia: 9,4% (=);
  • Lega: 8,2% (-0,5);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 6,7% (-0,4);
  • Azione: 3,1% (=);
  • Italia Viva: 2,5% (+0,3);
  • +Europa: 1,8% (+0,2);
  • Pace Terra Dignità: 0,9% (-0,2).

Il confronto con le elezioni politiche del 2022

In occasione del secondo anniversario dalle elezioni politiche, YouTrend ha messo a confronto le attuali percentuali ottenute dai vari partiti nei sondaggi e le preferenze ottenute per la Camera dei Deputati nel 2022. Il quadro che emerge è il seguente:

  • Fratelli d’Italia: 29,3% (+3,5);
  • Partito Democratico: 23,3% (+4,2);
  • Movimento 5 Stelle: 11,3% (-4,1);
  • Forza Italia: 9,4% (+1,3);
  • Lega: 8,2% (-0,6);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 6,7% (+3,1);
  • Azione e Italia Viva: 3,1% e 2,5% (insieme -2,2);
  • +Europa: 1,8% (-1).

L’operato di Giorgia Meloni e del suo Governo sembra passare il test con ottimi voti. A due quinti dalla fine naturale della Legislatura, infatti, il centro-destra cresce di 4,2 percentuali. Cresce (tanto) Fratelli d’Italia, mentre gli elettori azzurri, orfani di Silvio Berlusconi, dopo un po’ di tentennamenti sembrano apprezzare il lavoro di Antonio Tajani. Meno entusiasmante il risultato della Lega, che perde oltre mezzo punto.

Il centro-sinistra raccoglie consensi: solo il Partito Democratico, da solo, guadagna 4,2 punti. Avs ha continuato a intercettare nuovi potenziali elettori dopo l’exploit alle urne, con un incredibile 3,1 in più rispetto a due anni fa. Il Movimento 5 Stelle è invece penalizzato da una leadership assente e dalle tante giravolte di alleanze mancate e passi indietro su temi importanti. Perde infatti ben 4,1 punti.

Dopo i referendum cadrà il governo Meloni?

Il referendum sulla cittadinanza, che al contrario dello Ius Scholae prevede l’ottenimento della cittadinanza dopo aver risieduto stabilmente in Italia per 5 anni anche senza aver studiato nel nostro Paese, e quello abrogativo sull’autonomia differenziata spaccano l’opinione pubblica. Se dovessero vincere i comitati promotori alle urne, potrebbe scatenarsi un terremoto per il Governo.

Sebbene la Storia recente sia ricca di quorum non raggiunti e permei una generale apatia nei confronti dei diritti civili, a fare la differenza potrebbero essere gli elettori del Sud. La prospettiva di un’Italia a due velocità non piace affatto ai cittadini del Meridione, che sarebbero più penalizzati dalla mancanza di infrastrutture e servizi verso i quali convogliare il gettito fiscale.

Sebbene improbabile, uno scossone alle urne – tra maggio e giugno – potrebbe innescare da solo una crisi di governo. In caso di abrogazione della legge voluta dall’Esecutivo, Giorgia Meloni dovrebbe prendere atto della sconfitta. Ma, secondo gli analisti, il voto degli italiani servirà piuttosto a monitorare gli umori dell’elettorato, spingendo i partiti verso posizioni diverse. Forza Italia potrebbe abbracciarne di più moderate, liberali e centriste.

Gli azzurri fuoriusciti durante l’esodo verso il Terzo Polo potrebbero tornare sui propri passi, rimpolpando le fila del partito fondato da Silvio Berlusconi. Ma non sarà solo la riciclata classe dirigente a calamitare le preferenze tricolore: secondo voci che si rincorrono sulla stampa, potrebbe presto avvenire la discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi, che proverebbe a strappare la poltrona a Giorgia Meloni presentandosi come baluardo di una destra europea ed europeista, oltre che indiscutibilmente atlantista.