Cina vuole la pace tra Russia e Ucraina: l’accordo segreto

La Cina vorrebbe portare la pace in Ucraina, tuttavia dietro questa mossa non ci sarebbe puro altruismo, ma un accordo segreto commerciale con la Russia

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

A distanza di un anno dall’inizio del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, la Cina ha iniziato a vedere la guerra come un problema, e ha annunciato di voler svolgere un ruolo importante nel raggiungimento della pace. È questo, in sostanza, quello che Wang Yi, rappresentante di Pechino, ha dichiarato ai leader europei alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco che si è tenuta sabato 18 febbraio. Nonostante i proclami, è proprio da Estremo Oriente che arriva il più importante sostegno finanziario e politico a Vladimir Putin. E per far cessare il fuoco basterebbe prendere la via più breve, quella di non far arrivare più renminbi al Cremlino.

Guerra in Ucraina: quali sono gli interessi della Cina

La Cina ha sempre tenuto posizioni di neutralità riguardo conflitti distanti, con le uniche eccezioni delle guerre di Corea e Vietnam negli anni ’50 e negli anni ’70. Entrare, anche solo con un ruolo di mediatore, nella guerra in Ucraina è decisamente una mossa inaspettata, ma che potrebbe essere interpretata come la volontà del Paese di rimanere rilevante davanti a una comunità internazionale sempre più coesa.

Una vittoria rapida di Vladimir Putin avrebbe mostrato al mondo la superiorità militare della Russia rispetto agli Stati Uniti, ma la guerra di logoramento si potrebbe concludere con un nulla di fatto per il Cremlino, incapace di controllare i territori ora occupati e di raggiungere i propri obiettivi. L’Unione Europea e il blocco Nato, nonostante i duri colpi alle economie occidentali, si sono invece mostrati particolarmente solidi, con una linea precisa sull’invio di armi e aiuti che ha cambiato le sorti di Kiev, come spiegato qua. La sconfitta sul campo di battaglia di Mosca potrebbe significare una diminuzione della sua sfera di influenza a Oriente, con un voto politico che potrebbe indebolire anche Pechino.

La necessità di mettere una fine al conflitto, dignitosa nei limiti del possibile per la Russia, non deve dunque sorprendere. Questo nonostante la Cina sia il Paese che più di tutti ha beneficiato, a livello economico, della guerra in Ucraina, con l’accesso alle risorse naturali russe a prezzi scontati e il raggiungimento della posizione di unico grosso partner commerciale di Mosca, con la facoltà di dettare i termini degli accordi. A lungo termine, però, l’impatto del conflitto potrebbe essere sentito anche a Est.

Perché la Cina vuole garantire la pace tra Russia e Ucraina

Ma proprio per i suoi interessi con Mosca, appare improbabile che la Cina possa essere vista dalla comunità internazionale come un mediatore di pace neutrale. Visto che tra l’altro mancano i precedenti in questo senso. Lo scetticismo è condiviso anche in Ucraina. Volodymyr Zelensky ha più volte ribadito che non accetterà un accordo con la cessione di territori alla Russia, mentre Vladimir Putin ha più volte dichiarato di non voler ritirarsi dalle aree occupate.

Non c’è ancora nulla di concreto negli annunci che arrivano da Pechino. Di certo c’è che il Governo sinico vorrebbe proporsi come intermediario tra le parti. Appare probabile che un punto di partenza possa essere un lungo armistizio sulle attuali linee di battaglia. Durante il cessate il fuoco, l’Ucraina si dedicherebbe alla ricostruzione e alla crescita, mentre la Russia potrebbe riniziare lentamente, magari con dei cambi al vertice, a dialogare con l’Occidente.

In ogni caso sarebbe proprio Mosca a uscire meglio dalla guerra grazie all’intervento cinese, e c’è chi già dichiara che quello proposto da Pechino non sarebbe altro che un piano del Cremlino stesso. Per la Russia, dopo un anno di guerra e una volta tagliati i ponti con il resto del mondo, appare infatti difficile trovare una soluzione in autonomia, se non quella di continuare l’invasione e sperare di vincere nonostante un fronte compatto a Occidente.

Meglio dunque affidarsi a un Paese terzo, con un accordo segreto per la pace, magari in cambio dell’apertura di ulteriori rotte commerciali esclusive, che garantisca alla Russia delle tutele e meno ripercussioni sul piano economico e giuridico. A iniziare dalla fine delle sanzioni, che hanno avuto ripercussioni importanti sulla tenuta del Paese, come spiegato qua.

In ogni caso, messi da parte le speculazioni e il complottiamo, il processo di pace proposto da Pechino sembrerebbe un piano a lungo termine, e metterebbe la Cina in una posizione centrale agli occhi del mondo, come stato portatore di pace dotato di un’etica superiore alle controparti europee e americana. Una narrazione che farebbe presa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – a prescindere dal fatto che la proposta possa essere accettata o meno dalle parti in guerra – in cui la potenza orientale vede nuovi orizzonti di espansione economica e nuove opportunità di investimento. E che inizia a profilarsi all’indomani di un memorandum che indica come imminente l’inizio di una guerra tra Usa e Cina, di cui vi abbiamo parlato qua.