L’Ucraina attacca la Russia nella regione di Kursk, Putin convoca il Consiglio di Sicurezza

L'Ucraina sta portando avanti un'operazione in territorio russo costringendo Putin a convocare il Consiglio di Sicurezza

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 7 Agosto 2024 14:06

Le forze armate ucraine, supportate da alcuni battaglioni di volontari russi dissidenti, hanno attaccato la regione di Kursk, in Russia, superando il confine nord occidentale dell’Ucraina. Secondo fonti russe, i villaggi di Dar’ino, Sverdlikovo e Gogolivka sarebbero sotto il controllo delle forze armate ucraine. Putin ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza russo per le ore 13:00.

L’operazione a Kursk è la prima che vede lo sconfinamento di truppe di Kiev e non soltanto di volontari russi alleati dell’Ucraina. I report sono ancora discordi riguardo al terreno effettivamente guadagnato dall’esercito ucraino e il Governo russo ha affermato che l’attacco è stato respinto. Nel frattempo Mali e Niger hanno rotto i rapporti diplomatici con l’Ucraina a seguito all’operazione dei ribelli Tuareg nella quale erano stati uccisi 84 mercenari russi di Wagner.

Attacco ucraino in Russia: la situazione

Tra il 5 e il 6 agosto sono iniziate a circolare alcune notizie di un contingente armato diretto dalla regione di Sumy, in Ucraina, verso quella di Kursk, in Russia. Un attacco simile a quelli già avvenuti in passato, quando volontari russi alleati di Kiev avevano eseguito brevi incursioni nel territorio direttamente controllato da Mosca. Fin da subito però si è capito che questa volta si trattava di un’operazione più strutturata, con il supporto anche di alcuni battaglioni ucraini. La presenza di soldati di Kiev è stata segnalata fino a 15 km di distanza dal confine e alcuni elicotteri da combattimento russi sarebbero stati abbattuti.

Il Governo di Mosca si è affrettato a dichiarare che l’attacco, pur avvenuto, sarebbe stato respinto dalle forze russe. Nonostante questo il presidente Vladimir Putin ha convocato per le 13:00 una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, per discutere della questione. Fonti russe non ufficiali infatti segnalano che tre insediamenti sarebbero caduti sotto controllo ucraino e che le truppe di Mosca avrebbero difficoltà a riprenderne il controllo. Si segnala inoltre una grande quantità di uomini e mezzi ammassati al confine della regione di Sumy. Il presidente della Russia Vladimir Putin ha tenuto una comunicazione al pubblico definendo l’operazione in corso a Kursk una “Provocazione su larga scala”.

L’incursione armata sarebbe stata supportata anche da una serie di lanci missilistici. Il Governo russo e le autorità locali avrebbero riportato la morte di 5 civili a causa della caduta dei frammenti dei razzi intercettati dalla contraerea. La situazione sul campo rimane poco chiara e mancano commenti ufficiali da parte delle autorità ucraine. Quelle russe hanno parlato di 300 soldati supportati da 11 carri armati e una ventina di veicoli blindati. Hanno anche dichiarato di aver distrutto 16 veicoli, senza però portare prove a supporto di quanto affermato.

Gli F-16 e l’autorizzazione di usare armi occidentali in Russia

Queste settimane sono state molto importanti anche per le forniture di armi all’Ucraina da parte dell’occidente. Nel Paese sono infatti arrivati i primi aerei F-16, per rinforzare l’aviazione di Kiev. Da tempo i piloti ucraini si addestrano presso le basi Nato occidentali per pilotare questi velivoli, considerati in grado di rompere la superiorità aerea di Mosca in diverse parti del fronte. Uno dei principali problemi nell’utilizzo delle apparecchiature avanzate fornite da Ue e Usa all’Ucraina è infatti in rischio di finire bersaglio dei bombardieri russi, che anche soltanto per quantità hanno un controllo molto saldo dei cieli sul fronte.

Riguardo alla superiorità aerea però, anche in questo campo sta iniziando a farsi sentire l’apporto dei droni kamikaze ucraini. Proprio nel contesto dell’operazione nella regione di Kursk, un elicottero Mi-28 sarebbe stato abbattuto da un velivolo senza pilota ucraino, stando a quanto riportato da fonti di intelligence al sito The Kiyv Indipendent. Un video è stato portato a prova di quanto accaduto e riprenderebbe i momenti immediatamente precedenti all’impatto tra il drone e l’elicottero.

L’offensiva ucraina in territorio russo arriva dopo mesi in cui queste operazioni erano state limitate ai volontari russi dissidenti equipaggiati dall’esercito ucraino senza armi occidentali. Questo perché l’Ucraina non aveva mai avuto l’autorizzazione dai propri alleati di utilizzare le forniture Usa e Ue per colpire bersagli in Russia. Questa politica è cambiata dopo l’incursione russa da nord, nella regione di Kharkiv, un’operazione simile a quella che sarebbe in corso da parte dell’Ucraina. Le difficoltà di difesa dell’esercito di Kiev in quel contesto derivavano soprattutto dall’impossibilità di colpire le batterie di artiglieria russe oltre confine.

In breve tempo però gli Usa, seguiti da molti Paesi occidentali, Italia esclusa, hanno permesso all’Ucraina di bombardare con i propri equipaggiamenti le zone immediatamente oltre confine. L’offensiva si è quindi fermata, ma questa autorizzazione ha permesso anche di organizzare l’incursione nella regione di Kursk.

Mali e Niger si allineano a Mosca: rottura diplomatica con l’Ucraina

Le conseguenze della contrapposizione tra Russia e Ucraina stanno però travalicando i confini dell’Europa Orientale, arrivando fino in Africa. A fine luglio un gruppo armato di ribelli Tuareg del Mali aveva compiuto una serie di attacchi nel nord del Paese africano, nel quale erano stati uccisi 84 mercenari russi che lavoravano per l’esercito regolare. Oltre al gruppo di russi, ex membri di Wagner ora accorpati in nuove unità, erano morti anche 47 soldati maliani.

Dopo pochi giorni alcune prove fotografiche hanno mostrato la presenza di soldati ucraini in supporto ai gruppi di Tuareg ribelli, che combattono per la loro indipendenza dal Mali fin dal 2012. Questo ha indispettito il governo del Mali, che già da tempo intrattiene rapporti molto stretti con la Russia in cambio dell’aiuto dei mercenari ex Wagner, oggi rinominati Africa Corps. Di conseguenza, martedì 6 agosto la giunta militare che guida il Paese ha deciso di interrompere ogni relazione diplomatica con l’Ucraina. Poche ore dopo anche il Niger, Paese con cui il Mali condivide un lungo confine orientale e il governo di una giunta militare, ha fatto lo stesso.