Aiuti all’Ucraina, la Camera Usa approva: 61 miliardi di dollari a Kiev

La Camera degli Usa ha approvato il pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, bloccato da mesi

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

La Camera americana ha approvato il pacchetto di aiuti che include 61 miliardi di dollari in sostegno all’Ucraina, 26 a Israele e 8 per gli alleati dell’area Indo-Pacifica, inclusa Taiwan. Il pacchetto ha raggiunto la camera dopo mesi di blocco grazie alla collaborazione tra Repubblicani e Democratici, in una mossa politica che potrebbe causare la sfiducia dello speaker repubblicano della Camera.

Anche se il pacchetto contiene molti aiuti attesi in diverse parti del mondo, in particolare anche 9,3 miliardi in aiuti umanitari per Sudan, Etiopia e Myanmar, la parte più importante è quella diretta in Ucraina. Da mesi Kiev è in difficoltà proprio per la mancanza di aiuti americani che hanno causato una grave carenza di munizioni nel Paese.

Il pacchetto di aiuti Usa: dall’Ucraina a Israele

Dopo mesi di stallo, il pacchetto di aiuti militari da oltre 95 miliardi di dollari pensato dal presidente Biden è arrivato al voto alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Il percorso politico di questa legge è stato molto accidentato, ed è stato necessario un accordo molto difficile tra Democratici e Repubblicani per approvarlo. La norma aveva infatti il supporto del Grand Old Party, ma non dell’ala più radicale, molto legata all’ex Presidente Trump.

Per questa ragione i Repubblicani, pur avendo la maggioranza alla Camera, non potevano far passare il provvedimento. Venerdì 19 aprile però lo speaker (figura simile al Presidente della Camera) Mike Johnson ha coordinato una trattativa che ha ottenuto il sostegno di parte del Partito Democratico. Anche i progressisti erano infatti divisi sul pacchetto, con una parte che ne contesta l’aiuto a Israele.

Il pacchetto include 61 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina, che rappresentano la maggior parte dei rifornimenti per le truppe di Kiev che combattono contro l’invasione russa. Contiene poi anche 26 miliardi in aiuti militari a Israele, legati a una vecchia legge di forniture per gli alleati Usa in Medio Oriente. Infine, contiene anche 8 miliardi per gli alleati nella zona dell’Indo-Pacifico, tra cui quelli più significativi sono rivolti a Taiwan.

A sbloccare lo stallo politico sulla legge ha aiutato anche l’attacco iraniano nella notte tra il 13 e il 14 aprile. I missili diretti al territorio israeliano, anche se tutti intercettati, hanno alimentato la paura di un’escalation del conflitto in Medio Oriente tra Teheran e Tel Aviv. Gli aiuti all’Ucraina sono stati approvati con una larga maggioranza, il testo passa ora al Senato, dove però il sostegno è ampio e l’approvazione è considerata scontata.

La situazione in Ucraina senza aiuti americani

Da ottobre, quando il pacchetto di aiuti promesso all’Ucraina dagli Usa si è arenato alla Camera, Kiev è in difficoltà e ha dovuto cedere terreno alla Russia. Gli avanzamenti sul campo di battaglia sono stati minori, con la perdita significativa della sola città di Avdiivka. Ad essere però messe sotto pressione sono state le grandi città vicine al confine e le infrastrutture elettriche ucraine.

Sfruttando la carenza di munizioni dovuta alla mancanza degli aiuti americani, la Russia ha preso di mira diverse centrali elettriche a combustibili fossili, causando grossi danni e mettendo a rischio la sicurezza energetica di tutta l’Ucraina. I bombardamenti hanno riguardato anche grandi città come Kharkiv, dove hanno causato diversi morti tra la popolazione civile.

L’unico scenario in cui l’Ucraina ha avuto successo è stato il meno atteso: il Mar Nero. Dopo l’affondamento di diverse navi della sua flotta da parte di droni e missili ucraini, la Russia ha completamente abbandonato la parte occidentale del bacino, allontanando anche le proprie imbarcazioni dal porto di Sebastopol e spostandole sulla costa Russa. Questo ha consentito a Kiev di ricominciare a esportare grano con continuità dal porto di Odessa.