Maduro vince le elezioni in Venezuela nonostante i risultati degli exit poll: sospetti brogli

Nicolas Maduro vince le elezioni presidenziali in Venezuela con il 51%, nonostante i sondaggi indicassero un successo dell'opposizione

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

In un’elezione dai risultati più che prevedibili e per questo altamente contestata, Nicolas Maduro è stato dichiarato presidente del Venezuela per la terza volta. Il Consiglio Elettorale Nazionale ha annunciato che Maduro ha ottenuto il 51% dei voti, superando il candidato dell’opposizione Edmundo Gonzalez, che ha ricevuto invece il 44%.

Questo annuncio è avvenuto dopo il conteggio dell’80% dei seggi elettorali, considerato irreversibile ed è arrivato nonostante vari sondaggi avessero indicato una vittoria dell’opposizione.

Mancanza di trasparenza e dubbi sui risultati

L’autorità elettorale, allineata con Maduro, non ha rilasciato tempestivamente i risultati ufficiali di tutti i 15.797 centri di voto. Questo ritardo ha ostacolato la capacità dell’opposizione di contestare i risultati, dopo aver affermato di possedere i verbali elettorali solo per il 30% delle urne.

Il leader cileno Gabriel Boric ha espresso dubbi sulla credibilità dei risultati pubblicati. Anche il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Anthony Blinken, ha fatto dei riferimenti all’importanza di un conteggio dei voti “equo e trasparente”.

Il presidente del Consiglio Elettorale Nazionale (Cne), Elvis Amoroso, ha comunicato in una dichiarazione televisiva che circa l’80% delle urne fosse stato conteggiato, aggiungendo che i risultati sono stati ritardati a causa di un'”aggressione” contro il sistema di trasmissione dei dati elettorali. Amoroso ha inoltre chiesto al procuratore generale di indagare su questi “atti terroristici”, aggiungendo che l’affluenza alle urne è stata del 59%.

Dichiarazioni di Maduro e la reazione dell’opposizione

Maduro ha descritto la sua vittoria come un trionfo della pace e della stabilità, ripetendo che il sistema elettorale venezuelano è trasparente.

C’è da dire che i leader dell’opposizione erano già in festa ben prima della proclamazione ufficiale, come riporta Cbsnews, sicuri di una vittoria schiacciante per Gonzalez, basandosi sui conteggi raccolti dai loro rappresentanti nei seggi.

Edmundo Gonzalez, un diplomatico in pensione, era l’uomo che si opponeva a Maduro. Sconosciuto agli elettori fino a pochi mesi fa, è stato scelto come candidato di riserva dopo che Maria Corina Machado è stata bloccata dalla corte suprema “controllata”, secondo fonti Cbsnews, da Maduro. Anche la Vicepresidente degli Stati Uniti, ora in corsa per diventare presidente, Kamala Harris, ha espresso sostegno al popolo venezuelano, chiedendo il rispetto della volontà degli elettori.

I risultati di queste elezioni fanno più che riflettere. Un sondaggio di Edison Research, noto per le ricerche sulle elezioni statunitensi, aveva previsto in un exit poll che Gonzalez avrebbe ottenuto il 65% dei voti, mentre Maduro solo il 31%. Anche l’istituto locale Meganalisis aveva previsto un 65% di voti per Gonzalez e meno del 14% per Maduro.

Cosa succede adesso con l’elezione di Maduro

L’elezione avrà ripercussioni in tutta l’America Latina, con molti venezuelani pronti a unirsi all’esodo di massa ora che Maduro ha ottenuto un altro mandato. La situazione economica del paese, una volta il più prospero della regione, è drammaticamente peggiorata sotto la sua leadership. Maduro ha cercato di convincere gli elettori con promesse di sicurezza economica, ma la maggior parte dei venezuelani non ha visto miglioramenti significativi nella qualità della vita.

L’opposizione ha fatto leva sulle disuguaglianze economiche, promettendo un governo che crei posti di lavoro sufficienti per far tornare i venezuelani emigrati. Gonzalez e Machado proprio per questo motivo avevano concentrato la loro campagna sulle aree rurali del paese, dove l’attività economica è ancora stagnante.

Il ruolo fondamentale delle forze militari

Le forze armate venezuelane hanno sempre sostenuto Maduro, un ex autista di autobus e ministro degli esteri di 61 anni, e non ci sono segni pubblici che i leader delle forze armate stiano rompendo con il governo. Machado ha più volte parlato dell’importanza di schierarsi dalla parte giusta della storia, invitando i militari a cogliere l’opportunità offerta dagli elettori.