In un Medio Oriente sempre più instabile, gli Stati Uniti da giorni hanno lanciato un allarme su un possibile attacco imminente da parte dell’Iran, sollecitando Israele a prepararsi per affrontare una potenziale escalation.
Mentre Washington rafforza la sua presenza militare nella regione, il segretario di Stato Antony Blinken si prepara a una delicata missione diplomatica, con visite programmate in Qatar, Egitto e Israele. Intanto, il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha riaffermato il diritto del suo Paese di difendersi contro qualsiasi aggressione, ignorando gli appelli alla moderazione provenienti dall’Europa.
La tensione minaccia anche i negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, mentre in Cisgiordania le forze israeliane hanno ucciso un comandante di Hamas, alimentando ulteriormente un clima di scontro in un’area già segnata da conflitti e asti che ormai si perdono tra le pieghe del tempo, ma non per questo vengono dimenticati.
Gli Stati Uniti avvertono Israele di un imminente attacco iraniano
La tensione nel Medio Oriente è ormai alle stelle, con gli Stati Uniti che mettono in guardia da giorni Israele rispetto alla possibilità di un attacco da parte dell’Iran. L’intelligence americana ha raccolto informazioni che fanno pensare a una mossa militare imminente da parte di Teheran, tanto che Washington ha deciso di alzare il livello di allerta nella regione. In parallelo, vari Paesi europei si sono uniti al coro di appelli rivolti all’Iran affinché rinunci a un’azione che potrebbe destabilizzare ulteriormente un’area già fortemente provata.
Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha fatto sapere, in una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che l’Iran considera legittimo il proprio diritto a rispondere a qualunque atto ostile. Le parole di Pezeshkian arrivano in un momento delicato, mentre l’Europa tenta di dissuadere Teheran da iniziative che potrebbero avere conseguenze devastanti.
Antony Blinken in missione diplomatica per evitare attacchi sincroni
A testimonianza della gravità della situazione, il segretario di Stato americano Antony Blinken si prepara a partire per una serie di incontri in Medio Oriente, con tappe previste in Qatar, Egitto e Israele. Fonti vicine a Washington indicano che l’agenda di Blinken potrebbe subire modifiche, a seconda di come si evolveranno gli eventi nelle prossime ore.
La possibilità di un’azione concertata tra l’Iran e i suoi alleati regionali è uno degli scenari che più preoccupa l’Occidente. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense, ha confermato che il Pentagono ha già riorganizzato le proprie forze nell’area, in previsione di eventuali attacchi. Tra i gruppi armati che potrebbero entrare in gioco, spicca Hezbollah, organizzazione libanese da tempo legata a Teheran.
L’Iran risponde alle pressioni internazionali
Teheran non sembra intenzionata a cedere alle pressioni internazionali. Il presidente Pezeshkian, in una dichiarazione pubblicata dall’agenzia ufficiale Irna, ha rimarcato che l’Iran non intende farsi intimidire da sanzioni o minacce, rivendicando il diritto del Paese a difendersi nel rispetto delle normative internazionali.
Scontri in Cisgiordania: comandante di Hamas ucciso dalle forze israeliane
A complicare ulteriormente il quadro, in Cisgiordania le tensioni hanno raggiunto nuovi picchi con l’uccisione di un comandante delle Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, da parte delle forze israeliane. L’episodio è avvenuto nella città di Azzun, dove l’esercito israeliano ha dichiarato di aver neutralizzato un aggressore che aveva sparato contro un civile israeliano.
La morte del diciottenne Tariq Ziad Abdul Rahim Daoud, identificato come comandante di Hamas, ha suscitato una forte reazione da parte del gruppo palestinese, che ha definito l’operazione israeliana un “vile assassinio”.