Nella serata del 4 dicembre il governo francese di Michel Barnier potrebbe concludere il suo brevissimo mandato. Attorno alle 19 si voteranno due diverse mozioni di sfiducia che hanno una buona possibilità di essere approvate dall’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento transalpino, quella con maggiori poteri legislativi.
La sfiducia sarà il risultato dello stallo politico seguito alle elezioni di luglio, che hanno rinnovato proprio il parlamento. L’Assemblea nazionale non riesce ad approvare la legge di bilancio e l’amministrazione pubblica francese rischia di finire in un limbo. Gli scenari futuri sono tre: un nuovo governo con la stessa maggioranza di centrodestra, un governo tecnico o le dimissioni di Macron.
Il governo della Francia sta per cadere
Attorno alle 19 del 4 dicembre la camera bassa del parlamento francese, l’Assemblea nazionale, voterà due mozioni di sfiducia al governo di centrodestra guidato da Michel Barnier del Partito Repubblicano. Entrambe hanno ottime possibilità di passare e questo significa che l’esecutivo cadrà. Barnier ha basato la propria maggioranza sui voti del Renaissance del presidente Emmanuel Macron e su quelli del Partito Repubblicano, oltre che sull’astensione della formazione di estrema destra Rassemblement national (Rn), di Marine Le Pen.
La sfiducia al governo è il risultato dello stallo politico nato dalle elezioni di luglio, che hanno diviso il parlamento quasi equamente tra i blocchi di destra (Repubblicani e Rn), di centro (Renaissance) e di sinistra (Nuovo fronte popolare). Nessuno dei tre blocchi sembra disposto a collaborare e le tensioni tra Barnier e il Rn sulla legge di bilancio hanno portato a una rottura nella coalizione di governo.
Le mozioni dovrebbero essere votate sia dal partito di estrema destra Rn che dal Nuovo fronte popolare, di sinistra. I leader dei partiti che fanno parte di Nfp e quelli di Rn hanno però sottolineato che questo voto comune non sottintende nessun accordo per un futuro governo tra le due parti.
Gli scenari futuri per Macron
Dopo quella che sembra un’inevitabile caduta per il governo Barnier, il presidente Macron si troverà davanti a tre opzioni. La Francia è una repubblica semi-presidenziale, quindi il Capo dello Stato viene eletto direttamente dal popolo e non ha bisogno della fiducia del Parlamento. Fiducia che però devono ottenere i suoi governi, anche se al momento non sembra essere possibile ottenere una maggioranza all’Assemblea nazionale.
La prima opzione per Macron è cercare di ricostruire un governo con una maggioranza in Parlamento. La sinistra non è però disposta a collaborare. L’unica alternativa sarebbe ritentare con la stessa maggioranza di Barnier, ma con un nome più gradito al partito di Marine Le Pen, Rassemblement national. La seconda opzione sarebbe un governo tecnico, che cerchi la maggioranza sui singoli provvedimenti senza una fiducia complessiva. La terza, più remota, sarebbero le dimissioni di Macron.
La situazione politica in Francia è complessa. Entro fine anno va approvata la legge di bilancio o l’amministrazione pubblica rischia di smettere di funzionare. Per pagare almeno gli stipendi dei dipendenti, il parlamento potrebbe confermare la finanziaria del 2024, un’alternativa che sembra avere il sostegno di Rn. Non si può invece tornare al voto: la Costituzione francese impone che una legislatura duri almeno un anno e quella corrente è entrata in carica in estate.